E tu cosa peschi?

 La pesca miracolosa: cosa c’era dentro la rete? (Lc 5, 1-11 )

Il Vangelo di oggi parla della chiamata di Pietro. Non era una buona giornata per lui; aveva pescato tutta la notte senza risultati. Di solito, la mattina era il momento in cui vendeva il pesce, ma quel giorno non aveva nulla da vendere. La folla sulla spiaggia non era lì per lui, ma per Gesù. Pietro aveva incontrato Gesù qualche mese prima sulle rive del fiume Giordano, e Gesù gli aveva detto qualcosa di strano che lo aveva fatto riflettere: gli aveva cambiato il nome da Simone a Pietro. Cosa poteva significare?

Questa era la seconda volta che Pietro incontrava Gesù. Gesù gli chiede di usare la sua barca come un pulpito per parlare alla folla. Nonostante la stanchezza, Pietro accetta di aiutarlo.

Alla fine del discorso, Gesù ricompensa Pietro con una sfida: portare la barca al largo e gettare le reti per pescare. Tutto sembrava illogico: si pesca di notte, non di giorno; aveva già provato tutta la notte senza successo; i pesci dovevano essere altrove; inoltre, Pietro e i suoi uomini erano stanchi. Eppure, Pietro accetta la sfida.

L'invito di Gesù è un simbolo della profondità della nostra vita spirituale. Spesso, ci troviamo confinati dalle nostre abitudini, dalla famiglia e dalle tradizioni. Parliamo di stanchezza, sfortuna, periodi difficili o luoghi avversi, e preferiamo restare passivi. Ma crescere significa avere il coraggio di uscire dalla superficialità e affrontare nuove sfide con impegno e fiducia.

Cosa significa, dunque, “andare dove le acque sono più profonde”? Vuol dire cercare il vero senso delle cose, quello che si svela quando le ricolleghiamo alla loro origine: Dio. Nella vita facciamo tanti progetti, ma ci chiediamo mai se sono in armonia con il progetto di Dio? Per capirlo, basta verificare se rispettano i valori del Vangelo, se ci rendono persone migliori anziché solo più ricche o famose, se ci conducono ad amare il prossimo invece di sfruttarlo.

Pietro, da pescatore esperto, sapeva che quella notte la pesca era stata infruttuosa. Eppure, quando decide di fidarsi di Gesù – che di pesca non sapeva nulla – e getta nuovamente le reti, ottiene un risultato straordinario. Questo episodio ci ricorda che, nella vita spirituale, la fede in Dio conta più della nostra esperienza.

Capita a tutti di sentirsi stanchi e sfiduciati, di non capire perché le cose vadano male. In quei momenti, Dio ci chiede un atto di fiducia in più, un rinnovato impegno, perché è Lui a portare a compimento l'opera iniziata in noi.

Pietro, pur provato dalla fatica e dalla delusione, sceglie di rispondere a Gesù con parole cariche di fede: “Sulla tua parola getterò le reti”. Avrebbe potuto rifiutare, tornare a casa e riposarsi. Se lo avesse fatto, avrebbe perso non solo l’abbondante pesca, ma soprattutto l’opportunità di scoprire la sua vocazione.

Dio ha bisogno di noi. Spesso lo incontriamo nei momenti più impensati, quando è più difficile accettare, quando siamo impegnati in altro o sfiduciati perché le cose vanno bene. Gesù ci viene incontro per aiutarci, ma lo fa lanciandoci una sfida, chiedendoci di fare qualcosa di più e di fidarsi di lui. Ciò che ci chiede può sembrare di poco valore o illogico. Gesù lo conosciamo da molti anni, ma non ci siamo mai sentiti provocati direttamente. Pensiamo che Dio agisca solo nelle cose grandi, che ci chieda di essere degli eroi e fare dei miracoli, ma Lui lavora nelle piccole cose di ogni giorno, è lì che mostra la sua premura e il suo amore per noi. È lì che ci dona in cambio qualcosa dal valore inestimabile.

Allora l’invito di oggi per noi è di rinnovare ogni giorno il nostro impegno di seguaci di Cristo, ascoltare la Sua parola e rispondere con generosità.

Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Cosa dobbiamo fare?