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Gesù ci guarisce: da cosa?

Gesù il guaritore. Mc 1,29-39 Il vangelo di oggi ci presenta la seconda parte della “giornata tipica” di Gesù; domenica scorsa avevamo visto l’importanza della preghiera e della predicazione, oggi quella delle guarigioni. All’uscita dalla sinagoga Gesù si reca subito alla casa di Pietro. La sinagoga e la casa sono tenute insieme dal ministero di Gesù: la sinagoga, il luogo della vita spirituale e la casa, il luogo della vita ordinaria. Ciò che è avvenuto nella sinagoga, nel contesto della preghiera e dell’ascolto della Parola, immediatamente produce frutti per la quotidianità della vita. Il passaggio dalla sinagoga alla casa, non è solo indice del rapporto tra vita spirituale e vita pratica, ma rappresenta anche il passaggio dall’Antico Testamento, cioè dalla religione basata su riti e norme, al Nuovo Testamento, cioè a una religione dove Dio lo dobbiamo incontrare in ogni momento, luogo o attività. Ma Dio come si presenta a noi nella quotidianità? Nella narrazione troviamo una...

Apriti: cosa dobbiamo aprire?

Il Vangelo di oggi ci presenta un miracolo che sembrerebbe uno dei tanti, fatto per aiutare una persona bisognosa; invece esso ha un profondo significato simbolico da non trascurare. Siamo ancora in territorio pagano, la decapoli. Prima di rientrare in patria deve chiarire una cosa. Gli portano un uomo sordo e incapace di parlare o meglio balbuziente, situazione che conosciamo in tante persone che proprio perché non ci sentono non riescono a formulare suoni coordinati. Il riferimento è al profeta Isaia e a molte altre citazioni di profeti dove si dice che il popolo di Israele è in esilio (territorio pagano) perché non ha ascoltato la Parola del Signore e come persona che balbetta non sa più invocare il suo nome. La persona che Gesù ha lì di fronte da curare è il popolo di Israele. Gesù ha predicato e fatto miracoli ma si è scontrato con gente incapace di ascoltare la sua parola: alcuni lo osteggiavano come gli Scribi e i Farisei, altri solo alla ricerca dei vantaggi risultanti...

Si dice: "in cosa" o "in Chi" crediamo?

Lc 7:1-10   La guarigione del servo del Centurione Nel Vangelo c’è un aspetto curioso: ci sono due miracoli fatti a distanza, entrambi a pagani (la figlia della cananea e il servo del centurione) ed in entrambi i casi si dice chiaramente che sono fatti perché la fede di queste persone è maggiore di quella di tanti credenti. Noi spesso confondiamo la fede con altre cose; ad esempio qualcuno dice: ho fede perché prego, perché vado a messa; qualcun altro dice ci credo, infatti quello che hai detto ha senso, mi sembra giusto. Quindi c’è il pericolo di scambiare la fede o per le pratiche esterne che facciamo o per il gusto interno che abbiamo.  Nel Vangelo, invece, la fede è una cosa che riguarda sempre la parola di Cristo, il sapere che essa è efficace: “di’ una parola e il mio servo sarà guarito”. Si crede nell’efficacia della parola perché si crede nella potenza di chi parla, indipendentemente da quel che dice. Un secondo aspetto di questo passo evangelico è che la parola...