La vera generosità
Chi è più generoso?
Oggi il vangelo ci presenta due parti fondamentali. La prima parte è un giudizio critico contro il modo di vivere degli scribi. La seconda parte, invece, è un invito a giudicare la realtà delle cose e la vita delle persone non basandosi sulle esteriorità, ma guardando al cuore e alle intenzioni che esse hanno.
Gli scribi erano le persone istruite del tempo. Tra i pochi che sapevano leggere e scrivere, avevano accesso alle sacre scritture e spesso erano chiamati a darne l’interpretazione. Non erano tanto i maestri della legge (o i Farisei) a servirsi delle loro interpretazioni, quanto piuttosto i giudici, che richiedevano il loro parere su decisioni importanti della vita quotidiana. Gli scribi poi redigevano i documenti finali delle decisioni prese dalle autorità.
Gesù li rimprovera perché, se da una parte mostravano di essere i primi a pregare, di essere persone fedeli alle tradizioni e alle pratiche religiose, ed importanti tanto da essere invitati ai banchetti, dall’altra sfruttavano la loro posizione per arricchirsi a scapito dei deboli, come le vedove e gli schiavi, che non avevano possibilità di difendersi. Il giudizio di Gesù è severo: "Essi riceveranno una condanna molto severa". Alla fine dei nostri giorni, Dio non ci giudicherà in base alle cose che abbiamo fatto, ma dal come le abbiamo fatte e dalle intenzioni che ci hanno spinto a farle.
Noi aiutiamo le persone o ci serviamo di loro per i nostri interessi?
Per spiegare meglio questo pensiero, Gesù porta i suoi discepoli nell’area del tempio dove la gente si recava per pregare e offrire doni. Come in molte nostre chiese, c’erano delle casse per le offerte destinate alla manutenzione del tempio. Spesso, chi chiedeva una grazia portava un animale da sacrificare al sacerdote, che svolgeva il rito e che lo invitava a fare un’offerta. Molti si assicuravano che la gente vedesse quanto offrivano per mostrare la loro generosità e ricchezza.
La povera vedova menzionata nel vangelo si sarà sentita imbarazzata ad offrire solo due monetine, mentre gli altri offrivano somme molto maggiori. Tuttavia, Gesù, che legge il cuore delle persone, pone questa donna al centro dell’attenzione dei suoi discepoli. Lei ha offerto più di tutti perché ha dato non il superfluo, ma ciò che era necessario per la sua vita. Inoltre, lo ha fatto con umiltà e vergogna per la sua povertà, non per ostentare ricchezza o generosità.
Noi cosa offriamo al Signore ogni giorno? Non è importante se è tanto o poco, ma il perché lo facciamo, cosa esso rappresenta per noi e come influisce sulla nostra vita quotidiana. Riflettiamo sulle nostre intenzioni e cerchiamo di offrire a Dio con un cuore puro e sincero, mettendo le nostre capacità e risorse al servizio del bene comune e della volontà divina.
Chiediamoci inoltre quanto sia importante pen noi che le persone vedano e approvino quello che facciamo. Se dipendiamo dal giudizio degli altri, spesso non riusciremo a fare ciò che in coscienza sappiamo essere giusta ma che non è approvato dalla gente attorno a noi. Allora ci riduciamo ad essere uno dei tanti nella massa e non portiamo alcun contributo di cambiamento e di rinnovamento alla società.