Amare, ma sul serio

 Amare, ma sul serio.   Mt 5,38-48

Continua il discorso iniziato Domenica scorsa, cioè come possiamo vivere da veri Cristiani?  lasciandoci guidare dal comandamento dell’amore.

Oggi Gesù va direttamente al centro della questione: “Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti”.

Sono parole forti e dirette in cui è veramente difficile trovare un compromesso o una scorciatoia. Ma come fare questo? Sembra una missione impossibile. Gesù si rende conto di questa difficoltà, per questo ha aggiunto la frase finale: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Essere perfetti come Dio non vuol dire che dobbiamo saper fare miracoli, ma non vuol neanche dire che dobbiamo riuscire ad evitare tutti gli sbagli. Ciò di cui Gesù sta parlando e su cui si misura la nostra perfezione è la capacità di amare. Siamo invitati ad amare senza limiti e senza interessi personali proprio come fa Dio per noi; solo allora è possibile perdonare, avere pazienza, avere fiducia, mai scoraggiarsi, ripartire, eccetera.

Sembra difficile, anzi, impossibile. Il segreto è cominciare con generosità senza guardare a dove dobbiamo arrivare ma concentrarsi su ogni momento con fiducia nella presenza di Gesù con noi. Vogliamo imparare a guardare un po’ meno ai nostri interessi, a farci guidare un po’ meno dalle nostre passioni e lasciarci ferire dalla compassione, dall’empatia, dalla misericordia, dall’amore materno.

Domenica scorsa avevamo detto che la beatitudine che ci guidava era “Beati gli affamati e gli assetati di giustizia”; oggi ci lasciamo guidare da: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”. La misericordia , nel linguaggio biblico, è lo sguardo amorevole della madre verso il figlio che è ancora nel suo grembo o è appena nato. Di fronte a una persona che mi fa del male, invece di dare ascolto ai miei sentimenti feriti, devo pensare: cosa proverebbe sua madre se fosse qui ora al mio posto? Un altro pensiero che ci può aiutare è chiederci: “Cosa stava pensando Gesù mentre era sulla croce”? Lui si è fatto uccidere per garantire la nostra salvezza, quanto siamo disposti noi a sacrificare per salvare quel fratello o quella sorella che mi hanno fatto del male?

Non è facile e non so se ci riusciremo, ma almeno proviamoci.

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