Quando rimaniamo bloccati

Cosa ci impedisce di essere ciò per cui siamo creati?

Il vangelo di oggi ci presenta una giornata tipica di Gesù. Lo vediamo molto impegnato sin dal mattino con la preghiera nella sinagoga, poi la visita alla casa di Pietro e infine la catechesi e le guarigioni con la gente. Al mattino successivo, all'alba, lo troviamo già in preghiera da solo, per riprendere la carica della sua missione.

Una cosa da sottolineare è la facilità con cui lui passa dalla preghiera all’azione, sia quella ufficiale  nella sinagoga,che quella personale. La preghiera deve essere il momento per programmare la nostra vita e verificare se stiamo facendo le cose giuste, ma specialmente se le stiamo facendo nel modo giusto.

Ma, per la nostra riflessione, mi voglio soffermare sulla guarigione della suocera di Pietro. Sembrerebbe un fatto molto semplice e presentati in poche parole, ma sottolinea molti aspetti interessanti per la nostra vita.

-        Gesù entra nella casa di Pietro. Non è un semplice atto di cortesia, ma di famigliarità. Gesù non entra nelle nostre vite per cortesia ma perché vuole farne parte.

-        Gli presentano un piccolo problema, ma Gesù lo prende a cuore e lo risolve. La persona ammalata non può alzarsi e quindi andare da Gesù a chiedere aiuto, ma ci pensano i suoi amici e famigliari a farlo per lei. Spesso vediamo persone in difficoltà o in pericolo; è nostro dovere pregare per loro e portare a loro Gesù, l’unico che può dare una vera soluzione ai loro problemi.

-        La suocera di Pietro è bloccata a letto. In quella società, le donne di casa erano coloro che avevano l’incarico di preparare tutto per gli ospiti che arrivavano. Loro dovevano assicurarsi che non mancasse niente. L’onore della famiglia dipendeva molto dal modo in cui esse preparavano le cose e servivano l’ospite. Ebbene, qui la donna di casa è impossibilitata a fare il suo dovere che è servire. È il dovere principale di tutti noi, non solo della donna di casa, di essere servitori e di fare del nostro meglio a chiunque entri nella nostra vita. Cosa c’è che ci blocca? Per la suocera era una semplice febbre, che la costringeva a letto, il luogo dove trovare conforto. Per noi potrebbe essere paura, pigrizia, risentimento, orgoglio. Ci ritiriamo nei nostri luoghi di conforto: attività personali, hobbies, lavoro, cose fatte non per la loro utilità intrinseca, ma per evitare di essere coinvolti con gli altri e doverli servire. Quante colte abbiamo sperato che gli altri non ci disturbino, e magari lo abbiamo anche fatto capire, direttamente o no, che essi sono di disturbo.

-        Gesù le tende la mano e lei torna a servire. Lasciamoci toccare dalla grazia di Gesù e tornare con entusiasmo alle nostre attività. Pensate a come, dopo una buona confessione, sentiamo il desiderio di impegnarci di più, di cambiare stile, di tornare alla nostra missione con più entusiasmo.

Alla sera sembra che tutta la città sia radunata attorno a quella casa e Gesù riesce a intrattenerli tutti, a dare risposte o soddisfazione a tutti. Non c’è nessuno che non possa trovare in Gesù le risposte di cui ha bisogno.

Il mattino seguente, Pietro, visto il successo della sera precedente, vorrebbe che Gesù ritorni a godersi un altro giorno di gloria. Si sente orgoglioso del suo nuovo maestro. È veramente sicuro che c’è bisogno di Gesù, ma dentro di sé sente anche il desiderio di risplendere a quella luce, che i suoi paesani lo vedano in modo diverso, l’amico di quella persona importante. Gesù non è attirato dalla fama o dal clamore, ha una missione da compiere ed è quella di andare da tutti, specialmente da chi non lo conosce o da chi non fa rumore.

Nel nostro apostolato ricerchiamo chi ha veramente bisogno e chi non ha altri che lo aiutino, o cerchiamo la popolarità?

 

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