Potere o obbedienza?


La terza tentazione e il voto di obbedienza.

Mt 4: 8-10 "Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto". ".
Ora il diavolo tenta Gesù promettendogli autorità su tutti i regni della terra. Gesù era venuto proprio per questa ragione: riunire tutti i regni, quindi questa è una tentazione messianica. Ef 1: 9-10 "… poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. ". Quindi il punto è: Gesù dovrebbe conseguire questo risultato nel modo semplice del diavolo o nella via difficile di Dio?
Il potere dato dal diavolo è umano perché non è connesso con la volontà del cielo. Quanto può rimanere? L'autorità sulla terra è valida e duratura solo se è connessa con quella del cielo.
Gesù e il diavolo sono su un'alta montagna. Gesù il "Raccoglitore" e il diavolo colui che disperde. Gesù sarà di nuovo su una montagna in Mt 28:18 e lì dirà: "ora mi è stata data ogni autorità". È l'autorità del Signore risorto, ma la risurrezione passa attraverso la croce. Lì raduna davvero tutte le nazioni: “ "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" Questo diceva per indicare di qual morte doveva morire.." (Gv 12: 32-33).
C'è un passaggio interessante collegato a questo: l'episodio di Gesù e Barabba. Barabba era un ribelle politico, quindi per la gente sarebbe un po' come un piccolo Messia (uno terreno, ovviamente). Barabba significa "figlio del Padre". È un tipico titolo messianico. Ora le persone sono chiamate a scegliere tra due Messia: quello terreno e quello reale, e scelgono la terra. Ogni giorno scegliamo il potere umano, il successo piuttosto che il servizio e l'umiltà. Comprendiamo veramente Gesù? Lo conosciamo davvero? Il diavolo ci tenta in piccole cose. Non è così stupido da suggerirci di scegliere il male, ma ci suggerisce di scegliere l'unica scelta ragionevole, l'ovvia, e che riuscirà facilmente.
Abbiamo anche l'episodio della professione di fede di Pietro. Dopo aver detto a Gesù cosa pensa la gente, Pietro professa la divinità di Gesù (vedere Mt 16,16). Non appena Gesù spiega che cosa significa "essere il Messia", che include la morte sulla croce, Pietro esclama: "Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai"(Mt 16,22). Ecco perché Gesù lo rimprovera:" Lungi da me, satana! ". È la stessa tentazione del deserto, proclamiamo la nostra fede in Gesù, a parole, consegniamo tutto a lui,  ma non appena si presenta un problema, cerchiamo la soluzione umana semplice.
Guardiamo al coinvolgimento della Chiesa con la politica, i compromessi con il potere, ecc. Gesù deve continuamente ricordare ai suoi discepoli che tutti i profeti hanno parlato di lui, del mite, dell’innocuo, del crocifisso e del risorto. "Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti!..." (Lc 24:25).
Chiunque affermi di potersi creare un mondo perfetto (una scuola migliore, un ospedale migliore) con il proprio potere lavora per il diavolo.
Sembra che Gesù non abbia fatto molto per l'umanità. Ci sono ancora le guerre, le malattie, la povertà e tutti sembrano essere peggiori di prima.
Cosa portò allora Gesù? DIO!!!
Ora lo conosciamo, possiamo chiamarlo, conosciamo la via, la verità e la vita: la verità sulla nostra vita, il nostro destino e il modo per raggiungerlo.
Quindi il compito principale della nostra vita religiosa è l'obbedienza al piano di Dio, rinunciando a qualsiasi potere terreno in nome del potere divino che significa che Lui è il capo e noi i servi, nel suo nome, con amore.
Questo è un argomento importante perché secondo me questa è la più importante delle tre tentazioni.
Nella visione di San Benedetto e della maggior parte dei fondatori, il voto di obbedienza è il più importante dei tre. Indipendenza, libertà di scelta sono profondamente radicate nella nostra vita, anche nella persona più povera, e rinunciare a ciò costa molto di più che abbandonare le cose materiali e anche rinunciare a una famiglia. Quando ero in India, dicevo alle suore: “pensate a una ragazza di una famiglia povera. Ha di fronte a sé la prospettiva di vivere in una baracca in una baraccopoli insieme a un marito ubriaco, perché i suoi genitori non possono permettersi di pagare la dote a un uomo decente. È sicuramente disposta a unirsi in un convento e diventare suora. Per lei questa è una promozione, non un sacrificio. Ma sarà disposta a cedere il suo orgoglio, le sue idee, la sua indipendenza?
C'è un secondo fraintendimento in molti dei nostri religiosi. Pensano che ci sia contrasto tra l'autorità e il voto di obbedienza come se i superiori non avessero bisogno di seguire il voto.
L'autorità è data da Dio per uno scopo e può toglierla via in qualsiasi momento. Gesù dice a Pilato: "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto." (Gv 19: 11). Quindi per capire bene l'autorità dobbiamo tenere a mente tre punti:
- L'autorità è al servizio del regno di Dio e sottoposta ad esso. "Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù." (Gv 18,36).
- L'autorità è al servizio del bene della Congregazione e della comunità e sottoposta ad esso.
- Nonostante l'opera dello Spirito Santo in noi, nessuno può pretendere di possedere la verità, quindi l'umiltà è di grande aiuto per i superiori.
Come conseguenza di questi tre punti possiamo ricavare i seguenti fatti:
- L'autorità non è una questione di potere, ma di servizio. Mc 10, 42-45 "Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti." Sappiamo quanto Papa Francesco insista su questo punto.
- L'autorità è utilizzata bene quando è esercitata con amore. Gv 13: 13-14 "Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.".
- L'autorità deve combinare i due aspetti del dialogo e del processo decisionale; di umiltà e coraggio.
- Sia l'obbedienza che l'autorità, se vissute in verità, non portano gloria ma sacrificio, perché sono basate sull'esempio di Cristo. È esattamente questo sacrificio che ci porta la ricompensa di Dio. Fil 2, 5-9 "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;".
- Sia colui che prende le decisioni sia colui che ubbidisce affronteranno dubbi, a volte persino profondi dubbi di fede o di coscienza, ma Gesù ha affrontato lo stesso nel giardino del Getsemani: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Mt 26: 39-42.
- L'autorità e l'obbedienza funzioneranno solo se nella comunità c'è fiducia reciproca tra i membri.
Quali sono le sfide per i religiosi oggi?
- Abbiamo bisogno di avere sempre la nostra mente concentrata su Dio e la ricerca della sua volontà, controllando i nostri interessi. Mt 7,21 "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.". Ciò significa che la nostra obbedienza e la nostra autorità sono entrambe radicate nella preghiera e, prima di prendere decisioni, dovremmo passare qualche tempo in meditazione. Gesù passava notti in preghiera prima di qualsiasi decisione importante. "Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito." (1 Cor 2: 12-14).
- Avere chiaro che questa ricerca della volontà di Dio è più importante di ogni altra cosa e deve essere il carburante che fa muovere il motore del nostro apostolato. "Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera." (Gv 4:34).
- Nel nostro esame di coscienza dovremmo controllare sempre quanto i nostri desideri di successo, potere, comodità, influenzano le nostre scelte.
- Riguardo all'obbedienza dovremmo evitare la tentazione di cadere nella semplice conformità: "Ho fatto il mio dovere". Molti religiosi hanno paura di assumersi le responsabilità, di essere proattivi, di essere creativi e limitarsi a fare tutto ciò che è richiesto loro di fare. Questo crea un'atmosfera di padroni e servi piuttosto che uno spirito di famiglia in cui tutti sono fratelli. "Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi." (Gv 15,15).
- Dobbiamo costruire comunità dove c'è spirito di famiglia, aiuto reciproco, fiducia.

Per il lavoro personale
- Quanto sono attivo nella comunità? Quanto sono impegnato nella mia vita?
- Considero la comunità come la mia famiglia e la casa come la mia casa o ho più la sensazione di essere in un albergo?
- Quali sono le cose che voglio realizzare nella vita?
- Come considero il lavoro di Dio nella mia vita, nella mia società, ecc.?
- C'è qualcosa che potrei fare per il miglioramento della mia comunità e per la Congregazione?
- Come faccio a relazionarmi con regole e regolamenti?
- Come considero le nostre costituzioni: lassiste, rigorose, possibili, idealiste?
- Quanto sono disposto a sacrificare per rimanere fedele?

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