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Il coraggio di cambiare

 Nicodemo e il volto vero di Dio    ( Gv 3,13-17 ) Oggi il Vangelo ci presenta un incontro notturno, silenzioso, ma pieno di luce: quello tra Gesù e Nicodemo. Un uomo rispettato, colto, religioso… ma inquieto. Nicodemo non si accontenta delle risposte già pronte. Sente che nella sua vita manca qualcosa. E allora va da Gesù. Di notte, forse per paura, forse per discrezione. Ma ci va. E questo è già un atto di coraggio. Nicodemo ci rappresenta tutti. Quanti di noi, pur credenti, sentono che la fede non è ancora diventata vita? Quanti di noi portano domande nel cuore, ma non sanno a chi rivolgerle? Quanti di noi vorrebbero cambiare, ma non sanno da dove cominciare? Gesù non lo accoglie con risposte facili. Gli propone qualcosa di radicale: “Bisogna rinascere dall’alto.” Non si tratta di tornare bambini, ma di iniziare a vivere con uno sguardo nuovo. Ragionare come si ragiona in cielo. Cosa vuol dire? Vuol dire mettere Dio al centro. Vuol dire lasciarsi guidare dal...

Il fuoco dell'amore

Quanto brucia il fuoco dell’amore ( Luca 12,49-53) “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!” Queste parole di Gesù ci inquietano e ci provocano. Il fuoco non è mai neutro: brucia, consuma, trasforma. Fa paura, ma è anche fonte di vita. Senza fuoco, non c’è calore, non c’è luce, non c’è cibo. Il fuoco è ambivalente: può distruggere, ma anche purificare. Il fuoco è anche qualcosa che raduna e rinnova . Ricordiamo i falò delle notti d’estate quando andavamo in campeggio con l’oratorio, attorno ai quali ci si raccontava storie e si cantava. O il camino delle case di una volta, dove la famiglia si stringeva per condividere il calore. Il fuoco crea comunione, ma solo se lo si sa custodire. Se lasciato libero, diventa devastante. Gesù parla di un fuoco che desidera ardentemente accendere: non è un fuoco materiale, ma spirituale. È il fuoco del suo amore, un amore che brucia l’indifferenza, consuma l’egoismo, purifica il peccato. È un fuoco c...

Noi scappiamo ma lui rimane

  Padre e figli, quanta pazienza.  (Lc 15,1-3; 11-32) Avete ascoltato un brano del Vangelo molto conosciuto. Normalmente chiamiamo questa storia, la parabola del figlio prodigo. Mettiamo al centro l’atteggiamento del ragazzo che se ne va dalla casa del Padre, che fa tanti errori ma che poi si pente e ritorna a casa. Infatti normalmente usiamo questo testo in occasione di liturgie penitenziali o in periodi coma la Quaresima dove la penitenza e la conversione sono il tema portante della liturgia. Il motivo per cui Gesù racconta questa storia, però, non è quello di convincere i peccatori a ritornare. Se avete fatto attenzione alle prime righe del Vangelo, si dice che Gesù stava parlando agli scribi e ai Farisei che si lamentavano del fatto che Gesù andava a mangiare con i peccatori. Quindi, eventualmente, la parabola dovrebbe avere come centro il secondo figlio, colui che è rimasto a casa, che ha continuato a lavorare, è stato fedele ai suoi doveri, ma che non ha amore per il...

Ma chi me lo fa fare?

  Amate i vostri nemici! Chi me lo fa fare? (Lc 6,27-38) Domenica scorsa abbiamo parlato delle Beatitudini e detto che per instaurare un rapporto profondo con Dio dobbiamo spogliarci di tutte quelle strutture materiali che ci danno una falsa idea di sicurezza. Dio si prende cura di noi, se noi glielo permettiamo. Lo stesso avviene anche nelle relazioni tra le persone. Noi pensiamo che l'amore sia qualcosa che ci arricchisce ed è così, ma per fare spazio a questo tesoro dobbiamo prima svuotare il nostro cuore. Spesso sentiamo dire: Ma dove andremo a finire se continua così; tutto va male; dappertutto ci sono guerre; sui giornali si sente parlare in continuazione di uccisioni, incidenti, eccetera. Forse anche noi pensiamo nello stesso modo. Sembra che il mondo stia dimenticando tutti quei valori che però stanno in fondo al nostro cuore e vorremmo si realizzassero, però sarà mai possibile? Quando poi capita che per un motivo od un altro litighiamo con qualcuno allora il n...