Dio è più forte delle nostre paure

Dio è più forte delle nostre paure (Gv 20,19-31)

Cari fratelli, nel Vangelo di oggi vediamo i 12 Apostoli che sono pieni di paura. È il giorno di Pasqua, alcune donne hanno raccontato loro delle apparizioni che hanno avuto, Pietro e Giovanni sono andati al sepolcro e lo hanno trovato vuoto, e il Vangelo stesso sottolinea “e credettero”, ma ora, alla sera, sono ancora pieni di paura.

Vedete, non è sufficiente aver sentito l’annuncio della resurrezione, e non è nemmeno sufficiente averci creduto. Domenica scorsa tutti voi eravate in Chiesa, tutti avete sentito e celebrato la resurrezione di Cristo, ma probabilmente, per molti di voi questa settimana è stata una come tante altre, con gli stessi problemi, le stesse fatiche, le stesse lotte. Perché?

“Il Signore entrò in mezzo a loro e disse: Pace a voi”. È una frase molto comune, per gli Ebrei era il modo comune di salutare una persona. Era un po’ come il nostro “ciao”, lo diciamo senza pensare cosa veramente significhi. L’ha usata anche Gesù quando è apparso agli apostoli la sera di Pasqua, ma in quel caso Gesù sapeva bene cosa stava dicendo. Essi erano timorosi, e quando c’è paura non si riesce più a ragionare come si vorrebbe. E Gesù dice loro: Pace a voi. Dal momento in cui Gesù si rivela presente non ci possono più essere dubbi, paure, incertezze. Lui sta per partire, ma non li lascia soli, dà loro lo Spirito Santo che rappresenta la soluzione a tutti i problemi, o per lo meno la forza di affrontarli con coraggio.

La situazione dei discepoli cambia completamente, da timorosi si trasformano in testimoni, da gente chiusa in casa diventano “mandati”.

Questa frase la usa anche il sacerdote durante la messa. Il suo saluto vuole richiamare quello di Gesù e richiamarne il significato e la forza. Sappiamo bene quanti problemi ognuno di noi ha dentro la sua casa, la sua famiglia, la sua vita, il sacerdote ci augura che in tutte queste situazioni subentri la pace del Cristo risorto. Pace a voi, i problemi sono ora in buone mani, affidateli a Cristo e mettetevi a sua disposizione divenendo dei veri testimoni, dei mandati da Cristo.

Gesù ci spiega come questa pace sia possibile e subito aggiunge: “Ricevete lo Spirito Santo”. Lo Spirito santo è vivo ed efficace, tocca a noi lasciarlo agire. Lo abbiamo ricevuto nel battesimo e poi ancora nella Cresima, è venuto da noi per rimanere con noi, ma forse noi lo abbiamo dimenticato. Un giorno ho chiesto ad una ragazza che stava per ricevere la cresima: Dimmi un po’ lo Spirito santo è Dio? Non ha saputo rispondermi. Allora mi sono rivolto ad altre tre ragazzi lì presenti, ma nessuno di loro ha saputo rispondere. Come possiamo pretendere che agisca se neppure lo conosciamo, se non ci ricordiamo che lui è già dentro di noi? È lui che ha trasformato gli Apostoli, è lui che ha rinvigorito i martiri e guidato i Santi. Lui vuole ora lavorare per noi e con noi. Glielo proibiremo? Rimarremo chiusi nella nostra casa a guardare i nostri problemi o abbiamo il coraggio di aprirgli le porte?

Quindi sentirsi dire dal sacerdote “Pace a voi” vuol dire Fate esperienza della presenza di Cristo, della presenza dello Spirito Santo. È l’esperienza viva e personale di Gesù che può fare la differenza. Abbiamo bisogno di riconoscere che egli ci incontra, ci parla, ci ascolta nelle cose quotidiane. Dobbiamo affrontare i nostri problemi con la coscienza che lui è con noi, che attraverso di essi ci sta insegnando qualcosa o ci sta benedicendo. La vera pace può arrivare solo da lui.

Una volta che li ha ripristinati nelle loro forze dà loro una missione: “Andate e predicate”. Quando abbiamo raggiunto la pace non possiamo sederci credendo di aver finito il nostro compito. Egli ci dice “Andate”. Dobbiamo testimoniare la nostra fede se vogliamo che acquisti più senso e sia più duratura. Testimoniarla in famiglia e alle famiglie amiche, testimoniarla con le parole, con un sorriso, con il nostro esempio e il nostro modo di vivere.

Poi dice: “A coloro a cui rimetterete i peccati saranno rimessi”. Spesso però è difficile sentire questa pace dentro di noi perché sentiamo che non ci comportiamo come vorremmo, sentiamo il peso dei nostri errori e delle nostre debolezze. Gesù ci ha dato il Sacramento della confessione per ritornare a lui e ricevere quella grazia che vediamo sempre sfuggirci. Qualcuno potrebbe dire: Perché dobbiamo andare dal prete a confessarci? Solo Dio può rimettere i peccati. Naturalmente Dio è infinitamente più grande di noi e così pure il suo amore e il suo perdono, ma è stato lui stesso a creare il sacramento della confessione e a dargli la forza e l’autorità divina mandando lo Spirito Santo. Chi siamo noi per poter giudicare e cambiare ciò che Dio ha scelto?

Oggi è la domenica della misericordia Divina. Come Ges\ ha perdonato Tommaso per la sua incredulità e gli ha rinnovato la fiducia mandandolo assieme agli altri ad evangelizzare il mondo, così rinnova la sua fiducia in noi I nostri peccati, le nostre paure non sono un ostacolo, ma un materiale che la misericordia di Dio può trasformare in grazia.

Allora oggi sentiamo che Gesù entra in noi, ripristina la pace, attraverso lo Spirito Santo ci ridà forza e speranza, perdona tutti i peccati e le mancanze e ci rimanda nel mondo per essere testimoni del suo amore. Accettiamo con coraggio e generosità la sua missione.

 

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