Tentazioni e relazioni, che rapporto c'è?


Le tentazioni: come impostiamo le nostre relazioni? Lc. 4,1-13
Inizia la quaresima. Ogni anno la liturgia ci propone per questa domenica la riflessione sulle tentazioni di Gesù nel deserto.
Gesù è uno che avendo abbracciato tutte le nostre debolezze è stato tentato durante tutta la sua vita. Questo ci fa sentire Gesù vicino, perché come dice anche la lettera agli Ebrei è stato tentato in tutto anche se, vivendo in pienezza la sua unione con lo Spirito, ha poi sempre seguito ciò che lo Spirito dettava e non ciò che la debolezza della carne desiderava, evitando così ogni peccato.
Luca e Matteo nel presentarci questa realtà delle tentazioni che Gesù ha dovuto affrontare, la rappresentano in tre quadretti ambientati all’inizio della sua vita pubblica, momento in cui, essendo lui in uno stato di riflessione e programmazione su quello che avrebbe dovuto fare poi in tutta la sua vita, la tentazione si sarà di sicuro presentata in maniera più forte e concreta.
Ricordiamoci che questo episodio accade subito dopo il Battesimo, momento in cui Gesù è presentato come il “Figlio prediletto del Padre, colui nel quale Lui si compiace”. Compiacersi vuol dire assomigliare, riprodurre fedelmente la vita.
Nel primo e nel terzo di questi quadretti il maligno vuol far riflettere Gesù proprio su questa figliolanza. Quindi punto centrale delle tentazioni è proprio come intendere questa figliolanza divina: come essere figli di Dio.
Il Maligno è ciò che ci fa andare in una direzione opposta a quella dataci da Dio, quindi può essere il demonio direttamente ma anche qualsiasi passione che ci svia dalla strada giusta. S. Paolo parlerebbe di voce della carne e voce dello spirito. Il maligno dà i suoi suggerimenti: “Siccome tu sei Figlio di Dio …” non lo mette in dubbio, non servirebbe, ma lo tenta sulle conseguenze di tale posizione: come devi comportarti per essere tale?
Primo suggerimento: “Di’ a questa pietra che si trasformi in pane”. Come rapportarsi con i beni di questo mondo? “Tu sei il Figlio di Dio, quindi devi rivelare agli uomini il volto del Padre; allora fai vedere al mondo che Dio è capace di risolvere il problema della fame con un miracolo: questo è ciò che gli uomini si aspettano!”. “Se tu presenti l’immagine di Dio come uno che risolve tutto con i miracoli, tutti ti seguiranno perché è questo il Dio che gli uomini vogliono: il Dio che se gli obbedisci ti premia con dei favori”. “Dio ci tiene che i suoi figli siano felici, allora metti tutte le tue forze nel produrre ciò di cui gli uomini hanno bisogno”.
Sono tutte tentazioni che il maligno oggi suggerisce anche a noi: “Pensa alla vita materiale perché è l’unica sicura”. Oggi molti credenti danno alla vita biologica il valore assoluto, l’unica di cui dobbiamo avere cura. Per loro la religione serve solo per avere dei favori e a vivere meglio questa vita biologica, come se fosse l’unica. Quindi la tentazione è vivere per le cose. Gesù non nega che bisogna impegnarsi per le cose materiali ma non possiamo vivere solo per queste, abbiamo bisogno di nutrire anche la vita stessa che il Padre ci ha dato, e questa è alimentata dalla sapienza che viene da Dio. La Quaresima è il tempo opportuno in cui riflettere sul nostro rapporto con le cose del mondo. Dobbiamo chiederci: La mia vita cristiana è compatibile con tante scelte che faccio, con certi conti in banca, spese folli, ricerca esagerata di lusso o comodità?
Poi si passa ad un secondo suggerimento. “Ti darò il potere su tutte le nazioni”: come rapportarsi con le persone? Come noi anche Gesù ha sentito la pulsione a diventare una persona importante. Come soddisfare questa pulsione?  Tu sei una persona con qualità straordinarie, renditi conto che puoi diventare una star, puoi avere città dedicate a te, eccetera, però per arrivare a questo devi adorare me, devi credere a quello che ti dico, devi accettare la mia logica; pensa a te stesso, ai tuoi interessi, non far caso ai poveri, al massimo sfruttali. Devi ingannarli, servirti di loro”. Questo è il patto offerto dal demonio a Gesù, e che oggi suggerisce in continuazione a ciascuno di noi. “Usa le tue capacità in modo da favorire solo te stesso. Pensa alle ricchezze che hai accumulato e a come le hai accumulate. Cerca di accrescere il tuo potere per garantire la tua sicurezza e il tuo agio”. Lo Spirito mette a tacere le voci del maligno. Gesù risponde: tu seguirai solo la voce di Dio non quella del maligno; pensa alle cose come Dio le vuole: servizio, non dominio; umiltà, non ricerca del primo posto; pace, non violenza; lealtà, non furbizia; solidarietà, non competizione.
Il terzo suggerimento che il maligno dà riguarda il rapporto con Dio. La tentazione scaturisce da una promessa di Dio nel salmo 91: “Manderà i suoi angeli a custodirti perché il tuo piede non inciampi”. Pretendere da Dio delle prove per essere sicuri che Lui ci vuole bene. È tipica di quei cristiani che sono convinti che Dio li deve proteggere solo perché glielo chiedono: Il miracolismo. Molti dicono: “A cosa serve credere se Dio non esaudisce le mie preghiere”. Dio rispetta la creazione e ha dato alle creature tutte le risorse per risolvere le situazioni. Se l’uomo rispettasse queste risorse e le utilizzasse nel modo giusto molti problemi scomparirebbero. Alle volte tante nostre preghiere o azioni sono modi di mettere le mani su Dio e fargli fare quello che vogliamo noi. Spesso le nostre preghiere non si scostano molto dalla magia o dagli amuleti. Il maligno sa servirsi anche della bibbia facendocela interpretare male.
Il passo del salmo diceva: “Manderà i suoi angeli a custodirti”, si tratta di capire chi sono questi angeli. L’angelo è chiunque è mediatore tra noi e Dio, chi ci aiuta ad incamminarci nel piano di Dio. Non mettere alla prova il Signore Dio tuo, non mettere mai in dubbio il suo amore, anche se le cose esterne sembra indichino il contrario. Quindi noi dobbiamo pregare non per chiedere a Dio di cambiare i suoi piani ma per chiedergli che ci aiuti a capire i “suoi” piani e ad adeguarci ad essi.

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