Gesù dove sei?
Gesù, dove sei?
1a domenica di Avvento C
Preso in se stesso, il vangelo di oggi parla della fine del mondo e della seconda venuta di Cristo. Io penso che per poterne ricavare qualcosa di utile alla nostra vita noi dobbiamo leggerlo come se Gesù ci stia invitando a prepararci all’incontro con Lui, prima di tutto nel prossimo Natale, ma poi anche, in modo più definitivo, al momento della nostra morte. La domanda che dobbiamo porci è: sono pronto ad incontrare Gesù? Quando lo incontrerò saprò riconoscerlo? Forse noi pensiamo che Dio si mostri sempre attraverso grandi eventi, positivi come miracoli o negativi come terremoti e distruzioni. Queste cose avvengono ma non sono legate necessariamente alla fine del mondo e molto probabilmente non alla fine della nostra vita. Allora come prepararci? Ecco il significato del periodo di Avvento che oggi iniziamo.
Gesù oggi ci dice: State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; … Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo».
Ogni giorno sperimentiamo eventi positivi e negativi, alcuni di maggiori dimensioni e altri minori. Di fronte alla vita ci sono due atteggiamenti: c’è chi non si preoccupa mai e lascia che le cose capitino. Dice: “Che cosa posso farci”, e vive alla giornata senza avere un vero progetto, una visione del futuro. Si limita a godere delle cose che ha. È la posizione descritta nella frase appena letta. Ma c’è anche chi è sempre ansioso e pieno di paura ed ogni episodio gli fa perdere la pace e la gioia di vivere. Entrambe le posizioni sono sbagliate perché si basano solo su calcoli umani senza una prospettiva di fede. La vera domanda da farci è: Dov’è Dio in tutto questo? Cosa vuole che impari da questi episodi e come vuole che reagisca?
Noi credenti siamo invitati al discernimento e alla vigilanza. Chi desidera incontrare Dio deve essere capace di interpretare i segni dei tempi. Dio non è la causa delle tragedie, ma comunque è presente. Non ci dà soluzioni magiche o miracolose, ma ci ispira perché noi troviamo le soluzioni più opportune. Non ci sono dubbi che ci sono momenti in cui ciò che accade attorno a noi è pesante da accettare, basti pensare a delle crisi mondiali come quelle che abbiamo sperimentato ai tempi della pandemia, di un terremoto o di una inondazione, una guerra; altri, invece, sono solo personali o famigliari: una malattia, la morte di una persona cara, una crisi famigliare o una separazione, la perdita del lavoro, eccetera. Come dobbiamo reagire? Gesù ci invita ad essere pronti e a discernere con fede. Questo vuol dire imparate a vedere Cristo negli avvenimenti, non perché Dio abbia causato la pandemia o il terremoto o la guerra, e neppure la malattia o il divorzio o la morte, ma perché comunque in queste situazioni Lui si fa presente per assisterci. Sta a noi riconoscere le ispirazioni o le occasioni che Lui ci presenta, in modo da ottenere dei frutti di vita nuova. Il Cristiano, di fronte a una crisi, non cerca di tornare a essere come prima o fare le stesse cose di prima, ma ricerca un rinnovamento che può portare a un qualcosa di più, un miglioramento della nostra situazione personale.
Ma Dio è presente anche nelle piccole cose, le piccole gioie e le piccole crisi. Questi sono momenti che ci fanno maturare, rafforzano la nostra capacità di vivere con sapienza ma devono rafforzare anche la nostra fede. Molti, proprio perché la vita sta andando bene e non ci sono cose particolari, diventano freddi verso Dio, si dimenticano che lui esista; si concentrano sulle cose materiali e cercano lì la loro felicità e soddisfazione, come se Dio sia importante solo nei momenti in cui abbiamo bisogno di aiuto per risolvere grandi problemi. Gesù è venuto nel mondo per stare in mezzo a noi. Per tre anni ha predicato e ha fatto dei miracoli, ma per trenta anni ha vissuto in famiglia con Maria e Giuseppe e nessuno si era accorto di chi lui veramente fosse. Approfittiamo di questo tempo di avvento per imparare a riconoscere Gesù.