Quaresima: via a Cristo
Per una Quaresima fruttuosa.
Ogni anno trascorriamo 40 giorni per prepararci alla grande festa della Pasqua. Chiamiamo quei giorni “Quaresima”. Li conosciamo bene. Cosa facciamo soprattutto in quei giorni? Cerchiamo di fare qualche sacrificio come ad esempio rinunciare alla carne il venerdì, smettere di bere alcolici o birra, o di fumare o di mangiare dolci. Questo è buono e utile. Ma perché dovremmo farlo? E soprattutto, perché dopo Pasqua dovremmo ricominciare a bere o fumare o mangiare troppo? Ha senso questo sacrificio?
Come abbiamo detto la Quaresima è la preparazione al grande evento della Passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, quindi per comprendere il vero significato della Quaresima dobbiamo guardare a quegli eventi. Essi rappresentano qualcosa di molto più grande del semplice fatto che è accaduto. Non si tratta di qualcuno che è morto, ma di qualcuno che è morto per me, per liberarmi dalla schiavitù dei miei peccati e delle mie cattive abitudini, e ha realmente raggiunto lo scopo con la sua sofferenza e morte ma soprattutto con la sua risurrezione. Quindi la Quaresima dovrebbe essere il tempo in cui io sia meno concentrato sui desideri del mio corpo e più consapevole di come, seguendo questi desideri, mi allontano sempre di più da Dio e anche mi rovino, divento schiavo. Il fatto che per alcuni giorni riesca a rinunciare ad alcune di queste tendenze, mi fa capire che posso farlo anche per sempre, assaporare la bellezza di essere libero da ogni schiavitù, e conoscere sempre di più Gesù. Questo processo è chiamato Conversione.
Seguendo i nostri desideri mettiamo al centro della nostra vita noi stessi; in questo periodo di Quaresima, invece, vogliamo mettere al centro Dio e i nostri fratelli. Quindi le azioni consigliate per la Quaresima sono tre: la preghiera, il digiuno e la carità.
Pregare significa dedicare più tempo a Dio facendo qualche preghiera in più, ma anche leggendo qualche passo della Bibbia e prendere lì l'ispirazione per la mia conversione. Di solito il venerdì facciamo la Via Crucis, questo è un modo per dare tempo alla preghiera e riflettere su quanto Dio ci ama, ma non deve essere il solo.
Il digiuno significa dare meno gratificazione ai nostri desideri corporei. Senza mettere in pericolo la nostra salute, impariamo che possiamo essere meno dipendenti dai nostri bisogni e anzi più consapevoli dei bisogni delle persone intorno a me. Questo ci fa risparmiare un po' di soldi e un po' di tempo che possiamo usare per Dio e per le persone intorno a noi che ne hanno davvero bisogno.
Carità. Questo terzo punto mi fa uscire da me stesso per andare verso gli altri e realizzare così la natura stessa di ogni persona umana che è essere sociale. L'insegnamento centrale di Gesù è il comandamento dell'amore e la carità è il modo pratico per seguire quel comandamento.
Quindi non c'è vero digiuno senza preghiera e carità, non c'è vera preghiera senza digiuno e carità, non c'è vera carità senza preghiera e digiuno.