La vera dimora di Gesù e come arrivarci
Una partenza che diventa migliore presenza Anno B (Mc 16:14’20)
Due anni fa è
morto il mio fratello maggiore, Piero. Per tutti noi è stato un duro colpo. Gli
diagnosticarono un tumore al cervello e dopo un mese era già morto. Due mesi
dopo è morta anche mia madre, il colpo è stato anche più duro. Per loro era giunta l'ora per salire in cielo, ma lasciavano un grande vuoto nella vita di tutti
noi loro parenti e amici. Eppure, dopo aver celebrato entrambi i funerali, io ho
sentito come una pace entrare in me. Spesso, ancora oggi, me li sento vicini
tutti e due. Quando devo prendere una decisione mi chiedo: cosa mi ha insegnato
mia mamma? Cosa farebbe mio fratello? e sento le loro risposte che mi
permettono di decidere bene.
Quando erano vivi li potevo sentire per telefono,
ogni tanto, e parlare per un paio di minuti (mamma non aveva whatsapp), ora la
tecnologia non serve più. Ora parliamo direttamente. Essi non sono morti, ma
più vivi che mai e stanno al mio fianco in tutti i momenti difficili. Su questo non ho
dubbi.
Questo è il senso della festa di oggi: l’Ascensione di Gesù al cielo.
Proprio come mio fratello e mia mamma, Gesù ha dovuto lasciare i suoi discepoli per tornare al Padre. Ma, come ha promesso loro, non è mai realmente andato via: "Io sarà con voi fino alla fine dei tempi". L'Ascensione non rappresenta la fine della sua presenza tra noi, ma piuttosto un salto di qualità e un passaggio di consegne.
Gesù ha trascorso
tre anni con i suoi discepoli, insegnando loro la sua dottrina e mostrando loro
come vivere una vita secondo l'amore di Dio. Li ha preparati ad essere la luce
del mondo e il sale della terra. Ora è arrivato il momento per loro di mettere
in pratica ciò che hanno imparato e di portare avanti la sua missione.
Gesù ha fiducia nei suoi discepoli, nonostante le loro debolezze e i loro
errori. Sa che, con il suo aiuto, possono realizzare grandi cose. Egli ha promesso
di essere sempre con loro, di accompagnarli e di sostenerli in ogni momento. La
presenza di Gesù dopo l'Ascensione è diversa da quella che i discepoli avevano
conosciuto durante la sua vita terrena. Non è più una presenza fisica, ma è una
presenza spirituale che è ancora più potente ed efficace. Ora Gesù può essere
contemporaneamente in ogni luogo del mondo, assistere chiunque abbia bisogno
del suo aiuto e guidare la sua Chiesa con amore e saggezza.
Tuttavia, per
beneficiare di questa presenza divina, è necessario imparare a riconoscerla.
Dobbiamo essere attenti ai suoi suggerimenti, alle sue ispirazioni e ai suoi
segni nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo ascoltare la sua voce nel nostro
cuore e seguire la sua guida.
Uno dei modi più
importanti per rafforzare la presenza di Gesù in noi è attraverso l'Eucarestia.
Nell'Eucaristia, Gesù si rende presente in modo reale e concreto sotto le
apparenze di pane e vino. Ricevendo il suo corpo e il suo sangue, entriamo in
comunione intima con lui e riceviamo la forza e la grazia per vivere come veri
cristiani.
Inoltre questa festa ci dà un secondo messaggio molto importante: la vera vita non è quella che stiamo vivendo qui ora, ma quella eterna che trascorreremo in paradiso con Dio. Qui siamo solo di passaggio. Gesù stesso, prima di andare ha detto ai discepoli: “Vado a prepararvi un posto. Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore”.
Quindi, l'Ascensione del Signore non è un evento da piangere, ma un motivo di grande gioia e speranza. Significa che Gesù è sempre con noi, che non ci abbandona mai, e che ci guida verso la vita eterna. Impariamo a riconoscere la sua presenza nella nostra vita, accogliamo il suo amore e seguiamo i suoi insegnamenti con gioia e con fiducia.
Chiediamo a noi
stessi:
Senti che Gesù è
vicino a te?
Come lo
riconosci?
In che modo la
sua presenza ti ispira e ti guida?
Come puoi vivere la tua vita in modo più
coerente con gli insegnamenti di Gesù?