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Il peccato del mondo

Il peccato del mondo       (Gv. 1,29-34)  Lungo tutto il periodo di Avvento, Giovanni il Battista ci ha accompagnati e abbiamo imparato a riconoscere il suo stile e la sua missione. Lui aveva di certo appreso da suo padre e sua madre, le vicende riguardanti la sua nascita e la visita di Maria, quindi aveva chiaro quale era la sua missione: preparare la strada per la rivelazione del Messia che era già in mezzo a loro. Questo Messia, però, lui personalmente non lo aveva mai incontrato, eccetto la volta in cui era ancora nel grembo della madre, per cui non aveva chiaro cosa dovesse fare per prepararne la venuta. Lui dice: “ Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato mi ha detto che lo avrei riconosciuto dallo Spirito sopra di lui ”. Quindi fa la scelta di impostare la sua azione invitando le persone alla confessione dei loro peccati per un cambiamento di vita ed un ritorno più sincero e convinto all'alleanza con Dio. Tutti sapevano che lo scopo della ...

Esercizi 4, Il peccato e l'amore

  Il peccato e l’amore   Oggi voglio parlare del peccato. Mi direte: ma che brutto argomento. Lo faccio perché parlarne da una parte ci aiuta a comprendere meglio il mondo a cui siamo mandati, dall’altra, dato che molte di queste tendenze del mondo sono anche nostre, ci può aiutare a comprendere meglio la vera cosa importante: l’amore di Dio.   Fin da fanciulli ci hanno insegnato cosa sia il peccato. Il primo sacramento che abbiamo ricevuto coscientemente è la Confessione, noi ci siamo presentati dal sacerdote con la lista delle nostre malefatte attendendo da lui, con un po’ di paura, il perdono e la penitenza. Ci hanno insegnato anche a distinguere i peccati in gravi e veniali che cioè offendono di più o di meno Dio e danneggiano di più o di meno la nostra anima. Questa presentazione della vita e dell’agire ci ha creato una mentalità legalista, funzionale o efficentista: questo lo posso fare, questo no; questo è un dovere, questo solo un consiglio. Ha forse reso più...

Come non contaminarsi col male

Come non lasciarsi infettare dal virus del Covid-33, quello dei tempi di Gesù. Mc 7,1-8; 14-15; 21-23 I l vangelo di oggi ci presenta una serie di prescrizioni che gli Ebrei dovevano seguire per non contagiarsi, o meglio per non rendersi impuri, leggi strette che ci ricordano quelle che abbiamo sperimentato noi all’inizio della pandemia del Covid-19. La domanda che sta al centro è: cosa rende pura o impura una persona? Nell’Antico Testamento questa era una questione vitale giustificata dal fatto che gli Ebrei avevano chiara coscienza di appartenere a Dio, di essere il popolo eletto, riscattato da Dio dalla schiavitù, e tutti dovevano sforzarsi di mantenere questo stato di dignità che garantiva loro che le benedizioni di Dio continuassero. Tutto quello che fosse contro Dio li avrebbe resi impuri e quindi andava assolutamente evitato. Da qui era nata una serie di leggi molto severe su cosa mangiare o no; cosa toccare o no; cosa fare e cosa no. Queste leggi si e...

Chi è giusto? Cosa ci rende giusti?

Chi è giusto? Cosa ci rende giusti? (Lc 18,9-14)   È da un po’ di domeniche che parliamo di fede e di preghiera. Oggi c’è un’altra lezione al riguardo. Quello di oggi, per me, è uno dei passi evangelici più difficili da spiegare, non per una difficoltà di testo o di significato, ma perché è fin troppo chiaro e al tempo stesso ci chiama in campo direttamente e ci fa sentire, con vergogna, quanto siamo lontani dallo spirito che Gesù ci ha lasciato. Gesù racconta questa parabola a gente che si sente a posto con Dio, e vuole convertirli perché la loro idea di giustizia li allontana, invece di avvicinarli. Probabilmente alcuni di loro sono anche suoi discepoli. Chi sono questi giusti? Gli orgogliosi, dalla vita impeccabile, ma pieni di auto-compiacenza e di giudizio negativo verso gli altri. Se noi ci riteniamo persone per bene, allora, la parabola è diretta anche a noi. Già domenica scorsa avevamo detto che il nostro modo di pregare ci fa comprendere in che dio noi credia...