La morte porta alla Vita. riassunto del Vangelo di Lazzaro


Riassunto della rianimazione di Lazzaro.
Questa è la terza catechesi battesimale della Quaresima. La prima riguardava l’Acqua, la seconda era sulla Luce, oggi vediamo la Vita che passa attraverso l’unione con la morte di Cristo.
Sentendo tutti i discorsi di Gesù ci viene spontaneo chiederci: Qual è il destino ultimo della mia vita? Dove sto andando? Cos’è la nostra vita: un cammino verso la tomba e basta? Che senso ha la morte? La cultura moderna rimuove il pensiero della morte.
Spesso il nostro rapporto con Dio è basato sul chiedere a Lui di poter tirare avanti il più possibile questa vita, risolvere i problemi che ci sono. Questo ci porta, quando non siamo ascoltati a mettere in dubbio tutto.  :a l’uomo non è fatto per questa vita ma per l’infinito.
C’è da fare chiarezza sulla differenza tra risurrezione e rianimazione. Rianimazione è riportare una persona a questa realtà in cui ha vissuto finora, per continuare le stesse attività, parentele, stile di vita, ecc.; come conseguenza della rianimazione c’è il fatto che la persona, come tutti quelli che sono qui, è destinata a morire di nuovo. È ciò che è accaduto a Lazzaro, al figlio della vedova di Naim, alla figlia di Giairo. Hanno continuato per alcuni anni la vita di prima e poi sono morti come tutti. Questo è quanto accade a pochissime persone e non è molto importante in sé.
La risurrezione, invece, non ci riporta alla vita di prima ma ci fa fare il salto di qualità immettendoci in pieno nella vita eterna. Questo è quanto è accaduto a Gesù la mattina di Pasqua ed è la vocazione di tutti noi. Questo è il vero miracolo che dà il senso alla nostra vita.
Gesù tarda ad andare da Lazzaro, nonostante sia chiamato “Colui che tu mai”, per sottolineare che questa vita non è importante, noi siamo fatti per la gloria di Dio. Ma per accogliere questo messaggio dobbiamo fare lo sforzo di uscire dalla mentalità della gente comune e accogliere il messaggio di Gesù nella sua globalità. Lui parla di vita eterna e non di vita biologica.
Marta è la prima a fare questa esperienza. Si presenta con la sua mentalità limitata e fa il cammino di conversione. Una volta convertita è pronta a tornare dagli “altri” e chiamare Maria e gli altri perché facciano la stessa esperienza.
Il messaggio di Gesù è diretto e chiaro, ma lui non ci giudica per la nostra incredulità e tanto meno ci condanna ma si mette a nostro fianco e condivide il nostro dolore. Le lacrime di Gesù non sono lacrime di disperazione ma di condivisione con i vivi. La morte per noi è sempre qualcosa di tragico e va vissuta con rispetto, ma chi ha incontrato Cristo piange in un modo diverso.
Tutti i gesti successivi sono da analizzare come segni ulteriori della necessità di cambiare il nostro modo di vedere la vita e la morte.
La pietra da rimuovere è la separazione tra la vita e la morte, le bende e le fasce sono le nostre idee che legano i “morti” al nulla, alla fine eterna.
Alla fine mi chiederete: Ma Lazzaro è stato veramente riportato in vita? Certo di sì, una storia del genere non la si inventa, ma essa non è importante per l’evangelista e neanche per Gesù, l’importante è che capiamo che Gesù è la vera Vita e in Lui siamo chiamati a vivere per l’eternità, ma questo passaggio va vissuto sperimentando la caducità delle cose terrene e biologiche e quindi sperimentando la sofferenza e la morte.

Se a qualcuno interessasse la riflessione intera:
https://orestereligiouslife.blogspot.com/2020/03/vivo-o-morto-morire-per-vivere-che.html
 

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