Un dogma difficile e pericoloso


Solennità dell’Immacolata Concezione
Salve. Questo saluto che vi rivolgo è un po’ come quello dell’angelo a Maria. Stiamo celebrando una festa di Maria, che tra tutti i santi, è quella che amiamo e veneriamo di più, e la celebriamo per qualcosa che non è facile da capire, ma forse anche un po’ pericoloso. Diciamo che Maria è stata preservata dal peccato originale, d’altronde sappiamo che il peccato originale è ciò che ha fatto sì che il peccato entrasse nel mondo, allora se non comprendiamo bene quello che stiamo celebrando rischiamo di cadere in due errori:
1- Pensare che Maria è stata santa solo perché non avendo avuto il peccato originale, non ha più sentito né tentazioni né desideri di qualcosa di sbagliato.
2- Ma allora, perché Dio non ha fatto questo stesso dono a tutti noi?
Naturalmente entrambe queste idee sono sbagliate. Maria è come ognuno di noi, non ha avuto il peccato originale ma ha avuto dubbi, desideri, tentazioni come ciascuno di noi, d’altronde anche Gesù è stato tentato. Lei non ha commesso alcun peccato perché ha saputo riempirsi dell’amore di Dio e ha lasciato che fosse questo il motore della sua vita. Naturalmente l’aver vissuto a contatto con Gesù l’ha aiutata molto.
Il fatto di vedere Maria così in alto, e così favorita da Dio, non ci aiuta nella nostra devozione, né verso di lei che sentiamo tanto distante e diversa, né verso Dio stesso che in un qualche modo sembrerebbe essere ingiusto. Conviene, invece, guardare al Vangelo perché lì Maria è sempre presentata come persona a noi vicinissima, un modello di vita e di fede da seguire. Giovane donna, di fede profonda, che ha affrontato le scelte della vita come quella della verginità, del matrimonio, della vita quotidiana nella semplicità dei 30 anni a Nazareth e della straordinarietà dei 3 anni della vita pubblica di Gesù: una vita sempre orientata a Dio e a suo figlio Gesù. Veniamo al vangelo di oggi. L’angelo saluta Maria con tre parole: Rallegrati, piena di Grazia, il Signore è con te.
Rallegrati, è un saluto messianico, usato tante volte dai profeti per annunciare la venuta del Messia, ma è sempre rivolto al popolo, ora, invece, è rivolto direttamente a lei. Maria, in questo momento sta accogliendo il Messia non solo come madre, ma anche come membro del suo popolo, e quindi diventa la rappresentante del mondo intero che aspetta questa redenzione offerta da Dio.
Piena di Grazia. Questa parola, che è un verbo e non un aggettivo, ricorre solo due volte nel Nuovo Testamento, qui e nella lettera agli Efesini, esattamente il brano che abbiamo letto nella seconda lettura, quando dice “la grazia con la quale ci ha colmato nel suo Figlio diletto”. Proprio da quel brano si comprende la profondità del senso di questo verbo. Esso esprime un qualcosa di più di un semplice favore o protezione, è un “colmata di bene dall’amore del Signore”.
Il Signore è con te, era il saluto normale che si dava alla gente, ma come “sia con te”. Qui si dice “è con te”, un indicativo, non è un augurio ma una constatazione di una realtà, e questo, dopo il “piena di grazia”, assume un peso particolare.
È ovvio il turbamento di Maria. Comprende che sta succedendo qualcosa di importante ma non riesce a capire cosa. Allora l’angelo le annuncia la nascita di Gesù. Lei ancora non capisce come sia possibile. In cuore suo ha già detto di sì, ma ha bisogno che l’angelo le indichi la strada da seguire, dopo tutto lei era sicura che il desiderio di verginità che provava era pure un dono di Dio e una vocazione.
Questa sua disponibilità, seppure nel dubbio, la rende diversa dagli altri personaggi biblici che avevano ricevuto una missione da Dio: Mosè, Geremia, Gedeone, Zaccaria. Questi pongono dei dubbi sulla propria capacità. Potrebbe sembrare umiltà e invece è un dubitare la scelta di Dio e la sua capacità di riuscire.
E qui introduco un secondo punto preso dalla seconda lettura. Paolo dice ai cristiani di Efeso: “In Gesù, Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità”. San Paolo ci dice che anche noi abbiamo la stessa vocazione di Maria di essere “immacolati”, e ci indica anche quale è il modo per raggiungere tale vocazione: nell’amore.
Maria è veramente vicina a noi e nostro modello di fede di vita cristiana. Lei ha saputo dire sempre di sì a Dio per amore. L’essere stata concepita senza peccato originale non è merito suo, ma dono di Dio;  ma esso non toglie nulla al suo essere donna. Anche noi siamo chiamati a copiare il suo stile di vita da innamorati di Dio. Alle volte Gesù, con la sua sapienza, il suo coraggio, la sua capacità di fare miracoli ci sembra tanto lontano e irraggiungibile e seppure crediamo in tutto quello che ha detto e sentiamo il desiderio di seguirlo, spesso ci sentiamo bloccati dal nostro senso di inadeguatezza. Maria, invece ci presenta un esempio che tutti possiamo seguire. Di lei, come di tutti i santi, non dobbiamo guardare cosa ha fatto per copiarne le opere. Ognuno vive nel suo tempo e deve dare le sue risposte alle necessità di chi gli sta attorno. Quello che dobbiamo copiare è la capacità di concentrarsi pienamente in Dio, di amarlo sopra ogni cosa, di fidarsi pienamente della sua provvidenza e amore.
Perché Maria ha vissuto così e perché anche noi dovremmo vivere così? Ce lo dice ancora San Paolo. “predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo”. Noi abbiamo la vocazione a vivere da figli adottivi di Dio, cioè tutti quei privilegi che Gesù ha per sua natura, perché Lui è il Figlio di Dio, anche noi li riceviamo perché Lui ce li dona gratuitamente. Ma è possibile rimanervi fedeli? Per i nostri meriti e con le nostre sole forze, no, ma Gesù ce li ha ottenuti con la sua incarnazione, morte e risurrezione e con essi ci dà anche la forza per viverli in pienezza. Maria, forse, non ha compreso il significato teologico di tutto questo, ma attraverso la fede l’ha fatto suo e l’ha vissuto in pieno, anzi lo ha reso possibile anche per noi, perché attraverso il suo sì è avvenuta l’incarnazione.
Ci sono ancora molte persone nel mondo che non conoscono questa loro vocazione e non conoscono nemmeno il dono che Dio ha fatto loro, tocca a noi diventare canali della grazia di Dio per loro, come Maria lo è stata per noi. Come? Con una vita riempita dell’amore di Dio e che vive lasciando che sia l’amore di Dio che guida tutte le nostre scelte.
Buona festa

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