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La vera Gloria

  Cos’è la vera gloria? (Gv. 13, 31-35) Che cos'è la vera gloria? Nel Vangelo di Giovanni, Gesù pronuncia una frase sorprendente: “ Ora il Figlio dell’uomo è glorificato ”. Lo dice proprio nel momento in cui Giuda lascia la stanza per tradirlo. Ma com’è possibile parlare di gloria quando tutto sembra andare verso un tradimento? La gloria non deriva dal tradimento in sé, ma dal modo in cui Gesù sceglie di affrontarlo. Avrebbe potuto fermare Giuda, convincerlo a cambiare idea, oppure metterlo in guardia davanti agli altri discepoli. Invece, lo lascia andare, accettando ciò che sta per accadere. Ed è proprio a partire da questo evento che introduce un tema fondamentale: il comandamento dell’amore. Prima o poi, tutti noi ci troviamo di fronte a ingiustizie, tradimenti, persone che ci feriscono o si schierano contro di noi. La domanda è: come reagiamo? Gesù ha perdonato Giuda. Non solo: ha saputo del tradimento prima ancora che i discepoli si riunissero per la cena, eppure ha acc...

Misericordia o ipocrisia?

  L'adultera o meglio l'eterna lotta tra l'ipocrisia e la misericordia. (Gv. 8,1-11) Normalmente chiamiamo questo brano l'episodio dell'adultera, riferendosi alla donna che Gesù salva. Io lo chiamerei la lotta tra la misericordia e l'ipocrisia. L'adulterio era considerato uno dei peccati più gravi perché rompeva la famiglia. Di solito la donna era considerata colpevole e veniva cacciata dal marito. Questo, oltre che danneggiare la sua famiglia, gettava anche disonore sulla famiglia di origine, e quindi spesso la donna non poteva tornare neppure da loro. Allora essa finiva in mezzo alla strada a mendicare o a prostituirsi. Nella mente delle persone, la colpa era tutta della donna, l'uomo era solo vittima della sua magia di adescatrice, mentalità purtroppo ancora molto viva in tante parti del mondo. Questa era un’infrazione grave in una società fortemente basata sulla famiglia e sui clan, allora, qualcuno più rigoroso nell'osservanza della legge, ...

Noi scappiamo ma lui rimane

  Padre e figli, quanta pazienza.  (Lc 15,1-3; 11-32) Avete ascoltato un brano del Vangelo molto conosciuto. Normalmente chiamiamo questa storia, la parabola del figlio prodigo. Mettiamo al centro l’atteggiamento del ragazzo che se ne va dalla casa del Padre, che fa tanti errori ma che poi si pente e ritorna a casa. Infatti normalmente usiamo questo testo in occasione di liturgie penitenziali o in periodi coma la Quaresima dove la penitenza e la conversione sono il tema portante della liturgia. Il motivo per cui Gesù racconta questa storia, però, non è quello di convincere i peccatori a ritornare. Se avete fatto attenzione alle prime righe del Vangelo, si dice che Gesù stava parlando agli scribi e ai Farisei che si lamentavano del fatto che Gesù andava a mangiare con i peccatori. Quindi, eventualmente, la parabola dovrebbe avere come centro il secondo figlio, colui che è rimasto a casa, che ha continuato a lavorare, è stato fedele ai suoi doveri, ma che non ha amore per il...

Ma chi me lo fa fare?

  Amate i vostri nemici! Chi me lo fa fare? (Lc 6,27-38) Domenica scorsa abbiamo parlato delle Beatitudini e detto che per instaurare un rapporto profondo con Dio dobbiamo spogliarci di tutte quelle strutture materiali che ci danno una falsa idea di sicurezza. Dio si prende cura di noi, se noi glielo permettiamo. Lo stesso avviene anche nelle relazioni tra le persone. Noi pensiamo che l'amore sia qualcosa che ci arricchisce ed è così, ma per fare spazio a questo tesoro dobbiamo prima svuotare il nostro cuore. Spesso sentiamo dire: Ma dove andremo a finire se continua così; tutto va male; dappertutto ci sono guerre; sui giornali si sente parlare in continuazione di uccisioni, incidenti, eccetera. Forse anche noi pensiamo nello stesso modo. Sembra che il mondo stia dimenticando tutti quei valori che però stanno in fondo al nostro cuore e vorremmo si realizzassero, però sarà mai possibile? Quando poi capita che per un motivo od un altro litighiamo con qualcuno allora il n...

Contro l'ipocrisia c'è solo la misericordia

  Solo la misericordia può sconfiggere l’ipocrisia (Fil 3,8-14.   Gv 8,1-11)  La liturgia di oggi ci propone una bella frase di San Paolo: “ Tutto io ritengo una perdita di fronte alla conoscenza di Cristo ”. Questa frase trova un commento pratico nel vangelo di oggi. Qual è la differenza tra la scienza dei Farisei, esperti della legge, e quella di Gesù? Uno che ha tutta la scienza del mondo, è un esperto in legge, di fronte al caso che è stato presentato a Gesù di una donna che ha infranto la legge e portato disonore alla sua famiglia cosa decide? Io credo che la condannerebbe senza esitazione. La legge parla chiaro: chi è colto in flagrante adulterio deve essere lapidato.   Gesù, invece, ha il coraggio di oltrepassare la legge e tutta la conoscenza che queste persone avevano della vicenda, e prende in considerazione un aspetto che nessun esperto umano può riuscire ad accettare: Dio non condanna nessuno, ma vuole salvare tutti. San Paolo, che di origine e di fo...

Nostalgia di senso

  Dove si trova la soddisfazione? (Lc 15) Domenica scorsa il vangelo ci aveva fatto capire che ogni nostro errore o peccato contribuisce ad accrescere il male del mondo e irrimediabilmente ha degli strascichi che vanno al di là di quello che pensiamo, causando la sofferenza per molte persone che direttamente non centrano. Però il testo si era concluso con un messaggio positivo: Dio c’è e non ci abbandona e Gesù con il suo amore incondizionato e la sua morte in croce ha riaperto la porta della speranza facendoci capire che il male può essere estirpato. Il vangelo di oggi riprende lo stesso argomento per spiegarci come si può vincere il male, e lo fa mostrandoci il vero volto del Padre. La parabola che abbiamo ascoltato era stata raccontata da Gesù ai Farisei per rimproverarli del loro atteggiamento. Credevano di potersi mettere al posto di Dio e condannare e punire i peccatori e pretendevano che anche Gesù facesse lo stesso nel nome di Dio. In quell'occasione Gesù racconta tre ...

A Dio interessano le persone, non le azioni.

  A Dio interessano le persone, non le cose. (Lc 6, 27-38) Il Vangelo di oggi è il continuato di quello di domenica scorsa. Se vi ricordate esso finiva definendo beati coloro che sono perseguitati. Quando questo avviene ci sorge spontanea la domanda: come dobbiamo comportarci? La cosa più spontanea che ci viene in mente è quella di ripagare con la stessa moneta. Di fronte all’ingiustizia, dobbiamo lasciarci guidare dall’istinto o agire in modo diverso? La risposta di Gesù è articolata in tre paragrafi, cioè tre passi che segnano il nostro avvicinamento a quell’ideale che è vivere come Gesù ha vissuto. Il primo paragrafo porta alcune frasi che, prese in sé, sono assurde, inconcepibili per chi ragiona solo da un punto di vista umano. Esse sono caratterizzate da 4 verbi: Amare, fare del bene, benedire e pregare . Sono verbi forti che descrivono un’azione esattamente opposta a quella fatta dalle persone che abbiamo di fronte a noi. Per comprendere il perché di questa contraddizione...

Hai messo il dito nella piaga?

  Domenica della Divina Misericordia    Gv 20,19-31 Il celebre filosofo Wittgenstein spiegava ai suoi allievi: “Qual è il compito della filosofia? Indicare alla mosca la via d’uscita dalla bottiglia”. Molto spesso noi ci troviamo in situazioni simili a quella della mosca, ci troviamo imprigionati da cose, situazioni ed emozioni che non comprendiamo bene, ma che ci impediscono di agire. Magari ci troviamo lì perché ci aveva attratti un po’ di dolce, qualcosa dal buon profumo, ma ora non riusciamo più ad uscirne. Attraverso il vetro vediamo la realtà esterna, la libertà, e ci gettiamo verso di essa, ma finiamo solo per sbattere la testa contro il vetro. Chi ci può indicare la via corretta per uscire dai legami della fragilità tipici della nostra natura umana? Il Risorto. Nel vangelo di oggi vediamo che anche i discepoli hanno vissuto questa esperienza quando, dopo la morte di Gesù, sono rimasti chiusi dentro il Cenacolo e non sapevano più come uscirne. Il brano letto c...