Alle sorgenti della gioia
Alle sorgenti della gioia: Renew the vows, renew the joy
Questa omelia è stata fatta in occasione del rinnovo dei voti di due Piccole suore Missionarie della Carità.
Quando io sono entrato il noviziato, una delle prime cose che il maestro ci chiese fu: Sei felice? Noi ci aspettavamo una lezione sulla vita religiosa, sulla vocazione, sul sacrificio, sull’impegnarci, lui, invece ci chiese se eravamo felici. Noi abbiamo risposto di sì, ma lui si è reso conto che eravamo confusi e perplessi, allora ha aggiunto: se non lo siete, allora cosa siete venuti a fare? E più ancora perché rimanete? Noi pensavamo che volesse farci un discorso sulla santità e sugli sforzi da fare per conquistarla, mentre lui ci parlava di felicità. Ci chiedeva di essere coscienti di cosa succedeva attorno a noi e dentro di noi. Spesso noi confondiamo la gioia con il trovarci bene, con l’avere tutto quello di cui abbiamo bisogno, con l’assenza di problemi importanti, e se così fosse non si può essere felici da santi, e nemmeno da religiosi.
Durante l’anno, seguendo le sue lezioni, abbiamo capito che la felicità ha radici ben più profonde di quelle che può mettere nelle cose materiali o nelle vicende esterne, una profondità che man mano scende, ci innalza e ci porta al cielo. La vera felicità è possibile solo con un’unione sincera con Dio che ci ha creati. Lui è il solo che può portare a compimento tutti i nostri sogni e le nostre aspirazioni profonde. Avete chiesto di poter rinnovare i voti; questo vuol dire confermare quell’unione mistica con Dio che ormai deve esserci dentro di voi; vuol dire dare concretezza a quel dialogo d’amore che deve essere la caratteristica principale della vostra vita.
Il Vangelo di oggi ci parla di due persone che vediamo solo qui, poi non le incontreremo più. Luca ci dice anche i loro nomi, per farci comprendere che sono persone vere, ma anche ordinarie, come noi: Simeone e Anna. Il primo è un laico, di sicuro avanzato in età, ma la sua caratteristica è che nella sua vita “normale” ha un buon dialogo con Dio e Dio gli fa una promessa: non te ne andrai senza aver prima realizzato il tuo sogno. Quale? Vedere il Messia, colui che, da sempre, ha desiderato di conoscere, l’unico che può dare senso alla sua esistenza. Anna, invece è una specie di suora, vive da oltre 50 anni nel tempio servendo Dio giorno e notte.
Perché questi due vivono così? Perché hanno posto queste priorità nella loro vita?
Perché sono seri nel loro desiderio di ricerca della felicità e credono di averla trovata nel loro dialogo costante con Dio. Probabilmente devono aver avuto qualche esperienza mistica. E voi? ne avete mai avuta una? Volete averla? Che state facendo per averla? Lo so, è un dono di Dio, ma Dio di sicuro questo dono ve lo fa, ma voi siete pronte a riceverlo?
Questo è ciò che dà senso alla vostra consacrazione religiosa, questo è ciò che può garantire la gioia, la pace interiore, il desiderio apostolico. Don Orione lo chiamava il fuoco, San Paolo lo chiamava “Amore che da dentro ci spinge con una forza che non può essere contenuta”.
Simeone e Anna non sono coloro che portano Gesù, Maria e Giuseppe fanno questo, ma loro, tra le tante persone presenti nel tempio sono i soli a riconoscerlo e sono in grado anche di capire cose che neppure Maria e Giuseppe avevano ancora capito. Voi siete chiamate ad essere esperte di Spirito. Non crediate di sapere tutto. Se siete oneste con voi stesse e con la vostra vocazione, scoprirete spesso cose nuove, magari da chi, sulla carta, dovrebbe saperne molto meno di voi. Questo non vi porterà turbamento, ma gioia, perché quando Dio si fa presente, porta sempre pace; non importa come si presenti, ma la pace lo accompagna, anche in momenti difficili e dolorosi. Ma se non poniamo attenzione alla sua presenza e al suo messaggio, se siamo pieni di orgoglio e presunzione, allora la pace scomparirà dal nostro animo, anche nei momenti più belli e gloriosi.
Quali sono i due atteggiamenti che queste due persone hanno nell’incontrare Gesù?
Il primo è sentirsi amati. Dio si è manifestato a loro, non li ha abbandonati, ha mantenuto la sua promessa e loro ne gioiscono. State sperimentando che Dio vi ha fatto delle promesse e le sta mantenendo? Sentite dentro di voi che Dio ha un amore particolare per ciascuna di voi? Simeone e Anna lo esprimono attraverso la lode a Dio.
Il secondo atteggiamento è l’apostolato. Da ricevitori si fanno subito ministri, missionari. Simeone annuncia a Maria e Giuseppe il futuro di questo bambino e le conseguenze che questo avrà anche nelle loro vite. Anna si mette ad annunciarlo a tutti. Quando voi parlate alle persone, queste si rendono conto che avete dentro la gioia di appartenere a Dio? Che Dio è l’argomento portante di tutti i vostri discorsi?
Dio ci ha fatti per la gioia e per la pienezza, non accontentatevi di cose parziali, puntate in alto, abbiate il coraggio di cercare ciò per cui vale davvero la pena di spendere la vita.
When I entered the novitiate, one of the first things the master asked us was: Are you happy? We expected a lesson on religious life, vocation, sacrifice, commitment, but instead, he asked us if we were happy. We answered yes, but he realized we were confused and perplexed, so he added: if you're not, then what have you come for? And more importantly, why do you stay? We thought he wanted to talk about holiness and the efforts required to achieve it, but he spoke about happiness. He was asking us to be aware of what was happening around us and within us.
Often, we confuse joy with feeling comfortable, having everything we need, the absence of significant problems. If that were the case, one cannot be happy as saints, or even as religious.
Throughout the year, following his teachings, we understood that happiness has much deeper roots than material things or external events, a depth that while descending in us, uplifts us, and leads us to heaven. True happiness is only possible through a sincere union with God who created us. He is the only one who can fulfill all our dreams and deep aspirations. You have asked to renew your vows; this means confirming that mystical union with God that must already exist within you; it means giving substance to that dialogue of love that should be the main characteristic of your life.
Today's Gospel speaks of two people we only see here, and we won't meet again. Luke also tells us their names to help us understand that they are real, ordinary people like us: Simeon and Anna. The first is a layman, surely advanced in age, but his characteristic is that in his "normal" life, he has a good dialogue with God, and God makes him a promise: you will not leave this life before realizing your dream. Which dream? To see the Messiah, the one he has always desired to know, the only one who can give meaning to his existence. Anna, on the other hand, is a kind of a nun, who lived for over 50 years in the temple serving God, day and night.
Why have these two people chosen to live like this? Why did they place these priorities in their lives? Because they are serious in their desire for happiness, and believe they have found it in their constant dialogue with God. Probably, they must have had some mystical experience.
And you? Have you ever had one? Do you want to have one? What are you doing to have one? I know it is a gift from God, but God surely gives you this gift, but are you ready to receive it?
This is what gives meaning to your religious consecration, what can guarantee joy, inner peace, and apostolic desire. Don Orione called it the fire; Saint Paul called it "Love that from within drives us with a force that cannot be contained."
Simeon and Anna are not the ones carrying Jesus; Mary and Joseph do that. However, among the many people present in the temple, they are the only ones who recognize him and can also understand things that even Mary and Joseph had not yet understood. You are called to be experts about the Spirit. Don't think you know everything. If you are honest with yourselves and your vocation, you will often discover new things, perhaps from those who, on paper, should know much less than you. This will not annoy you, but bring joy, because when God is present, He always brings peace, no matter how He presents Himself, even in difficult and painful moments. But if we do not pay attention to His presence and His message, if we are full of pride and presumption, then peace will disappear from our souls, even in the most beautiful and glorious moments.
What are the two attitudes that these two people have in encountering Jesus?
The first is to feel loved. God has revealed Himself to them, and has not abandoned them; He kept His promise, and they rejoice. Are you experiencing that God has made promises to you and is keeping them? Do you feel, inside you, that God has a special love for each of you? Simeon and Anna express it through praise to God.
The second attitude is apostolate. From being recipients, they immediately become ministers, missionaries. Simeon announces to Mary and Joseph the future of this child and the consequences this will have in their lives. Anna begins proclaiming it to everyone. When you speak to people, do they realize that you have the joy of belonging to God? Is God the main topic of all your conversations?
God made us for joy and fullness; do not settle for partial things; aim high, have the courage to seek what is truly worth spending your life on.