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Cristiani al 100%

Cristiani, ma davvero! Ma è difficile? Cosa ci rende veramente cristiani? Noi vorremmo rispondere l'essere battezzati, l'essere cresciuti in un ambiente cristiano, l'essere stati formati col catechismo e coi sacramenti. Se così fosse, allora potremmo dire, come le statistiche dicono, che il 90% delle persone in Italia, nelle Filippine e il 20% delle persone nel mondo sono cristiani, ma sono tutti essi veramente cristiani? Possiamo dire che siano veramente seguaci di Cristo tutte le persone che sono state battezzate? Gesù oggi nel Vangelo pone dei parametri diversi. C'era una persona che non era un discepolo di Gesù, quindi non era un cristiano, però faceva del bene. Gli apostoli vogliono impedirglielo perché non è uno di loro; per loro l'etichetta, il tesserino, sono più importanti. Per Gesù ciò che è importante è vivere l'insegnamento del Padre. Questa persona fa del bene, non impediteglielo perché è il suo modo di essere cristiano, anche se non è battezzato...

Siamo testimoni coerenti?

 Testimoni coerenti (Mc 6, 7-13) Il Vangelo di oggi racconta di Gesù che invia i suoi discepoli, un momento significativo nel loro percorso formativo. Sebbene lo scopo dell’invio dei discepoli non sia esplicitamente chiaro nel racconto di Marco, gli altri evangelisti forniscono qualche dettaglio che ci aiuta a comprendere le ragioni profonde di questa missione. Innanzitutto, è importante riconoscere che uno dei principali scopi per cui Gesù ha inviato i discepoli avanti a sé era preparare le persone per il suo arrivo, per incontrarlo personalmente. I discepoli erano come araldi, annunciando la venuta del Re e preparando i cuori delle persone per il Suo messaggio e la Sua presenza. In secondo luogo, Gesù voleva che i discepoli mettessero in pratica ciò che avevano appreso da Lui. Fino a quel momento, la loro esperienza era stata principalmente didattica: ascoltare i Suoi insegnamenti, assistere ai Suoi miracoli e assorbire la Sua saggezza. Tuttavia, la vita e la fede non posso...

E' Natale, e ora?

Il vero Natale. Siamo arrivati, è Natale. Adesso io dovrei presentarvi la bella e romantica immagine di Maria Giuseppe e Gesù nella capanna di Betlemme e con voi condividere qualche nostalgica memoria dei natali passati. Invece no! La liturgia ha riservato quella immagine per la Messa della notte, ma ora che si è fatto giorno, e i ricordi romantici sono passati, vuole che facciamo una riflessione seria, teologica del perché di tutto questo. Il Vangelo di Giovanni è complicato e di sicuro mentre il prete lo stava leggendo la vostra attenzione si è spostata su qualcosa di più concreto, aspettando che la lettura finisca e il prete cominci con la sua omelia. Eppure, cosa c’è di più concreto che un bambino che nasce e da subito viene rigettato e perseguitato? Cosa c’è di più concreto di una famiglia povera che deve affrontare la povertà e i pericoli per proteggere la vita del loro figlio? Se non fosse che sappiamo già chi è questo bambino e come andrà a finire la sua storia, scarterem...