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Noi scappiamo ma lui rimane

  Padre e figli, quanta pazienza.  (Lc 15,1-3; 11-32) Avete ascoltato un brano del Vangelo molto conosciuto. Normalmente chiamiamo questa storia, la parabola del figlio prodigo. Mettiamo al centro l’atteggiamento del ragazzo che se ne va dalla casa del Padre, che fa tanti errori ma che poi si pente e ritorna a casa. Infatti normalmente usiamo questo testo in occasione di liturgie penitenziali o in periodi coma la Quaresima dove la penitenza e la conversione sono il tema portante della liturgia. Il motivo per cui Gesù racconta questa storia, però, non è quello di convincere i peccatori a ritornare. Se avete fatto attenzione alle prime righe del Vangelo, si dice che Gesù stava parlando agli scribi e ai Farisei che si lamentavano del fatto che Gesù andava a mangiare con i peccatori. Quindi, eventualmente, la parabola dovrebbe avere come centro il secondo figlio, colui che è rimasto a casa, che ha continuato a lavorare, è stato fedele ai suoi doveri, ma che non ha amore per il...

E tu cosa peschi?

  La pesca miracolosa: cosa c’era dentro la rete? (Lc 5, 1-11 ) Il Vangelo di oggi parla della chiamata di Pietro. Non era una buona giornata per lui; aveva pescato tutta la notte senza risultati. Di solito, la mattina era il momento in cui vendeva il pesce, ma quel giorno non aveva nulla da vendere. La folla sulla spiaggia non era lì per lui, ma per Gesù. Pietro aveva incontrato Gesù qualche mese prima sulle rive del fiume Giordano, e Gesù gli aveva detto qualcosa di strano che lo aveva fatto riflettere: gli aveva cambiato il nome da Simone a Pietro. Cosa poteva significare? Questa era la seconda volta che Pietro incontrava Gesù. Gesù gli chiede di usare la sua barca come un pulpito per parlare alla folla. Nonostante la stanchezza, Pietro accetta di aiutarlo. Alla fine del discorso, Gesù ricompensa Pietro con una sfida: portare la barca al largo e gettare le reti per pescare. Tutto sembrava illogico: si pesca di notte, non di giorno; aveva già provato tutta la notte senza s...

La vera generosità

  Chi è più generoso? Oggi il vangelo ci presenta due parti fondamentali. La prima parte è un giudizio critico contro il modo di vivere degli scribi. La seconda parte, invece, è un invito a giudicare la realtà delle cose e la vita delle persone non basandosi sulle esteriorità, ma guardando al cuore e alle intenzioni che esse hanno. Gli scribi erano le persone istruite del tempo. Tra i pochi che sapevano leggere e scrivere, avevano accesso alle sacre scritture e spesso erano chiamati a darne l’interpretazione. Non erano tanto i maestri della legge (o i Farisei) a servirsi delle loro interpretazioni, quanto piuttosto i giudici, che richiedevano il loro parere su decisioni importanti della vita quotidiana. Gli scribi poi redigevano i documenti finali delle decisioni prese dalle autorità. Gesù li rimprovera perché, se da una parte mostravano di essere i primi a pregare, di essere persone fedeli alle tradizioni e alle pratiche religiose, ed importanti tanto da essere invitati ai b...

Perché è pericoloso essere ricchi?

 Ricchi o poveri? "L'incontro tra Gesù e il giovane ricco, raccontato nel Vangelo di Marco, ci pone di fronte a una domanda fondamentale: cosa significa davvero seguire Cristo? Il giovane, è sicuramente virtuoso e osservante della Legge. Fin da fanciullo ha messo in pratica i comandamenti. Ora vuole qualcosa di più e prende l’iniziativa di andare da Gesù. Si fida di Lui; si rivolge a Lui con una domanda sincera: "Cosa devo fare per ottenere la vita eterna?". Non ci sono dubbi che sia un giovane sincero e ben intenzionato. Gesù lo invita a vendere tutti i suoi beni e a seguirlo. La reazione del giovane è sorprendente: se ne va triste. Perché questa richiesta provoca così tanto turbamento? Gesù non sta chiedendo qualcosa di impossibile, ma sta invitando il giovane a fare una scelta radicale: mettere Dio al primo posto nella sua vita. Il giovane, però, è troppo attaccato ai suoi beni. Crede di poter guadagnarsi la salvezza con le proprie opere, senza affidarsi com...