A lato di "Fratelli tutti"
Lettura orionina della nuova enciclica del Papa
La fratellanza universale, è un sogno o un’utopia? È una necessità evangelica, l’unico modo per rendere vera la nostra adesione all’amore di Dio.
Viviamo in un mondo fortemente influenzato dalla politica, dall’economia, dagli slogan che rendono sempre più difficile la trasmissione dei valori umani ed evangelici che avevano caratterizzato in passato la nostra società. È difficile rimanere liberi interiormente senza prendere atteggiamenti fortemente di parte che poi, per conseguenza influenzano le nostre scelte pratiche. Il processo di globalizzazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni, ci ha resi più vicini, ma non più fratelli. Siamo più soli che mai.
Noi che linea vogliamo seguire? Don Orione direbbe: quella della Chiesa, che poi è quella del Vangelo.
Oggi Papa Francesco ci ha fatto dono di un’esposizione chiara di quale sia la sua visione sociale, cioè di come, secondo lui, Dio vede il mondo e di conseguenza di come dobbiamo vederlo noi.
Noi vogliamo approfittare di questa occasione per rinnovare la nostra adesione di “Orionini” al suo magistero.
Nel corso di questa enciclica si affrontano argomenti che erano già cari a Don Orione. Ecco cosa ci direbbe lui oggi.
Per contrastare le ombre dell’egoismo e dell’odio che coprono tanta parte della nostra società, dobbiamo rispondere prima di tutto con una rinnovata adesione a Cristo:
“Si avanza al grido angoscioso dei popoli: Cristo viene portando sul suo cuore a Chiesa, e nella sua mano le lagrime e il sangue dei poveri: la causa degli afflitti, degli umili, degli oppressi, delle vedove, degli orfani, dei reietti. E dietro a Cristo si aprono nuovi cieli: è come l’aurora del trionfo di Dio! Sono genti nuove, nuove conquiste, è tutto un trionfo non più visto di grande, di universale carità, poiché l'ultimo a vincere i Lui, Cristo, e Cristo vince nella carità e nella misericordia”. (V117- T102)
La carità la si deve vivere con coraggio e convinzione, con uno sforzo personale che non è mai facile e richiede una capacità di accettare sofferenze.
“Fa, o mio Dio, che tutta la vita mia sia un olocausto, sia un inno, un cantico sublime di divina carità e di consumazione totale di me nell'amore a Te, o Signore, ed alla Santa tua Chiesa, e al tuo Vicario in terra, e ai Vescovi tuoi e a tutti i miei fratelli. Che tutta questa povera vita mia sia un solo cantico di divina carità in terra, perché voglio che sia per la tua grazia, o Signore un solo cantico di divina carità in cielo! Carità! Carità! Carità!” (V82-T123)
Bisogna aprire il nostro cuore agli altri, a tutti gli altri, specie i più bisognosi, avere cioè: “Un cuore senza confini, perché dilatato dalla carità del mio Dio Gesù Crocifisso: io non sono niente: tutto è Gesù e la volontà dei Superiori”. (V102-T33)
La politica, assieme all’economia tiene strette in mano le chiave del potere. Ecco allora il nostro programma di azione per contrastare questa strategia perversa: “La nostra politica è la carità, che non vede partito, è la politica del Pater Noster. In tanta apostasia dalla fede, in tanta onda di egoismo e di odio, tutt'altro che sacro, vogliamo colla carità trionfare su tanti cuori ostili o ribelli” (V71-T102)
Dobbiamo arrivare, cioè, a costruire una fraternità universale basata sui principi di uguaglianza e solidarietà.
“La nostra misericordia dev'essere grande quant'è grande la misericordia del Padre nostro, che è nei cieli! Si comprende: per quanto ciò è dato alla nostra natura. Ma il Padre celeste fa splendere il sole sulla testa de’ buoni e su quella de’ cattivi: vuol dire che la nostra carità e misericordia dovrà abbracciare tutti, senza eccezione, buoni e cattivi, amici e nemici, ricchi e poveri. Che, se preferenza ci vuol essere, deve essere per i poveri, per i cattivi, pei nemici. Questo è lo spirito di Gesù Cristo: chi lo vive, vive la carità di Gesù Cristo, e avrà la vita eterna con Lui. Tutti i nostri fratelli hanno diritto sopra di noi, perché la vita non è un privilegio, non una festa; ma una palestra di virtù, un servizio di conforto altrui, di fraterno aiuto, e occorrendo anche un dolce olocausto per i fratelli nell'amore di Dio, a rassomiglianza di Colui che si fece a noi fratello per immolarsi per noi”. (V82T17)
Concludiamo con una preghiera.
“O Gesù, che sei ancora e sei sempre in mezzo a noi, senti il bisogno che abbiamo di Te, in questa ora del mondo. Vedi, o Gesù, che noi periamo! Salvaci ancora una volta! Da ai poveri, agli operai, alle masse proletarie e dà ai ricchi la tua luce di verità e di giustizia, la tua carità, quella carità che è vita, fratellanza e salvezza: che nulla chiede e tutto dà; che sola, che sempre unifica ed edifica in Cristo, per la vita del tempo e per la vita della eternità. Fa sentire a tutte le genti che, sopra tutti gli umani interessi, opinioni, passioni e parti, si leva il Vangelo, e col Vangelo si leva il grande Padre delle anime e dei popoli, “il dolce Cristo in terra”: col Vangelo si levano i Vescovi, che sono i maestri, posti dallo Spirito Santo a reggere la Chiesa di Dio”. (V73T24)