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La vera dimora di Gesù e come arrivarci

  Una partenza che diventa migliore presenza Anno B (Mc 16:14’20) Due anni fa è morto il mio fratello maggiore, Piero. Per tutti noi è stato un duro colpo . Gli diagnosticarono un tumore al cervello e dopo un mese era già morto. Due mesi dopo è morta anche mia madre, il colpo è stato anche più duro. Per loro era giunta l'ora per salire in cielo, ma lasciavano un grande vuoto nella vita di tutti noi loro parenti e amici. Eppure, dopo aver celebrato entrambi i funerali, io ho sentito come una pace entrare in me. Spesso, ancora oggi, me li sento vicini tutti e due. Quando devo prendere una decisione mi chiedo: cosa mi ha insegnato mia mamma? Cosa farebbe mio fratello? e sento le loro risposte che mi permettono di decidere bene. Quando erano vivi li potevo sentire per telefono, ogni tanto, e parlare per un paio di minuti (mamma non aveva whatsapp), ora la tecnologia non serve più. Ora parliamo direttamente. Essi non sono morti, ma più vivi che mai e stanno al mio fianco in tutti i mo...

Chi è veramente vivo?

La vittoria sulla morte. Gesù questa domenica presenta se stesso come “La resurrezione e la vita”, aggiungendo che chi crede in lui non morirà in eterno. Eppure dopo duemila anni non abbiamo ancora incontrato alcuno che sia riuscito a vivere più di 100 anni. Questo ci fa capire che forse Gesù intende qualcosa di diverso con le parole “vita” ed “eterità”. La vita eterna che Gesù ci promette, non è quella dopo la morte, ma la vita piena che possiamo vivere già da adesso, che ci rende capaci di fare cose che durano, perché vere. Molte persone, anche se sono ancora tra noi, continuano a mangiare, a camminare e a parlare, ma sono già morte, almeno spiritualmente, perché la loro vita è vuota, attaccata a cose senza valore, alla ricerca di cose che deperiscono subito. Ci sono persone che hanno amici virtuali e non sanno amare chi vive con loro. Ci sono persone che nei social media dibattono sui grandi problemi del mondo a poi non sanno aiutare chi sta loro a fianco, non sanno vedere chi...

Per ascoltare, non solo sentire

Per ascoltare, non solo sentire (Gv 10,27-30) Il vangelo del giorno di Pasqua ci parlava del “vedere” come condizione per credere, e abbiamo capito che il vedere da solo non basta, deve essere vagliato dall’amore (Maddalena, Giovanni, Pietro). Poi la domenica successiva si è parlato di un altro gesto umano: il “toccare”; anch’esso, per diventare condizione del credere, deve essere fatto con amore (Tommaso). Oggi vogliamo riflettere su un terzo verbo: “Ascoltare”. Esso si differenzia dal semplice sentire. Quest’ultimo di solito avviene spontaneamente, ma quando è accompagnato dall’amore, allora si trasforma in “ascoltare”. Era successo alla Maddalena che aveva sentito tante voci e queste l’avevano disturbata, ma quando sente Gesù che la chiama per nome, lo riconosce. È il messaggio centrale del Vangelo di oggi: “ Le pecore ascoltano la mia voce e mi seguono ”. Se il vedere ci rende credenti e il toccare ci rende testimoni, l’ascoltare ci rende discepoli. Per gli Ebrei, il rapport...

Quanto costa la felicità?

  Quanto costa la felicità? (Mc 10,17-27)  Il Vangelo di oggi ci presenta una situazione che ci coinvolge tutti: cosa ricerchiamo nella vita? Ce lo presenta confrontando due persone: la prima è un uomo di cui non si descrive alcuna caratteristica particolare, eccetto il fatto che è ricco, un uomo qualsiasi e potrebbe essere ciascuno di noi; il secondo è Pietro che parla a nome dei discepoli e che rappresenta, forse, l'ideale a cui tutti noi dovremmo tendere.  Siamo di nuovo in viaggio. Nel Vangelo di Marco, tutti gli insegnamenti importanti di Gesù sono fatti durante un viaggio; per Lui è il viaggio verso Gerusalemme, per noi il viaggio della vita, il viaggio verso Dio. Mentre Gesù cammina, gli si avvicina una persona, una persona brava che fin da piccolo ha sempre messo in pratica tutti i comandamenti; potrebbe essere lui il nostro modello, però di questa persona si dice che gli manca qualcosa, non si sente felice, sente un vuoto; allora va da Gesù, perché lo ha rico...

La gioia della preparazione

  XXXII domenica anno A.   Le dieci ragazze   Mt 25,1-13 Domenica scorsa abbiamo parlato di santità, poi abbiamo celebrato la giornata di commemorazione dei defunti e siamo andati al cimitero a visitare i nostri cari. Forse avremo pensato al fatto che un giorno, quando Dio vorrà, anche noi li raggiungeremo. La morte arriva improvvisa, nessuno, normalmente ne conosce il tempo, ma se lo sapessimo, che messaggio manderemmo ai nostri cari prima di partire? Gesù, nella sua ultima settimana, trascorsa a Gerusalemme prima di essere catturato, si era reso conto che entro pochi giorni per Lui si sarebbe conclusa la sua vicenda terrena e sa che la sua morte creerà uno shock fortissimo nei suoi discepoli. Vuole prepararli perché in quel momento non abbiano a perdere la fede, allora che fa un lungo discorso chiamato il “discorso escatologico” . Potremmo dire che con questo discorso Gesù voglia aiutarci a comprendere la realtà della fine dei tempi o, almeno, della nostra fine person...

in morte di Don Giuseppe Vallauri

              S. Messa per le esequie di Don Giuseppe Gioacchino Vallauri fdp 1a lettura Sapienza 3,1-9 2a lettura Romani 8, 31-39  Vangelo Matteo 11,25-30 Siamo qui a celebrare un momento di lutto e di grazia. Lutto perché il caro Don Giuseppe ci ha lasciato, perché ha lasciato un vuoto tra noi che difficilmente sarà colmato, per la sua presenza silenziosa ma fedele, costante, laboriosa e il suo esempio impeccabile di come vivere una vita di consacrazione totale a Dio e al suo Regno. Ma è un momento di grazia perché se da una parte siamo qui per dare il saluto alle sue spoglie mortali, sappiamo però che lui è presente qui tra noi col suo spirito perché ora vive la pienezza di grazia assieme al Dio a cui ha consacrato tutta la vita e come crediamo che Dio è presente qui tra noi, anche don Giuseppe è presente. Questa è la fede Cristiana, questa è la fede sulla quale lui ha costruito tutta la sua vita. Allora il momento di grazia...

Com'è la vita eterna?

La moglie dei 7 fratelli e la risurrezione dei morti. Lc 20,27-38 L’enigma della morte è angosciante. Che risposta dare? L’uomo in sé non si rassegna alla vita che finisce, lui vuole trattenerla. Nella vita abbiamo tanti sogni, speranze, tante realizzazioni, ma poi tutto sembra interrompersi a causa della morte. La scienza e la tecnologia sono riuscite ad aumentare di molto la durata della vita e allora qualcuno si illude che si arriverà anche all’immortalità, ma sappiamo bene che questo non accadrà mai. L’uomo è l’unico degli animali che sa che la sua vita ha un inizio e una fine. Che senso ha continuare a far nascere delle persone per poi consegnarle irrimediabilmente alla morte? E che senso ha un Dio che crea l’uomo per la vita ma poi lo condanna alla morte? Questi sono interrogativi che hanno afflitto le persone di tutti i tempi e a cui le varie culture hanno dato risposte in modi diversi. Cosa pensavano gli Ebrei? Durante tutta l’epoca dell’Antico testamento la credenz...