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Né fanatici né pecoroni

 Né Fanatici né pecoroni Quello di oggi è un brano corto ma carico di significato. Gesù si trova nel territorio della Decapoli, una zona pagana con forte influenza della cultura Greca. Gli portano una persona sordomuta. Il sordo è colui che non ha la capacità di sentire. Gesù è venuto ad annunciare il Regno di Dio, ma quelle persone non possono sentirlo. Il muto, invece, ò colui che non può parlare, cioè non può annunciare la presenza di Dio, come dovrebbero fare tutti i discepoli. Gesù lo cura, cioè con la sua presenza e la sua misericordia dà anche a loro la possibilità di diventare suoi discepoli.   Noi, che siamo i discepoli di Gesù, siamo invitati ad ascoltare la Parola di Dio che parla a noi in tanti modi, e a trasformarla in vita, azione. Noi siamo chiamati a conformare la nostra vita agli insegnamenti di Gesù e a testimoniare, a chi ci sta attorno, la verità del Vangelo. Noi siamo coscienti di tale missione, ma ci sono molti ostacoli che ci impediscono di agire c...

Solo l'amore salverà il mondo

Al Cuore del Cristianesimo (Gv. 3,14-21) Oggi, il Vangelo ci offre una frase che racchiude l'essenza della nostra fede: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna". Questo era un modo completamente nuovo di presentare il rapporto che ogni buon Ebreo doveva avere con Dio, e di sicuro Nicodemo, nell’ascoltare le parole di Gesù deve essersi senti piuttosto a disagio. Purtroppo, ancora oggi, come ai tempi di Gesù, la religiosità di molti è ancora basata sul sistema "premio-castigo" tipico dell’Antico Testamento: se ti comporti bene, Dio ti premia; se ti comporti male, Dio ti punisce. Ma questo è totalmente diverso dagli insegnamenti di Gesù, che è venuto a predicare l'amore incondizionato di Dio. Durante i tre anni di predicazione, Gesù, non solo non ha mai punito i peccatori, ma li ha avvicinati, ascoltati, aiutati a cambiare, e alla fine ha dato la sua vita per salvarli...

Esercizi 6, i voti

 I voti   Inizio con una provocazione di Papa Francesco: “ Allora ci chiediamo: da chi ci lasciamo principalmente muovere: dallo Spirito Santo o dallo spirito del mondo? È una domanda su cui tutti dobbiamo misurarci, soprattutto noi consacrati. Mentre lo Spirito porta a riconoscere Dio nella piccolezza e nella fragilità di un bambino, noi a volte rischiamo di pensare alla nostra consacrazione in termini di risultati, di traguardi, di successo: ci muoviamo alla ricerca di spazi, di visibilità, di numeri: è una tentazione. Lo Spirito invece non chiede questo. Desidera che coltiviamo la fedeltà quotidiana, docili alle piccole cose che ci sono state affidate. ” (Francesco 2 febbraio 22) Pensare alla vita religiosa in termini di comodità, sicurezza, e peggio ancora, di carriera sarebbe un errore grandissimo, eppure molti cadono in questo errore. Giovanni Paolo II nel famoso documento Vita Consecrata , che resta il documento base di ogni studio e riflessione sulla vita religiosa...