riassunto del vangelo del cieco nato


Il cieco nato, in pillole
L’episodio di oggi si svolge durante la festa delle capanne, festa molto importante per il popolo ebraico con due riti fondamentali, uno basato sull’acqua e uno sulla luce.
Gesù era intervenuto in entrambe i riti dichiarandoli sorpassati e presentandosi come il vero centro del rapporto con Dio. Il miracolo descritto oggi è una dimostrazione di quanto detto.
Gesù si pone nella linea di quanto detto da Zaccaria che lui sarebbe stato “Luce per illuminare le genti” e quanto detto nel prologo “Venne la luce vera, ma gli uomini preferirono le tenebre alla luce”. Lui è la luce che ci può permettere di capire il vero senso della vita per non rimanere ciechi, richiusi su se stessi cercando di soddisfare solo i propri bisogni biologici.
Anche qui, come con la Samaritana, non è il cieco che cerca Gesù, egli continuerebbe a vivere tranquillo senza sapere o sperare niente di più dalla sua vita. È Gesù che fa il primo passo e si avvicina a lui per fargli capire che è chiamato a qualcosa di più grande.
Il gesto di Gesù è fatto di due parti. Prima c’è il ripetersi del gesto della creazione cioè fa del fango e vi alita sopra e pone questo fango sugli occhi del cieco, sta creando una persona nuova. Poi gli chiedere di andare all’acqua a purificarsi simbolo del battesimo che ci immette nella vita nuova ma che richiede un impegno personale, una scelta di vita. La guarigione, la conversione non è automatica, ha bisogno che l’uomo contribuisca accettandola quindi tocca a lui recarsi all’acqua e lavarsi.
C’è una seconda scena: l’uomo nuovo si scontra con la società vecchia che non accetta il suo cambiamento perché gli sfugge di mano, crea disturbo e finisce con espellerlo dal suo gruppo.
Intorno a lui si crea un clima di paura, incertezza, dubbio. La sua vita nuova mette molti a disagio. Anche i suoi genitori lo abbandonano.
Gesù non lo lascia da solo, lo va a cercare per completare l’opera che avrà il suo compimento il momento in cui questi fa la sua professione di fede.
Su cosa sono fissati i nostri occhi?
Come influisce su di noi la mentalità di chi ci sta attorno?
Siamo pronti ad accettare di essere scomodi  e rischiare di essere cacciati dagli altri?

Chi volesse ora leggere l'intera omelia la può trovare qui.
https://orestereligiouslife.blogspot.com/2020/03/non-ce-maggior-cieco-di-chi-non-vuol.html

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