Esercizi 8, la castità
Castità
Il voto di castità è un voto molto controverso, non perché adesso non serva più o perché adesso i preti e le suore possano permettersi di sposarsi o cose del genere, ma è controverso per il modo in cui deve essere analizzato. Non si può più analizzare il voto di castità solo dal punto di vista dello sposarsi sì o no, o del modo in cui si rapportano uomini e donne.
Su questo argomento la mentalità tra i tempi di Don Orione e i tempi nostri è veramente cambiata. Se il concetto di povertà è cambiato, quello di castità è cambiato dieci volte di più, proprio per il modo in cui la società oggi affronta tutti i discorsi riguardanti la sessualità. Ad esempio, le relazioni, il modo di rapportarsi sono molto diversi oggi paragonati a 50 anni fa, e la stessa parola “amare” ormai è compresa solo come un soddisfare la propria emotività.
Don Orione quando parlava di Castità, parlava di Bella virtù, che per lui corrispondeva a purezza, illibatezza, quindi tutto quello che aveva a che fare con se stessi e con gli altri, in modo che non provocasse scandalo.
Noi oggi dobbiamo andare molto più in là di questo, senza togliere niente del valore del passato. Il Papa ci dice che tutta la nostra vita deve essere missionaria. Essere missionari vuol dire avere il coraggio di entrare in relazione con le persone, specialmente le più bisognose, le più distanti, le periferie, eccetera, e questo lo diceva anche Don Orione. Oggi il voto di castità è vissuto soprattutto nella maniera in cui noi viviamo la nostra capacità di amare tutti in modo disinteressato, specialmente queste persone. Amare non vuol dire evitare, vuol dire lasciarsi coinvolgere. Amare non vuol dire essere delle macchine fredde che svolgono delle azioni, ma vuol dire considerare e utilizzare le nostre emozioni. Se do spazio alle emozioni scoppia una lotta interiore e dovrò imparare a gestirle nel modo giusto.
Il voto di castità, se vissuto nel modo giusto, al giorno d'oggi è molto più difficile e più pericoloso che non 50 anni fa. La pressione erotica del mondo d'oggi, il modo di parlare della gente, il modo di pensare della gente, il modo di vestire, di agire della gente, parla in una maniera diversa da quella che noi pensiamo a riguardo al voto di castità. La gente guarda se noi siamo sposati o no, se abbiamo un'amante o no, se siamo omosessuali o eterosessuali, e in questo loro racchiudono il nostro voto di castità, mentre tutto questo ha pochissimo o quasi niente a che fare con il voto di castità.
Una persona che vive chiusa nella sua camera non avrà nessun rapporto sessuale sbagliato, ma io vi chiedo: vive perfettamente il voto di castità? È una domanda provocatoria.
Dio ci ha chiamati ad amare, non ad evitare il pericolo. Dio ci ha chiamati ad entrare in relazione con tutti. È chiaro che i pericoli di cadute sono molti di più, ma è proprio nell’amare di più e nell'amare tutti che cerchiamo e troviamo la soluzione al problema delle cadute della castità.
Don Orione era figlio del suo tempo. Non conosco l'epistolario e le prediche che don Orione faceva a voi suore, le conoscete voi meglio di me, ma potrete dirmi che ci sono delle frasi forti che oggi farebbero un po' sorridere.
Noi siamo chiamati a vivere in maniera profetica questo voto.
Parto da un aspetto importante che è quello delle amicizie particolari e del modo in cui io gestisco le relazioni con gli altri. Io ho bisogno di persone con cui ho un rapporto di amicizia più profondo che con altre, con cui confrontarmi, con cui condividere i miei problemi, i miei dubbi. Questo, non solo è sano, ma è importante, e direi è necessario, e tanto più noi siamo coinvolti con l'apostolato, tanto più ne abbiamo bisogno. Ma se io utilizzo le relazioni con gli altri solo per trovare delle soddisfazioni personali, anche se non riguardano la sessualità, se io ad esempio utilizzo gli altri come schiavi per far vedere la mia autorità, non vado contro il voto di obbedienza o di povertà, ma contro il voto di castità, perché io devo amare l'altro non sfruttarlo. Se io sfrutto l'altro per dare soddisfazione alla mia sete di autorità, è come se lo sfruttassi per dare soddisfazione alla mia sete di sessualità.
Avete capito cosa intendo? Ogni giorno incontriamo molte persone. Ci sono persone che lavorano con noi e le trattiamo molto freddamente, ci assicuriamo solo che facciano il loro lavoro correttamente e che siano puntuali; forse dimentichiamo che hanno una famiglia, dei problemi, eccetera. Poi abbiamo le persone che aiutiamo, i bambini della scuola, i loro genitori, i malati della clinica, ecc. Facciamo in modo che capiscano che i responsabili siamo noi; a volte incoraggiamo la paura per essere sicuri che non approfittino a nostro scapito. Quindi abbiamo amici e parenti e siamo molto affettuosi con loro, troppo attaccati, abbondanti nelle telefonate e nei regali. Infine, abbiamo i membri della nostra comunità e siamo spesso freddi, troppo preoccupati, in attesa di essere accettati, ma trascorriamo poco tempo ad ascoltarli e capirli.
Tutte queste sono posizioni esagerate ma che mostrano un livello immaturo di relazione. Qui è dove il voto di castità gioca il suo ruolo. Se prima dicevo che la povertà era necessaria per entrare in relazione, ora dico che la castità è il modo in cui noi entriamo in questa relazione. Le nostre relazioni devono essere impostate sull’amore, quindi io devo sempre assicurarmi che la persona che ho incontrato, se ne vada via contento perché ha capito che Dio, la Chiesa, i preti e le suore, amano e sanno ascoltare, e sanno provare compassione per loro, non hanno paura di avvicinarsi, di ascoltare, non si sentono superiori, ma si mettono alla pari.
Questa è la testimonianza profetica della castità. Noi non ci pensiamo e di questo non ci confessiamo mai, o al massimo confessiamo che alle volte siamo rudi con gli altri, abbiamo trattato male la sorella, ecc. Qui, invece stiamo parlando del voto di castità unito al voto di carità che voi avete fatto. Il vostro motto è Caritas Christi urget nos. Quello che vi spinge nella vita è l'amore di Cristo. Il voto di castità, per voi, è il voto centrale.
Nei suoi scritti e nei messaggi, Papa Francesco riporta spesso alcune parole che sono diventate famose proprio grazie a lui. Tra queste sottolineo l'auto-referenzialità, l'egocentrismo, il protagonismo. Per me queste tre parole rappresentano il modo in cui Papa Francesco vede dei peccati contro il voto di castità. Questi tre atteggiamenti fanno sì che in tutto quello che facciamo, mettiamo noi stessi al centro.
Si parla di Autoreferenzialità quando una persona prende tutte le decisioni per mettere al centro se stesso, perché la persona sente il bisogno di apparire, soddisfare i suoi sentimenti, i suoi umori, il suo orgoglio, per cui tutto quello che fa deve portare una gratificazione personale.
L'egoismo, invece, è chiudersi alla relazione con gli altri per paura di doverci spendere, di doverci rimettere.
Il protagonismo, infine, è l'assicurarsi di essere visti come superiori, incaricati, capaci, migliori. Tutto questo riguarda o l'immagine esteriore, o la comodità personale, o la soddisfazione la realizzazione personale. Quando queste tre cose stanno al centro non ci può essere amore e quindi quello che ci rimette è il nostro voto di castità.
Allora vivere il voto di castità in maniera profetica oggi vuol dire uscire da se stessi andare incontro agli altri, porre attenzione alle vere necessità dell'altro, fare spazio alla collaborazione, fare spazio perché le altre persone si sentano realizzate; apprezzare le persone che lavorano con noi, far sentire loro che sono importanti per noi, far vedere che sono capaci, ispirarle e spingerle a crescere, migliorare, realizzarsi sempre di più, anche da un punto di vista professionale, incoraggiare chi sbaglia piuttosto che correggerlo o castigarlo, incoraggiare e riprendere e far vedere che la nostra fiducia per loro non è venuta meno nonostante abbiano sbagliato, ma continua indiscussa.
Il guadagno che noi ricerchiamo quando amiamo non è il nostro, ma quello del povero, è la sua crescita. La relazione con lui farà crescere la Congregazione e se la Congregazione cresce, io ne godrò, mentre noi spesso pensiamo in maniera opposta, crediamo che se io sono soddisfatto, lavoro bene, per cui di conseguenza starà bene la Congregazione, e se la Congregazione sta bene, i poveri riceveranno un aiuto migliore. Capite qual è la priorità, qual è il punto di partenza e quali sono le conseguenze di tale modo di pensare? È esattamente all'opposto di quello che il vangelo e Papa Francesco ci indicano. Allora, parlare di castità oggi, lo si comprende solo se parliamo di amore, della capacità di amare.
Il nostro voto di castità ci insegna il vero amore che non sta nell’impressionare gli altri per attirarli a noi. Non cerchiamo di possederli, ma di servirli in umiltà e distacco. Essi appartengono a Dio, non a noi. Il voto di castità lo si vive solo quando si ama in modo vero, cioè disinteressato.
Questa è la questione principale del nostro voto di castità: cerchiamo un amore basato sull'interesse, che soddisfi i nostri desideri e istinti o un amore puro come quello di Gesù?
Ogni volta che cerchiamo l'approvazione umana, in realtà andiamo contro il voto di castità.
La castità è povertà a un livello superiore (anche l'obbedienza è un altro tipo di povertà).
L'aspetto mistico di questo voto è vedere Dio in tutte le persone.
L'aspetto profetico è amarli tutti, non possederne nessuno e infine portarli a Gesù. Gesù li ha amati tutti liberamente, perché guardandoli ha visto il desiderio del Padre di salvarli e ha visto il loro desiderio di vero amore. Non le ha trattenute, ma le ha lasciate andare per la loro strada, ha solo dato loro un’indicazione su come trovare Dio. 1 Gv 4: 19-21. “Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: "Io amo Dio", e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello”.
Quali sono le sfide per i religiosi oggi?
Comprendere che il voto di castità è per noi un valore che ci rende simili a Cristo, è un dono grande e prezioso, “Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato." (Mt 13:11), e di esso dobbiamo prenderci cura: “Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. ”(2 Cor 4: 7)
Bisogna lavorare sulla capacità di costruirci una libertà interiore: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi "(Gv 8, 32). Spesso c'è la tentazione di scendere a compromessi con il peccato (solo un po', solo per un po', solo una volta), o di vivere ad un doppio livello (questa è la mia vita privata, quando sono con gli altri mi comporto bene), controllando fantasie o desideri sbagliati che creano insoddisfazione.
Avere il coraggio di amare: “Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.”(Mt 5, 46-48).
L'aspetto finale riguarda le relazioni all'interno delle nostre comunità. Il vero amore inizia con la famiglia. È inutile uscire e predicare l'amore quando non siamo in grado di praticarlo prima a casa. L'amore all'interno della comunità richiede spesso pazienza, fiducia, perdono, ma saremo più stabili nelle relazioni esterne se avremo un forte legame in casa e, quanto deboli saremmo, nella situazione opposta.
Alcune domande per riflettere
- Sono contento della mia vocazione, di me stesso, del mio lavoro?
- Sono soddisfatto del modo in cui mi relaziono con le persone intorno a me?
- C'è nella mia vita un'amicizia particolare di cui mi sento un po' imbarazzato o di cui non vorrei che altre persone venissero a conoscenza?
- Chi sono le persone a cui sono veramente affezionato e perché sono affezionato a loro?
- Come tratto i miei lavoratori o le persone che incontro nel mio lavoro?
- Chi sono le persone che posso dire che amo davvero? Come esprimo il mio amore per loro?
- Sono una persona impegnata o ho molto tempo libero?
- C'è qualcosa nella mia vita passata di cui mi sento in colpa, trovo difficile parlare o pensare?
- Amo solo quelli che mi amano, accetto solo quelli che sono grati o quelli che possono permettersi i miei servizi, o sto davvero seguendo gli insegnamenti del Vangelo?
TESTI ORIONINI
Il voto di povertà è offerta a Dio di tutto ciò che si ha o si può avere di materiale. Il voto di obbedienza cede a Dio la nostra testa, la nostra volontà. Il voto di castità dà a Dio anche i nostri pensieri ed i desideri che devono essere puri ed illibati.
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“Amare pertanto Dio e dell'amore di Dio amare immensissimamente i poveri e i piccoli di Gesù e gli afflitti da ogni male e dolore, confortandoli con opere di cristiana misericordia; amare la santa Chiesa cattolica, nostra madre, e far conoscere amare e servire il Papa, padre nostro dolcissimo, e così, nell'amore del Signore e Dio nostro Gesù Cristo, del Papa e delle anime, concorrere col nostro piccolo Istituto ad instaurare omnia in Christo, - costituisce adunque il fine precipuo della povera e minimissima nostra Congregazione”.
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Comunicare con i fratelli solo per edificarli, comunicare con gli altri solo per diffondere la bontà del Signore:
1) amare in tutti Cristo;
2) servire a Cristo nei poveri;
3) rinnovare in noi Cristo e tutto restaurare in Cristo;
4) salvare sempre, salvare tutti, salvare a costo di ogni sacrificio, con passione redentrice e olocausto redentore.
Grandi anime e cuori grandi e magnanimi; forti e libere coscienze cristiane che sentano la loro missione di verità, di fede, di alte speranze, di amore santo di Dio e degli uomini, e che nella luce d'una fede grande, grande, proprio “di quella” nella Divina Provvidenza, camminino, senza macchia e senza paura, per ignem et aquam, e pur tra il fango di tanta ipocrisia, di tanta perversità e dissolutezza.
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Per divina grazia, noi vogliamo, in umiltà grande, amare e servire Gesù Cristo nei poveri più bisognosi e vogliamo servire i poveri col più grande e dolce spirito di carità.
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Bisogna amare tutti gli uomini, è vero, e questo è amore teorico; ma l'amore pratico è dimostrare amore e carità a chi sta vicino. Io non vi dico che non dobbiamo amare chi sta in Sicilia, in Calabria, in Francia, nell'Africa; dovete pregare per tutti, amare tutte la anime in Nostro Signore! Ma il "nostro prossimo" sono più specialmente coloro che ci sono più vicini. Disse bene uno scrittore cristiano: "Come volete che amino gli uomini coloro che li guidano tanto fuori?" Noi diciamo: come volete che amino tutti gli uomini coloro che si dicono pieni di filantropia e poi sono la disperazione della loro famiglia? Fuori sono tutto amore, tutta pietà, nelle loro case sono diavoli.