Al vertice dell'esperienza religiosa
Abbiamo raggiunto il “Climax”?
Siamo all’inizio della settimana più importante della storia umana, una settimana che ci chiede di dedicare un po’ di tempo a noi stessi, a riflettere sulle nostre priorità, sul nostro cammino. Per 35 giorni abbiamo seguito le orme di Gesù, un cammino inquietante che ogni domenica ci ha fatto riflettere su molti aspetti importanti per la nostra fede:
Quali sono le cose che mi attraggono di più?
Chi è Dio per me?
Cosa veramente desidero?
Cosa cerco e come lo cerco?
Che senso ha la mia vita?
E ad ogni domanda, Gesù ci ha dato delle risposte che non posso averci lasciati tranquilli, dato che le Sue soluzioni sono ben distanti da quelle che la società e la maggior parte della gente propone. Ora siamo arrivati al traguardo. L’invito che mi sento di farvi è di vivere questa settimana con impegno, non solo perché dedicherete più tempo del solito alle cose religiose, ma ponendo attenzione su come usare questo tempo. Riflettete su quello che sentirete o pregherete, ma non una semplice riflessione intellettuale alla ricerca del senso delle parole. Questo è importante ma non basta. Quello che vi chiedo è di fare attenzione a cosa succede nel vostro cuore mentre sentite quelle parole, cosa si muove dentro di voi? Perché? Cosa vi verrebbe voglia di fare? Cosa vi impedisce di farlo?
Il tema centrale della settimana è “Cristo re”, non un semplice re di qualche minuscolo stato sconosciuto, ma il re di tutto, di tutti, di sempre. Un re eterno, dunque, ma sappiamo bene che le cose materiali che ci circondano sono per natura limitate e di breve durata; allora dobbiamo cercare il suo regno in qualcos’altro: le cose spirituali. Gesù stesso nel vangelo di oggi dice: Il mio regno non è di questo mondo, se lo fosse il mio esercito sarebbe venuto a difendermi, ma il mio regno non è di questo mondo”. Allora lo riconosciamo come re non quando fa i miracoli, che sono interventi straordinari ma su cose materiali, ma quando parla di cose eterne come amore, solidarietà, perdono, misericordia, cose senza confini e che aprono la nostra vita a un mondo senza limiti. La battaglia che i nostro re fa per difendere il suo regno, non è condotta con le armi, ma con l’amore, lasciando che i nemici lo catturino, lo torturino e lo uccidano. Al momento più importante, quello in cui si decide chi ha vinto e chi ha perso, lui dice la frase vincente: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Lo scopo della sua battaglia non è quello di sconfiggere i suoi nemici, ma di salvarli.
A dire il vero, non dovremmo neanche chiamarli nemici, infatti Gesù ha detto: “Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per i suoi amici”. In quel momento, sulla croce, Lui sta dando la vita per quelli che lo hanno inchiodato lì, sono loro i suoi “amici”. “Che dire? Passi da me questo calice? Ma per questo sono venuto, perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Ditemi la verità: cosa provate davanti a Gesù che dice queste cose? Che è pazzo? Che è stupido? Provate la paura che capiti anche a voi qualcosa di simile? Pensate che in fondo Lui si è sbagliato? Lo so! Non avete il coraggio di dire questo perché temete che sia una bestemmia, ma in fondo lo sentite, non è vero? È per questo che vi ho chiesto di porre attenzione al cuore piuttosto che alla mente. Ogni anno abbiamo sentito le stesse frasi, abbiamo capito che è così, sappiamo che Lui ci è riuscito perché è Dio e sapeva che tanto alla fine sarebbe risorto. Allora abbiamo pensato che va bene così, chiuso il capitolo e dalla settimana prossima torniamo alla vita normale. Forse in tanti anni la Settimana Santa non ha provocato in noi alcun cambiamento di vita e di mentalità significativi. Tutto questo è stato possibile perché abbiamo creato uno scollamento tra la mente e il cuore, non abbiamo permesso che i nostri sentimenti portassero dei cambiamenti concreti. Vogliamo che anche quest’anno sia sprecato in questo modo?
In questa settimana Gesù ci apre le porte dell’eternità, della vita vera, della gioia profonda. Tocca a noi fare il passo per entrare da quella porta, ma il comando alle gambe per muoversi non verrà dal cervello, almeno non all’inizio, ma dal cuore. Khalil Gibran ha scritto delle bellissime righe che di sicuro conoscete:
“Quando l’amore vi chiama, seguitelo, anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgeranno, affidatevi a lui, anche se la sua lama, nascosta tra le piume, vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui, anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il soffio del vento del nord devasta il giardino. Poiché l’amore, come vi incorona così vi crocifigge, e come vi fa fiorire così vi reciderà”.
Questa è la settimana dell’amore, dell’amore vero, dell’amore infinito. Il nostro re ci invita a condividere il suo regno di amore. E noi, vogliamo vivere con Amore o senza di Lui?