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Visualizzazione dei post con l'etichetta vocazione

E tu cosa peschi?

  La pesca miracolosa: cosa c’era dentro la rete? (Lc 5, 1-11 ) Il Vangelo di oggi parla della chiamata di Pietro. Non era una buona giornata per lui; aveva pescato tutta la notte senza risultati. Di solito, la mattina era il momento in cui vendeva il pesce, ma quel giorno non aveva nulla da vendere. La folla sulla spiaggia non era lì per lui, ma per Gesù. Pietro aveva incontrato Gesù qualche mese prima sulle rive del fiume Giordano, e Gesù gli aveva detto qualcosa di strano che lo aveva fatto riflettere: gli aveva cambiato il nome da Simone a Pietro. Cosa poteva significare? Questa era la seconda volta che Pietro incontrava Gesù. Gesù gli chiede di usare la sua barca come un pulpito per parlare alla folla. Nonostante la stanchezza, Pietro accetta di aiutarlo. Alla fine del discorso, Gesù ricompensa Pietro con una sfida: portare la barca al largo e gettare le reti per pescare. Tutto sembrava illogico: si pesca di notte, non di giorno; aveva già provato tutta la notte senza s...

Un pastore "Bello e buono"

  Domenica del Buon Pastore Oggi celebriamo la Domenica del Buon Pastore, e anche la Giornata di Preghiera per le Vocazioni. In questa occasione speciale, il Papa ci invita a riflettere su un tema molto importante: Chiamati a seminare semi di speranza e a costruire pace. Nel Vangelo di oggi, Gesù si definisce "il Buon Pastore". Un pastore che non si limita a guidare il gregge, ma che se ne prende cura con amore, dedizione e protezione. Il termine greco usato dal vangelo, non è “Pastore buono”, ma “Pastore bello”. Chiaramente non si parla di bellezza fisica. La sua vita, i suoi pensieri e le sue azioni sono "belli", non solo nell'aspetto esteriore, ma nel senso più profondo: sono un'espressione di amore autentico, di servizio disinteressato e di totale dedizione al bene degli altri. Essi sono qualcosa di attraente che ci spinge ad essere come lui. Cosa rende Gesù un Pastore così speciale? Il suo amore : Gesù ama le sue pecore con un amore immenso e inc...

Alle sorgenti della gioia

Alle sorgenti della gioia: Renew the vows, renew the joy  Questa omelia è stata fatta in occasione del rinnovo dei voti di due Piccole suore Missionarie della Carità. Quando io sono entrato il noviziato, una delle prime cose che il maestro ci chiese fu: Sei felice?   Noi ci aspettavamo una lezione sulla vita religiosa, sulla vocazione, sul sacrificio, sull’impegnarci, lui, invece ci chiese se eravamo felici. Noi abbiamo risposto di sì, ma lui si è reso conto che eravamo confusi e perplessi, allora ha aggiunto: se non lo siete, allora cosa siete venuti a fare? E più ancora perché rimanete? Noi pensavamo che volesse farci un discorso sulla santità e sugli sforzi da fare per conquistarla, mentre lui ci parlava di felicità. Ci chiedeva di essere coscienti di cosa succedeva attorno a noi e dentro di noi. Spesso noi confondiamo la gioia con il trovarci bene, con l’avere tutto quello di cui abbiamo bisogno, con l’assenza di problemi importanti, e se così fosse non si può essere f...

Chiamati con uno scopo

Non è un lavoro, ma una missione (Mt 9,36-10,8) Il vangelo di oggi è composto da tre parti distinte, ma collegate tra loro. La prima è l'invito a pregare per le vocazioni, cioè per le persone che dedicano la loro vita al servizio del Regno di Dio. A questo proposito Gesù non dice di pregare perché tante persone abbiano il coraggio o il desiderio di lavorare per Dio, ma dice “Pregate il Signore che mandi operai”. La vocazione è prima di tutto una chiamata di Dio. Non è qualcosa che possiamo scegliere da soli come faremmo con qualsiasi altra carriera in vita, ma è Lui che chiama. Potreste chiedermi cosa questo significhi esattamente, che differenza faccia. Ebbene, la differenza è che se l'iniziativa è tua, allora puoi decidere tu cosa fare, come farlo e fino a quando. Ma se l'iniziativa è di Dio, allora possiamo accettarla o no, ma una volta che l’abbiamo accettata, tutte le decisioni appartengono a Lui. Un altro aspetto è che nessuno può rivendicare per sé il diritto di ...

Esercizi 3, la vocazione

  La Vocazione Abbiamo riflettuto su tre personaggi emblematici dell’Antico Testamento e due del Nuovo Testamento. Spero che questo vi abbia fatto venire la voglia di mettervi con coraggio nelle mani di Dio. Nasce quindi il discorso della Vocazione.  Quando parliamo di vocazione nasce spontanea una domanda: Io scelgo di fare qualcosa per Dio? Qualcosa che mi piace, mi soddisfa e che io offro a Dio? Oppure è lui che chiama, Lui sceglie e io mi metto semplicemente a sua disposizione? Vocazione vuol dire chiamata. Quando uno ci chiama, noi lasciamo tutto e andiamo ad ascoltare cosa vuole. La chiamata esige, quindi, prima di tutto un cambio di vita. Ci portiamo dietro la nostra personalità, ma cambiamo le priorità. Lo stile si deve purificare per adattarsi al fine. Cambiando il fine o le priorità, cambia il modo di vedere le cose che non è più dettato dalla mia opinione, ma dal desiderio di chi mi manda. Cambia anche il modo di verificare la riuscita del mio lavoro, perch...

Per ascoltare, non solo sentire

Per ascoltare, non solo sentire (Gv 10,27-30) Il vangelo del giorno di Pasqua ci parlava del “vedere” come condizione per credere, e abbiamo capito che il vedere da solo non basta, deve essere vagliato dall’amore (Maddalena, Giovanni, Pietro). Poi la domenica successiva si è parlato di un altro gesto umano: il “toccare”; anch’esso, per diventare condizione del credere, deve essere fatto con amore (Tommaso). Oggi vogliamo riflettere su un terzo verbo: “Ascoltare”. Esso si differenzia dal semplice sentire. Quest’ultimo di solito avviene spontaneamente, ma quando è accompagnato dall’amore, allora si trasforma in “ascoltare”. Era successo alla Maddalena che aveva sentito tante voci e queste l’avevano disturbata, ma quando sente Gesù che la chiama per nome, lo riconosce. È il messaggio centrale del Vangelo di oggi: “ Le pecore ascoltano la mia voce e mi seguono ”. Se il vedere ci rende credenti e il toccare ci rende testimoni, l’ascoltare ci rende discepoli. Per gli Ebrei, il rapport...