Maria Madre del Principe della Pace

 Solennità di Maria Madre di Dio e Giornata della Pace

Oggi la liturgia ci invita a contemplare ancora una volta il mistero del Natale. È lo stesso evento di una settimana fa: Dio che si fa bambino. Ma oggi lo guardiamo da un’altra prospettiva: dagli occhi di Maria, la Madre.

Maria non è solo la donna che ha dato alla luce Gesù. È colei che lo rende presente, lo custodisce, lo offre. Per questo mi piace pensare a lei come a una sorta di primo sacerdote della storia cristiana. Nel Vangelo di Natale abbiamo ascoltato: “Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia.”

Betlemme significa “casa del pane”: e proprio lì Maria depone Gesù, pane di vita, come se ce lo consegnasse perché noi potessimo nutrirci di Lui. È quasi una prima Eucaristia, una prefigurazione: il Figlio appena nato si dona già come cibo di vita eterna, e lo fa attraverso le mani di sua Madre.

Ma come esercita Maria questo suo “ministero”?

Non con grandi discorsi, non con gesti appariscenti. Maria serve il mistero con silenzio, ascolto, interiorità. Ha vissuto mesi intensi: l’annuncio dell’angelo, la visita a Elisabetta, il turbamento di Giuseppe, il viaggio improvviso a Betlemme, la fatica di non trovare un luogo accogliente. Eppure il Vangelo sottolinea una sola cosa:

“Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.”

È così che Maria genera la pace: custodendo, meditando, lasciando che Dio prenda forma dentro di lei.

E anche noi siamo chiamati a fare lo stesso.

Non possiamo rendere presente Gesù come lei, fisicamente; né come il sacerdote a Messa, sacramentalmente. Ma possiamo farlo misticamente, attraverso la nostra vita: con una testimonianza serena, con gesti di bontà, con parole che non feriscono, con scelte che profumano di Vangelo.

Qualche giorno fa, un personaggio famoso diceva in un’intervista: “A Natale chiedo sempre la serenità. Non l’allegria: la serenità, che è sentirsi sicuri dentro.”

Da cristiani possiamo aggiungere: la serenità nasce dal sapere che non siamo soli, che Gesù abita in noi e dà senso anche alle prove più dure. E questo Gesù che portiamo nel cuore non è un tesoro da trattenere, ma un dono da condividere: pane che sazia la fame di verità, di giustizia, di pace.

 Oggi celebriamo anche la Giornata Mondiale della Pace.

Il Papa ci offre un tema forte: “La pace sia con tutti voi. Verso una pace disarmata e disarmante.”
Tre parole risuonano: con tutti – disarmata – disarmante.

Viviamo in un mondo ferito: più di cento conflitti armati sono in corso. Troppe guerre, troppe vite spezzate. E ci chiediamo: perché non riusciamo a costruire una pace stabile?

Le armi non portano pace: generano umiliazione, vendetta, desiderio di rivalsa.

La diplomazia, quando è guidata solo dagli interessi dei potenti, non costruisce fraternità: crea tregue fragili, che spesso si pagano con lo sfruttamento dei più deboli.

Già Kant, più di due secoli fa, intuiva che una pace duratura non può essere:

  • imposta da una parte sull’altra,
  • fondata sugli interessi dei più forti,
  • una semplice pausa per preparare la prossima guerra,
  • costruita senza il coinvolgimento dei popoli.

Una pace vera deve essere disarmata – cioè libera dalla logica della forza – e disarmante – capace di togliere all’altro la paura, il sospetto, il bisogno di difendersi.

E questo vale anche per noi: la pace nasce quando tutti, soprattutto i più fragili, si sentono sicuri, accolti, rispettati. Non solo quelli della “mia” parte, della “mia” nazione, del “mio” gruppo. La pace è vera solo quando tutti possono respirare.

 Qualcuno potrebbe dire: “È impossibile.”  “No, non lo è.”

È impossibile, sì… se continuiamo a governare il mondo come lo governiamo oggi.

Ma non è impossibile se scegliamo la via di Gesù:

la via dell’amore, della mitezza, della fraternità universale.

Pensiamo all’economia: perché si costruiscono automobili? Per facilitare la vita delle persone? Spesso no: per arricchire chi le produce. Se l’obiettivo fosse davvero il bene comune, le aziende collaborerebbero, i prezzi scenderebbero, si aiuterebbero a riparare invece che a buttare via.

Ma viviamo nella logica della competizione, del profitto, del “superare l’altro”. E una società costruita così non potrà mai generare pace.

La pace nasce quando scegliamo l’essenziale, la semplicità, la relazione.

Quando passiamo dalla competizione alla comunione, dall’indifferenza alla cura, dalla paura all’incontro.

In questo cammino Maria ci precede.

Lei ha portato nel mondo il Principe della Pace non con la forza, ma con la docilità, con il silenzio, con la fiducia.

E oggi ci consegna suo Figlio come dono per le nostre case, per le nostre famiglie, per il nostro mondo.

Che Gesù sia davvero l’Ospite perenne delle nostre vite. E che Maria, Madre di Dio e Madre della Pace, ci insegni a custodire, meditare e generare pace ovunque viviamo.

 Preghiera finale

Signore Gesù,
Tu che sei venuto nel mondo come un bambino,
entra ancora nelle nostre case, nei nostri cuori, nelle nostre famiglie.
Rendici capaci di custodire la vita come Maria,
con silenzio, con ascolto, con fiducia.

Maria, Madre di Dio e Madre della Pace,
insegnaci a meditare le cose che non capiamo,
a non scappare davanti alle difficoltà,
a lasciare che Dio trasformi le nostre paure in speranza.

Signore, dona a noi la serenità che nasce dalla Tua presenza.
Fa’ che i nostri giovani trovino in Te una luce per scegliere il bene,
e che le nostre famiglie diventino luoghi di accoglienza,
di dialogo, di perdono, di pace.

In un mondo ferito da guerre e divisioni,
rendi il nostro cuore disarmato e disarmante:
capace di spegnere il rancore,
di costruire ponti,
di cercare il bene di tutti, non solo il nostro.

Aiutaci a scegliere ciò che è essenziale,
a vivere con semplicità,
a mettere la persona prima del profitto,
la comunione prima della competizione.

Signore Gesù,
Tu che sei il Principe della Pace,
rimani con noi,
rimani nelle nostre famiglie,
rimani nei nostri giovani,
rimani nel nostro mondo.

E fa’ che, come Maria,
possiamo portare Te agli altri
con la nostra vita,
con la nostra gioia,
con la nostra pace.

Amen.

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