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Cosa dobbiamo fare?

 Cosa dobbiamo fare? Domenica scorsa Giovanni ci invitava ad un cammino di conversione nel deserto. Oggi ci fornisce direttive più precise. Egli inizia a predicare a coloro che si avvicinano a lui per essere battezzati. La domanda che gli pongono dovrebbe essere anche la nostra: “Cosa dobbiamo fare?” Come possiamo cambiare vita? Troppo spesso pensiamo e parliamo bene ma viviamo male. Abbiamo detto che non dobbiamo farci bloccare dalle cose materiali, ma la religione non può essere solo spirituale , deve necessariamente tradursi in vita, altrimenti la conversione non è autentica.   Il vangelo ci presenta 3 gruppi di persone. Il primo gruppo è quello delle folle. Essi rappresentano la gente comune, tranquilla. Sono persone che vivono la loro quotidianità senza particolari problemi o entusiasmo, ma quando ascoltano il Vangelo provano un’inquietudine interiore. Anche noi alle volte ci chiediamo: Cosa mi succederebbe se prendessi sul serio ciò che il Vangelo mi dice? Gio...

Ma ne vale la pena?

 Gli ultimi saranno i primi Quando Gesù racconta una parabola, non vuole raccontarci semplicemente una storia, ma vuole parlarci di Dio e del nostro rapporto con Lui. Ecco perché, di solito, in ogni racconto ci sono degli elementi strani o esagerati che non si adattano bene al racconto stesso, ma descrivono bene ciò che Gesù vuole insegnarci. La parabola che abbiamo appena ascoltato ne è un buon esempio, e presenta un aspetto per noi molto difficile da accettare. Molti cristiani, e forse anche alcuni di noi, pensano che il padrone della vigna si sia comportato ingiustamente nei confronti dei lavoratori arrivati per primi, e forse ci sentiamo in diritto di rimproverargli di essere andato contro i più basilari principi di giustizia. Questo è importante perché quando riflettiamo sulla nostra vita e sulle tante cose che facciamo, potremmo chiederci: quale compenso ci darà Gesù alla fine? Utilizzerà giustizia? Che tipo di giustizia? Vogliamo in qualche modo stipulare un contratt...

Chi è il nostro Dio? Come rapportarci a Lui?

  La metaforfosi di Gesù o della nostra immagine di Dio.  A prima vista il miracolo di oggi sembra essere inutile. Prima di tutto nessuno ne riceve beneficio, non ci sono persone curate o resuscitate; inoltre Gesù porta con sé solo tre dei 12 apostoli e alla fine dice loro di non rivelare l'accaduto agli altri se non dopo la sua resurrezione. Allora, questo episodio a cosa serve?  Luca sottolinea chiaramente che Mosè ed Elia parlano a Gesù della sua discesa a Gerusalemme, dove sarà catturato e dovrà patire. Matteo non ne accenna, ma comunque pone il miracolo al centro di due annunci di Gesù riguardo alla sua discesa Gerusalemme e alla sua passione e morte. Allora verrebbe da pensare, come molti fanno, che questo miracolo sia utilizzato da Gesù per preparare i suoi Apostoli a questi fatti dolorosi e difficili così che in quel momento li sappiano affrontare con forza. Io non credo che questa sia la ragione del miracolo. Prima di tutto, se questa fosse una prepara...