Curiosità natalizie

       Quando è nato Gesù?
Nell'anno zero? No! 
Circa 700 anni dopo Cristo, l'Europa era ormai tutta cristiana, ma le date si calcolavano ancora in base al calendario dell'impero Romano, cioè a partire dalla fondazione di Roma. Ma l'impero romano era ormai crollato. Il papa di allora diede l'incarico a un monaco studioso di stabilire quale fu l'anno di nascita di Gesù e da lì ricostruire un calendario da adottarsi in tutta la Chiesa.
Questo monaco fece due errori: Stabilì, in base a dei calcoli, l'anno della morte di Gesù e poi sapendo che normalmente gli Ebrei iniziavano la loro vita pubblica a trent'anni e Gesù aveva predicato circa 3 anni, stabilì l'anno zero facendo l'anno della morte di Gesù meno 33.
Il primo errore fu che Gesù probabilmente non morì quell'anno, e il secondo fu che non era necessario avere 30 anni per poter iniziare una vita pubblica, potevano essere di più o di meno.
L'anno della nascita di Gesù è certamente sbagliato. Si parla di Erode, egli morì nell'anno 4 AC. Quindi Gesù deve essere nato prima. Si parla di un censimento, questo avvenne nell'anno 7 AC. Ma Quirino allora era l'incaricato del censimento non governatore della Siria. Fu in Siria dal 4 all'1 AC. Si parla di Giuseppe che tornando dall'Egitto teme Archelao e quindi si sposta a Nazareth. Questo è ricordato anche dagli storici, che Archelao era molto violento. Egli divenne re di Giudea nel 4 AC. Si parla di una stella? Gli astronomi dicono che ci fu un caso particolare nel 7 AC in cui Giove e Saturno si trovavano in congiunzione e quindi assunsero una luce particolare.
Quindi Gesù deve essere nato il 5 o forse addirittura il 6 o il 7 AC.

Che giorno? Il “25 DICEMBRE”?
Non è storicamente accertato che Gesù sia nato effettivamente il 25 dicembre.
Anche nei vangeli di Matteo e di Luca, che forniscono una descrizione di alcuni momenti legati alla Natività, non viene citato né il giorno, né il mese, e neppure l'anno della venuta dei Figlio di Dio, anche se sappiamo che Gesù nacque quando regnava l'imperatore Cesare Augusto. Si dice che i pastori vegliavano le greggi all’aperto. A causa del clima freddo, le pecore potevano passare la notte all’aperto solo da fine marzo ad ottobre, quindi non a dicembre.
È nel IV secolo che si diffonde la celebrazione della festa cristiana del Natale di Gesù il 25 dicembre.   Ricordate che i Cristiani ricevettero la libertà di culto solo nel 313 dall'Imperatore Costantino, e il cristianesimo divenne religione ufficiale solo 200 anni dopo.
In merito a tale datazione, nel corso degli anni, sono state formulate diverse ipotesi.
Alcuni studiosi ritengono che questa data venne scelta dalla Chiesa in contrapposizione alla festa pagana del Sole invitto voluta dall'imperatore Aureliano, nel 275. Festa da celebrarsi, per l'appunto, il 25 dicembre, cioè quattro giorni dopo il solstizio d'inverno che cade il 21 dicembre. Dopo tale data la luce [il Sole] rinasce e prende gradatamente il sopravvento sulle tenebre, le giornate si allungano fino al 21 giugno, il giorno più lungo dell'anno: il solstizio d'estate.
La Chiesa quindi, secondo l'opinione degli studiosi, per contrastare il perpetuarsi di tale festa pagana radicata nella tradizione popolare, decise di celebrare in quella medesima data il dies natalis Christi, la nascita di Gesù: “Luce dei mondo”, il vero “Sole di giustizia” che brillerà in eterno.
Una fonte autorevole, il Cronografo (il più antico calendario della Chiesa di Roma) del 354, indica il 25 dicembre quale giorno per la celebrazione della festa della Natività, ma un altro documento romano la Depositio episcoporum (elenco liturgico contenuto nello stesso Cronografo) attesta che tale celebrazione era già presente nel 336 (sembra che inizialmente tale festa venisse celebrata soltanto nella Basilica di San Pietro).
La scelta di questo giorno, comunque, fu sanzionata nel 354 da Papa Liberio.

PRESEPIO
A Roma, nel 600 d.C., in una cappella all'interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, esisteva già una riproduzione della grotta di Betlemme: “Sancta Maria ad Praesepem”. E molti cristiani si recavano a visitarla con la stessa devozione con la quale i pellegrini confluivano a Betlemme, in Giudea, alla grotta considerata luogo di nascita di Gesù e dove per desiderio di sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino) sorse, nel 326, la Basilica della Natività.
Il racconto della Natività, inoltre, era già raffigurato, fin dal V secolo, sulle tombe paleocristiane e, successivamente, sarà il soggetto di numerosi dipinti che adorneranno gli interni delle chiese. Ma fu san Francesco d'Assisi che, nel 1223 a Greccio, in Umbria, per la prima volta arricchì la Messa di Natale con la presenza di un presepio vivente.
L'idea si diffonderà rapidamente finché si giungerà ai primi presepi familiari modellati con i materiali più diversi: legno, vetro, argilla, mollica di pane... sino ai più recenti realizzati con le materie plastiche. L'opera ideata da san Francesco venne chiamata Presepio o Presepe, termine di derivazione latina indicante la stalla, e anche la mangiatoia che si trova in quell'ambiente, propriamente ogni recinto chiuso.

ALBERO DI NATALE
Verso il secolo XI, nell'Europa del Nord, si diffuse l'uso di allestire rappresentazioni (sacre rappresentazioni o misteri) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia.
Nel periodo d'Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l'albero “della conoscenza del bene e del male” del giardino dell'Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, ad un abete sul quale si appendevano dei frutti. In alcuni ambienti protestanti del 17 secolo, si diffuse, invece, la tradizione di preparare la festa del natale nelle famiglie. Per tutto il periodo di avvento la famiglia si riuniva ed ogni sera leggeva e meditava alcuni episodi dell’antico testamento. Al centro veniva posto l’albero della vita e dopo che il libretto contenente la storia di quel giorno era terminato, veniva appeso all’albero con delle decorazioni. Si arrivava così a Natale con l’albero pienamente addobbato.
Da quell'antica tradizione si giunse via via all'albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia. L'abete di Natale assunse gradatamente anche un significato nuovo: venne a simboleggiare la figura di Gesù, il Salvatore che ha sconfitto le tenebre dei peccato: per questo motivo si è cominciato ad adornarlo di luci.

CORONA D'AVVENTO
L'uso della Corona d'Avvento è da collegarsi ad un'antica consuetudine germanico-precristiana, derivata dai riti pagani della luce, che si celebravano nel mese di Yule (dicembre).
Nel XVI secolo si diffuse tra i cristiani divenendo un simbolo di questo periodo che precede il Natale.
La Corona d'Avvento è un cerchio realizzato con foglie di alloro o rametti di abete (il loro colore verde simboleggia la speranza, la vita) con quattro ceri.
Durante il Tempo di Avvento (quattro settimane) ogni domenica si accende un cero. Secondo una tradizione, ogni cero ha un suo significato: c'è il cero dei profeti, il cero di Betlemme, quello dei pastori e quello degli angeli. La corona può venire appoggiata su un ripiano o appesa al lampadario. L'accensione di ogni cero è accompagnata da un momento di preghiera. Si conclude con un canto alla Madre di Gesù.

REGALI DI NATALE
Gli abitanti dell'antica Roma erano soliti scambiarsi, in occasione di feste e a capodanno, dei regali chiamati strenne.
Tale consuetudine si ricollegava ad una tradizione secondo la quale, il primo giorno dell'anno, al re veniva offerto in dono un ramoscello raccolto nel bosco della dea Strenna (dea sabina della salute?). Questo rito augurale si diffuse tra il popolo e, ben presto, i rametti di alloro, di ulivo e di fico vennero sostituiti da regali vari.
Tale tradizione, presente ancora ai nostri giorni, si riveste in occasione del Natale di nuovi significati richiamando, attraverso il gesto del dono, l'amore di Dio che ha donato suo Figlio all'umanità intera.


UN SANTO NATALIZIO:         SAN NICOLA
San Nicola nacque verso il 270, forse a Patara, nella Licia (attuale Turchia). Rimasto orfano ancora giovinetto, venne accolto da uno zio che risiedeva nella città di Mira (oggi Dembre). Ben presto Nicola si fece ammirare per la grande bontà e generosità che animavano il suo operato soprattutto verso i più poveri, ai quali distribuì le ricchezze ricevute in eredità dai genitori.
In seguito venne ordinato sacerdote dal vescovo di Mira e, alla morte di questi, ne divenne il successore. Anche in questo campo si distinse ben presto per lo zelo pastorale e l'amorevole cura con la quale seguì il suo “gregge”, mentre la risonanza di grandi miracoli da lui compiuti si diffondeva ovunque accrescendo la fama di santo riconosciutagli dai suoi stessi contemporanei.
L'indomito vescovo, alla sua morte avvenuta il 6 dicembre ma di cui non si conosce con esattezza l'anno (che si ritiene compreso tra il 345 e il 352), venne sepolto nella cattedrale di Mira.
Le reliquie rimasero a Mira fino al 1087 (la città intanto da diversi anni si trovava sotto il dominio turco), allorché un gruppo di marinai baresi le trafugarono e trasportarono a Bari dove giunsero il 9 maggio 1087 e dove tuttora si trovano. Il fatto che in questa città siano conservate le sue reliquie ha fatto sì che il taumaturgo di Mira sia comunemente conosciuto anche come san Nicola di Bari, di cui venne proclamato patrono.
In diversi paesi la profonda devozione verso questo santo ha dato origine, inoltre, a tradizioni che si intrecciano con la grande festa della natività di Gesù.
In Olanda, ad esempio, san Nicola che i bambini chiamano familiarmente Sinter Klaus, con l'abito rosso, la barba bianca e la mitra vescovile (cappello a punta) in testa, era stato adottato dagli abitanti come portatori di doni per i più piccini. Dall'Olanda la tradizione raggiunse le colonie americane dei Nuovo Mondo, e anche lì Sinter Klaus (Santa Claus) continuò a spostarsi di casa in casa lasciando regali a tutti i bambini.
Con il trascorrere dei tempo il suo aspetto mutò, il cappello vescovile divenne un cappuccio a punta, l'abito pur rimanendo rosso si trasformò in giacca e pantaloni orlati di pelliccia bianca, mantenne la folta barba bianca ma ingrassò non poco, infine dall'America tornò in Europa trasformato nel Babbo Natale sorridente e instancabile nel distribuire i regali, proprio come Santa Klaus (cioè san Nicola) di cui mantiene lo spirito e la capacità di donare.

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