Una famiglia Santa e modello di santità


Una famiglia Santa e modello di santità (Mt 2,13-15;19-24)
 
 Oggi la liturgia ci invita a celebrare la Santa Famiglia di Nazareth. Lo scopo di questa festa è presentarci un modello da seguire, allora dobbiamo guardare a loro per cogliere quei valori che ci indicano.
Cosa ha fatto di Gesù, Maria e Giuseppe una “vera famiglia”? Una “Sacra famiglia”?
Matteo ce lo indica con due quadretti: la fuga in Egitto e il ritorno.
Gesù è in silenzio, però con il suo silenzio condiziona la vita degli altri due. Di sicuro se Giuseppe e Maria avessero potuto scegliere, sarebbero rimasti a Nazareth, nella loro casa, attorniati dai parenti e dagli amici, e Giuseppe si sarebbe dato da fare a preparare qualcosa di bello, magari una nuova culla, ecc., ma è proprio per colpa sua che ora devono anche subire questa persecuzione e intraprendere un lungo viaggio verso l’ignoto. Dio ha scelto di nascere tra i poveri, tra i perseguitati.
Di Maria abbiamo già parlato tanto. Lei è vergine e Madre. Portatrice di un mistero di cui scopre in continuazione qualche dettaglio ma di cui non capisce mai a fondo il senso. Lei inesperta della vita è chiamata a portare al mondo la vera vita, di darla alla luce, proteggerla, istruirla e consegnarla al mondo. Anche lei accetta con silenzio e fede la persecuzione e la prova.
Tutta la responsabilità sembra giacere su Giuseppe, l’uomo giusto. Di lui Matteo sottolinea la disposizione interiore che cerca sempre di sintonizzare la sua vita sulla volontà di Dio e non agisce mai senza ricercarla. Matteo per 4 volte parla di rivelazioni durante un sogno, tre volte nel vangelo di oggi e una in precedenza quando dubita se prendere con sé Maria. Il sogno è un’immagine biblica molto usata nell’Antico Testamento. Invece di parlare di sogno dovremmo parlare di preghiera, riflessione. Giuseppe è una persona sempre unita al pensiero di Dio, per questo è chiamato uomo “giusto”. Quali sono i criteri con cui nelle nostre famiglie facciamo le scelte? Questo vale sia per i momenti difficile che per i momenti di successo.
In tre dei sogni c’è una frase dell’angelo: “Prendi con te” e tutte e tre le volte subito dopo viene sottolineato il fatto che Giuseppe prese con sé …. Questa frase ci dice qualcosa di importante su Giuseppe. In tutto ciò che il vangelo racconta non si parla mai di qualcosa che Giuseppe abbia fatto per se stesso. Tutto quello che Giuseppe fa, lo fa sempre e solo per gli altri, Maria o Gesù o entrambi. È l’immagine di una vita donata in pienezza per gli altri.
Inoltre, Giuseppe non proferisce una sola parola, ma subito mette in atto quello che gli è chiesto. Lui è l’immagine dell’uomo che si fida di Dio.
Giuseppe, il padre. Non possiamo chiamare padre solo chi genera biologicamente la vita, e poi, magari non si interessa più del figlio. Padre è anche colui che protegge, fa crescere, educa. È stato lui che ha fatto diventare uomo Gesù, assieme a Maria è colui che ha comunicato tutti i valori della vita che caratterizzano l’uomo: l’onestà, l’attenzione a chi è nel bisogno, il servizio.
Guardiamo a Gesù: che caratteristiche umane cogliamo? È una persona che è allergica a tutte le ipocrisie, che va all’essenziale delle cose, attento a tutti, aperto agli stranieri, agli ultimi. Da chi ha imparato queste cose? Sicuramente dalla sua famiglia. Gesù ha trascorso tutta la sua fanciullezza in una casa aperta, attenta agli altri, laboriosa.
Ogni buon padre desidera garantire sicurezza, comodità, agiatezza alla sua famiglia; avere un buon lavoro, una stabilità economica; nei momenti difficili cerca di avere la vicinanza dei parenti e degli amici. Anche Giuseppe avrà desiderato tutto questo. Cos’è andato secondo i suoi piani? Dal punto di vista umano niente. Allora cosa c’è di speciale? Quella di Nazareth è una famiglia che si muove sempre unita. Deve affrontare dei problemi e degli imprevisti, queste avversità avrebbero potuto incrinare i rapporti, come avviene spesso nelle nostre famiglie. Non così nella santa famiglia, si muovono in armonia, in pieno accordo, non ci sono imprecazioni contro Erode o contro le situazioni. Essi accolgono gli eventi, mossi dai disegni di Dio, dai pensieri di Dio. Si muovono in sintonia perché hanno lo stesso punto di riferimento: il volere di Dio. L’amore verso Dio, la loro dipendenza totale dalla sua volontà li ha fatti incontrare e la condivisione della stessa missione ha fatto sì che si sviluppasse tra loro l’amore. Non si sono guardati in faccia, non si sono commiserati, hanno sempre guardato avanti con fede. La loro missione era di rendere possibile quella di Gesù e si sono concentrati su questo. Giorno per giorno hanno analizzato cosa era giusto fare. “Giusto per oggi” vuol dire cosa si conforma meglio al piano di Dio.
Nessuno di loro ha mai guardato al suo interesse privato ma al bene di tutti e tre. Questa è una famiglia cristiana, cioè costruita attorno a Cristo, da persone disposte a sacrificare tutto per mantenere l’unione con Lui.

Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Alle sorgenti della gioia