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La "Parola" da creatore a creatura

Il verbo si fece carne. Seconda domenica di Natale. Anno A. Gv 1,1-18 Alla fine del tempo di Natale la liturgia ci invita a concentrarci sull’essenziale Finora abbiamo sentito il racconto dei fatti riguardanti la nascita di Gesù ma siamo stati distratti dalle molte feste, ora che le feste sono quasi concluse la riflessione teologica di Giovanni ci richiama all’importanza di quel che celebriamo. Giovanni non si sofferma a narrare avvenimenti, quando lui scrive esistono già sia il vangelo di Luca che quello di Matteo e quindi chi vuol conoscere la storia può leggere lì.   Ma lui si rende conto che quello che è avvenuto a Betlemme è qualcosa di inconcepibile, incomprensibile per la mente umana e che una persona, confrontata con una realtà tanto grande o si lascia sopraffare o si rifugia nella poesia riducendone la forza. Qual è questo messaggio tanto difficile da accettare per i cristiani di Giovanni? La storia del Dio onnipotente si intreccia con quella di un’umanità destina...

Il protagonismo di Giovanni

26° domenica Anno B    Mc 9, 38-48 Giovanni si presentò a Gesù e disse: “Abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito perché non era uno dei nostri”. Dove sta il problema? La frase “nel nome di” indica l’origine della forza o dell’autorità con la quale si fa qualcosa. I vari guaritori che esistevano all’epoca di Gesù, nel fare le loro guarigioni, invocavano il nome di qualcuno dei profeti del passato o magari anche di qualche divinità pagana. Si vede che, la fama di Gesù si stava diffondendo per cui qualcuno aveva pensato di invocare il suo nome. Ora noi siamo abituati a vedere Giovanni come il discepolo prediletto di Gesù, il più giovane e forse il più fedele tra i dodici, ma se guardiamo bene nel vangelo vediamo che di sicuro era una persona dal carattere un po’ focoso. Se vi ricordate quando l’evangelista fa la lista dei dodici apostoli dice che c’erano Giacomo e Giovanni chiamati figli del tuono, proprio per il loro carattere irruen...