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Quaresima: via a Cristo

  Per una Quaresima fruttuosa. Ogni anno trascorriamo 40 giorni per prepararci alla grande festa della Pasqua. Chiamiamo quei giorni “Quaresima”. Li conosciamo bene. Cosa facciamo soprattutto in quei giorni? Cerchiamo di fare qualche sacrificio come ad esempio rinunciare alla carne il venerdì, smettere di bere alcolici o birra, o di fumare o di mangiare dolci. Questo è buono e utile. Ma perché dovremmo farlo? E soprattutto, perché dopo Pasqua dovremmo ricominciare a bere o fumare o mangiare troppo? Ha senso questo sacrificio? Come abbiamo detto la Quaresima è la preparazione al grande evento della Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, quindi per comprendere il vero significato della Quaresima dobbiamo guardare a quegli eventi. Essi rappresentano qualcosa di molto più grande del semplice fatto che è accaduto. Non si tratta di qualcuno che è morto, ma di qualcuno che è morto per me, per liberarmi dalla schiavitù dei miei peccati e delle mie cattive abitudini, e ha realme...

Assunta in cielo: perché Lei sì e noi no?

Assunzione di Maria in cielo . Lc 1,39-56 E Maria si diresse in fretta verso la montagna verso la casa di Elisabetta sua parente. Maria assunta in cielo: Che senso ha questa festa? Perché dobbiamo celebrare qualcosa che è avvenuto a Maria, e di cui il Vangelo non parla? Queste sono alcune delle domande che forse i nostri amici ci fanno e alle quali non sappiamo dare risposta. Per noi cristiani, celebrare l’Assunzione della Vergine Maria in cielo è celebrare il nostro futuro. Noi sappiamo che alla fine dei giorni tutti avremo la stessa sorte di Maria, andremo ad abitare con Gesù in cielo, con anima e corpo. Ma perché Maria ha avuto questa grazia subito e non ha dovuto aspettare la fine del mondo come tutti noi? Perché lei ha saputo vivere in completa unione con suo figlio, evitando il peccato. Ben sapete che è a causa del peccato che il mondo è stato rovinato; è a causa del peccato che nel mondo è entrata la sofferenza e la morte. Tutti condividiamo questa sorte, anche gli...

Camminiamo con Maria in visita a Elisabetta

La Visita di Maria a Elisabetta Una cosa che colpisce nella vita di Maria è che in una società come quella di Israele di duemila anni fa in cui le donne erano relegate a stare in casa, occuparsi solo delle faccende domestiche, limitarsi ad andare al pozzo a prendere l’acqua e poche piccole faccende domestiche, Maria risulta invece essere sempre in movimento. Dato che i vangeli non sono stati scritti da autori moderni poco esperti di quella mentalità, ma da persone che vivevano in quel tempo e in quella società, questo ci fa capire che esistevano delle eccezioni alle regole, ma sappiamo anche che chi faceva eccezione si esponeva a critiche molto dure da parte degli ortodossi della religione. In questo continuo movimento di Maria c’è un messaggio per tutti noi: la carità non sa stare ferma. Mi vengono in mente le parole di Don Orione riguardo a sua madre che lui descrive come donna sempre in movimento dal mattino presto sino a sera tardi, “come fuso che si muove nel telaio, donna...

Solo la carità salverà il mondo

Incontro con i dirigenti dell’Ospedale Don Orione di Araguaina 27/09/2017 Carissimi amici e collaboratori è una gioia per noi essere qui e vedere direttamente un’opera di cui si è parlato tanto nel mondo orionino, cioè questo ospedale. Fu un’opera voluta dalla congregazione come monumento alla carità perché come don Orione sempre ripeteva “Solo la carità salverà il mondo”. Ci troviamo di fronte a una realtà che la società di oggi non può capire perché guarda solo da un punto di vista umano e non c’è nulla di umano nella carità. La società di oggi crede che la soluzione di tutti i problemi sia nell’avere denaro ma finora si è visto che la ricchezza ha creato solo maggior povertà, noi predichiamo solidarietà che è amore. La società crede che la soluzione dei problemi stia nel potere, ma vediamo che troppo spesso il potere ha creato corruzione e oppressione, noi predichiamo servizio. La società crede che la gioia sia nella soddisfazione di tutti i nostri desideri, ma vedia...

San Luigi Gonzaga e Don Orione: cosa li unisce?

Nel preparare quello che dovevo dire oggi guardavo ad alcuni fatti della vita di San Luigi e mi sono trovato a riflettere su l  fatto che  lui, ancora giovane, e con una possibile carriera ( in occasione della sua morte il generale dei Gesuiti disse: “ Io non pensai mai che dovesse morire di quella infermit à , perch é ritenevo per certo che Dio Nostro Signore l ’ avesse chiamato alla Compagnia di Ges ù per dargli a suo tempo il governo di lei, per suo gran bene ” ) , accetta di mettere tutto a rischi o  per andare ad aiutare gli ammalati di tifo e di peste, epidemia scoppiata a Roma in quel tempo. Mentre leggevo, pensavo: non sarebbe stato più logico rimanere chiuso in casa ,  dedicarsi allo studio e ,  per quanto riguarda i malati ,  limitarsi a pregare senza porre in pericolo la sua vita? Perché porsi sulle spalle un appestato che poi lo ha contaminato, e non limitarsi ad aiutare i malati guaribili? Noi oggi faremmo così. Noi siamo abituati   a p...