Io sono la risurrezione
Per il funerale di Piero.
“Io sono la Risurrezione è la vita, chi crede in me vivrà”.
27 anni fa eravamo in questa chiesa per celebrare il matrimonio di Piero e Liviana. In quell'occasione avevamo letto il Vangelo delle nozze di Cana dove Gesù dice alla Madonna: “Non è giunta la mia ora”, un'ora che nessuno poteva conoscere o immaginare, l'ora della sua morte in croce. Oggi siamo qui perché è giunta l'ora di Piero, un’ora che nessuno di noi un mese fa poteva pensare. È quest'ora che lo riunisce proprio a Gesù. Questa unione ci consola e ci dà forza. Piero si è unito a Cristo nella sofferenza; ora è nella felicità con lui.
La vostra presenza qui e le centinaia di messaggi che abbiamo ricevuto, dimostrano quanto fosse amato e stimato per il suo carattere buono, disponibile, aperto a tutti. La settimana scorsa ho fatto visita a una donna defunta di 93 anni e c'era lì il pronipote di 5 anni. La mamma gli diceva: “Ora la bisnonna ha smesso di soffrire”. Il bambino ha risposto: “Sì mamma, però ora soffriamo noi”. Questa è la realtà. Noi siamo qui a dare l'estremo saluto a Piero e questo ci fa soffrire. Tutti abbiamo chiesto a Dio: “perché tutto questo?” ma non abbiamo ricevuto risposta, perché una risposta umana non c'è. La nostra domanda è la stessa che Marta ha fatto a Gesù: “Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto”; come volesse dire: “perché non sei venuto a salvarlo?” e l'unica risposta possibile è quella che Gesù ha dato a Marta: “Tuo fratello risorgerà” perché “Io sono la Risurrezione e la vita”.
Noi soffriamo, ma anche Gesù ha pianto per Lazzaro e le due sorelle. Anche in questo si è fatto vicino a noi e ci consola perché ci fa capire che non ci ha abbandonati, sta portando avanti il suo piano di salvezza e ci chiede di stare attaccati a lui perché questa è la strada giusta.
Noi, infatti, siamo riuniti qui in chiesa e ci accomunano due cose, di cui la prima è proprio la fede in Dio. In questo momento, siamo chiamati a rinnovare e rafforzare la nostra fede in Dio e nella vita eterna dove Piero ci ha preceduti assieme a papà.
La seconda poi, è la gratitudine a Piero per tanti bei momenti di amicizia che ciascuno di noi ha vissuto con lui. Qualcuno potrebbe pensare? Tante amicizie, tanti ricordi, tanti progetti spezzati. No! la parola spezzati non è giusta, bisogna usare la parola “potati”. Gesù ha detto: “Io sono la vite e voi i tralci. Il trancio buono, il Padre mio lo pota perché porti ancora più frutto”. Il bene che Piero ha seminato nella nostra vita ora deve portare più frutti per mezzo nostro. Però la parola “potare” va spiegata bene: non si tratta di tagliare rami che poi vanno buttati via perché sono secchi. Si tratta di fiori che si tagliano dal roseto per porli a decorare l'altare e al tempo stesso perché facciano posto ad altri fiori nuovi.
Siamo tutti parte del grande piano di Dio. Ognuno di noi ha un posto importante che varia nel tempo, fino al momento in cui raggiunge quello definitivo con Dio. Chiediamo a Piero di aiutarci da lassù a camminare sempre nella strada giusta per poter godere, poi, alla fine, nell'eternità assieme a lui e a tutti gli altri nostri cari.