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Chi è il nostro Dio? Come rapportarci a Lui?

  La metaforfosi di Gesù o della nostra immagine di Dio.  A prima vista il miracolo di oggi sembra essere inutile. Prima di tutto nessuno ne riceve beneficio, non ci sono persone curate o resuscitate; inoltre Gesù porta con sé solo tre dei 12 apostoli e alla fine dice loro di non rivelare l'accaduto agli altri se non dopo la sua resurrezione. Allora, questo episodio a cosa serve?  Luca sottolinea chiaramente che Mosè ed Elia parlano a Gesù della sua discesa a Gerusalemme, dove sarà catturato e dovrà patire. Matteo non ne accenna, ma comunque pone il miracolo al centro di due annunci di Gesù riguardo alla sua discesa Gerusalemme e alla sua passione e morte. Allora verrebbe da pensare, come molti fanno, che questo miracolo sia utilizzato da Gesù per preparare i suoi Apostoli a questi fatti dolorosi e difficili così che in quel momento li sappiano affrontare con forza. Io non credo che questa sia la ragione del miracolo. Prima di tutto, se questa fosse una prepara...

La tentazione di un Gesù solo umano o di un Dio che non si fa uomo.

  La tentazione di un Gesù solo umano o di un Dio che non si fa uomo.     Mc 8,27-35 Nei vangeli, specialmente in quello di Marco, abbiamo un fatto particolare: dopo i miracoli Gesù intima ai beneficiari, di non dirlo a nessuno, ma ogni volta essi vanno a fare grande pubblicità. Perché questa strana richiesta di Gesù? Si stava creando un’immagine di Lui come Messia che era diversa da quella vera, quella che Lui voleva dare e che appare nella sua predicazione. La gente ricercava l’uomo dei miracoli, l’uomo di successo dalle soluzioni facili, un condottiero capace di guidare il popolo alla riscossa contro gli invasori e gli infedeli. Lui, invece, ci vuole presentare un Messia servo, umile, costruttore di pace, predicatore del perdono. Il vangelo di oggi affronta proprio questo argomento. Gesù chiede ai suoi discepoli: “ La gente, cosa pensa di me? ”. Le risposte sono varie, ma a Gesù veramente non interessano. La sua domanda era solo un pretesto per introdurre un...

Abbiamo paura di Dio?

  Amministratori dei beni di Dio (Mt 25, 14-30) Domenica scorsa avevamo iniziato una riflessione sul “fine”, cioè sullo scopo della nostra vita. Quando il Signore ci chiamerà a sé, potremo dire di aver vissuto in modo da soddisfare la vocazione che Lui ci ha dato? La riflessione era iniziata attraverso la parabola delle dieci ragazze invitate a nozze. Oggi Gesù ce ne racconta una un’altra, quella dei Talenti. Come vi ho spiegato varie volte, in questi racconti, non bisogna cercare la logica dei fatti in sé, ma la logica rappresentativa, cioè vedere che i fatti hanno senso se compresi nella realtà che vogliono significare. Faccio un esempio partendo dalla parabola di domenica scorsa: un lettore esterno che legge la storia in sé potrebbe commentare: ma perché le 5 ragazze sagge si sono rifiutate di condividere l’olio con le stolte, e poi perché lo sposo una volta entrato chiude la porta e lascia fuori le altre cinque? Dopo tutto è stato lui ad arrivare in ritardo, è colpa sua...