Lei sì, e noi? Anche!
Assunzione
di Maria Vergine.
Per
la riflessione di oggi parto da due frasi del vangelo, una presa dal
vangelo della messa prefestiva cioè per chi andrà a messa il 14
sera, l’altra dal vangelo del 15 mattina. Eccole:
“Beati
piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la vivono” (Lc
11,28);
“Il
mio spirito esulta in Dio mio Salvatore perché ha guardato l’umiltà
della sua serva”. (Lc 1,53)
Stiamo
celebrando una delle feste più grandi in onore della Vergine Maria,
ma dobbiamo comprendere bene una cosa per non cadere nell’idolatria.
La nostra religione ci indica quattro dogmi riguardo a Maria:
l’Immacolata Concezione, la Verginità perpetua, la Maternità
Divina, L’Assunzione”. Va sottolineato che tutti e quattro sono
doni gratuiti di Dio e quindi in essi non c’è alcun merito da
parte sua, eccetto naturalmente il fatto che ha accettato di
diventare Madre e ha scelto di vivere la sua verginità; ma
nell’essere stata concepita senza peccato e nell’essere stata
portata in cielo anima e corpo non vi è alcuno sforzo suo.
La
grandezza di Maria sta piuttosto nel modo in cui lei ha saputo essere
una donna normale in situazioni normali, ma con uno stile di vita e
impegno superlativi. Dov’è stato il suo impegno? Lo sottolineano
appunto le due frasi che ho riportato sopra.
Maria
aveva tutte le ragioni per vantarsi della sua situazione, non lo ha
fatto, ha vissuto con umiltà, nascondimento, silenzio. Perché?
Perché non era concentrata su se stessa e il proprio vantaggio, ma
sull’ascolto della parola di Dio e sulla sua realizzazione che si
stava compiendo nella vita del suo figlio.
Voi
che siete mamme pensate all’ansietà che Maria avrà sperimentato
sapendo di doversi mettere in cammino verso Betlemme nonostante che
fosse incinta già da vari mesi. Pensate all’ansietà provata nel
dover scappare in un paese straniero col bambino molto piccolo a
causa della persecuzione del re Erode. Pensate all’angoscia provata
quando si è accorta con Giuseppe che il bambino non era con loro
nella carovana al ritorno da Gerusalemme. Pensate a cosa avrà
provato quando eventualmente Gesù le ha detto che ora doveva
lasciare la casa per cominciare ad andare in giro a predicare.
Pensate a cosa avrà provato quando le giungevano notizie dei suoi
miracoli, delle folle, ma anche dell’opposizione dei capi del
popolo e dei potenti Farisei. Pensate cosa avrà provato stando ai
piedi della croce mentre deridevano e uccidevano suo figlio.
In
nessuna di queste occasioni i vangeli riportano parole di Maria.
Maria vive tutti questi eventi carica di tutte le emozioni umane, ma
con la mente e il cuore rivolti verso Dio in atteggiamento di Fede e
abbandono. Fede che dice che Dio è presente e sa condurre la storia,
abbandono che dice di essere disponibile a fare la volontà di Dio
indipendentemente da quanto essa costi. Fede e abbandono sono
possibili perché il cuore è pieno di amore, non solo l’amore
umano che la rende indivisibilmente attaccata a suo figlio e alla sua
sorte, ma amore divino che le fa accettare in pieno il piano e la
rende forte nel collaborare con esso fino alla fine.
Giovanni
Paolo II ha detto che Maria ai piedi della croce era “amorevolmente
consenziente” a quanto accadeva.
Allora
perché dobbiamo celebrare l’Assunzione,
qualcosa che è avvenuto a Maria, e di cui il Vangelo non parla?
Queste sono alcune delle domande che forse i nostri amici ci fanno e
alle quali non sappiamo dare risposta. Perché per noi cristiani,
celebrare l’Assunzione della Vergine Maria in cielo è celebrare il
nostro futuro. Noi sappiamo che alla fine dei giorni tutti avremo la
stessa sorte di Maria, andremo ad abitare con Gesù in cielo, con
anima e corpo. La Chiesa ci invita a dare gloria a Dio per le grazie
operate in Maria, ma soprattutto ci presenta Maria come modello da
seguire e imitare.
Molti di noi pensano ancora che
Maria fosse molto diversa da noi, distante. Essa è stata come noi,
solo che ha vissuto una vita perfetta. Noi siamo invitati da Dio a
vivere la stessa perfezione. Lo so che probabilmente nessuno di noi
ci riuscirà, ma però è importante che noi facciamo del nostro
meglio.
Come possiamo fare per vivere
come Maria? Ogni giorno ascoltiamo la parola di Dio, ma dobbiamo
credere che in quel momento Dio sta parlando a me direttamente e mi
provoca ad agire. Quello che ascolto devo crederlo e tradurlo in
vita. Devo riconoscere Dio che è presente in ogni momento e ogni
fatto della mia giornata.
Quante volte ci troviamo di
fronte a persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Non dobbiamo
aspettare di essere chiamati, dobbiamo essere noi i primi a portare
la buona notizia dell’amore di Dio e farlo tramite il nostro amore.
Questa è la strada della
perfezione percorsa da Maria. Questa è la strada sulla quale
dobbiamo camminare anche noi.
Buona
festa.