la nostra famiglia inserita nella storia della salvezza
La sacra famiglia
sale al tempio ad offrire Gesù. Lc 2,22-40
È una bella scena
famigliare ma è anche un scena mondiale.
Abbiamo Giuseppe con
la sua sposa Maria che si recano al tempio ad offrire il primogenito,
Gesù, al Signore secondo la legge. Un atto che molti facevano, tutti
coloro che vivevano nella semplicità delle usanze e della legge del
tempo. Avete notato quante volte è ribadito il fatto che lo fecero
secondo la legge. È proprio questo richiamo insistente alla legge
che ci inserisce in un quadro più largo. L’offerta dei primogeniti
al Signore era stata inserita da Mosè a ricordo della strage dei
primogeniti in Egitto al tempo dell’Esodo. In quell’occasione Dio
aveva ucciso tutti i primogeniti nella terra egiziana ma aveva
salvato quelli degli Ebrei perché in ogni famiglia fu offerto un
agnello al loro posto. Da allora i primogeniti di Israele erano
offerti al Signore sacrificando un animale al loro posto. Ora qui
Giuseppe offre due animali invece di uno perché Gesù è il
primogenito di Maria ma anche di Dio.
Gesù si inserisce
in questo momento ufficialmente nella storia di Israele, una storia
rappresentata da Simeone uomo giusto, anziano che come tutti i pii
ebrei attendeva la liberazione di Israele.
Qui c’è già un
primo punto per la nostra riflessione: nessuno di noi è un’isola,
una cosa isolata dagli altri. Noi siamo famiglie inserite in una
storia che è la storia del nostro paese ma che è anche la storia di
Dio, la storia della salvezza. Gesù non è salvato dalla colomba che
hanno offerto per lui, ma dalla colomba è inserito nella storia e in
questa storia egli offre se stesso per salvare tutti. Noi siamo
dedicati a Dio perché Dio ci ha salvati. I figli di Israele furono
salvati dall’agnello immolato ma noi siamo salvati dal Cristo
immolato sulla croce. Ecco la ragione per cui Cristo non può essere
una cosa indifferente nella nostra vita.
Quindi qui in questa
bella scena della sacra famiglia che sale al tempio c’è tutto il
passato, il presente e il futuro della loro storia e così è per noi
che vogliamo seguire l’esempio di questa santa famiglia. È Simeone
stesso che ci ricorda questo collegamento tra il tempio e il Calvario
quando nel lodare il bambino ne predice il futuro di salvatore ma a
Maria dice: e a te donna una spada trapasserà l’anima e questo
avviene quando vede morire il suo figlio sul calvario.
Al momento in cui i
nostri genitori ci hanno presentati al Signore nel nostro battesimo,
anche noi siamo stati inseriti nella storia della salvezza, non di
nome ma di fatto e di fatto abbiamo accettato tutte le sue
conseguenze, belle, di gloria, ma anche di sofferenza perché Cristo
ha sofferto per noi e ci ha salvati attraverso la sua sofferenza.
Un altro aspetto
importante è che Giuseppe, Maria e Gesù salgono al tempio, il luogo
ufficiale della religione, il luogo dove lavoravano i sacerdoti, ma
la scena della profezia sulla vita di Gesù è fatta tramite un
laico, un anziano saggio, di preghiera, ma laico, cioè senza nessun
legame con i sacerdoti. A lui lo Spirito Santo dà l’incarico di
parlare a Maria e annunciarle il messaggio più importante della
storia: il destino del suo figlio e il suo coinvolgimento in esso.
Tutti siamo strumenti nelle mani di Dio per portare il suo annuncio
al mondo. Ci sono migliaia di persone a cui noi possiamo parlare di
Dio, persone che i sacerdoti non riuscirebbero mai a raggiungere,
magari anche perché queste in chiesa non ci vengono o perché pur
venendoci dei sacerdoti non si fidano. Ma ci siete tutti voi che
queste persone le incontrate come amici, parenti, colleghi di lavoro,
vicini di casa ecc.
Un ultima cosa su
cui riflettere ci viene dall’atteggiamento di Giuseppe e Maria di
fronte a quell’annuncio. C’è scritto chiaramente che essi
rimasero perplessi a queste parole. Quante volte noi rimaniamo
perplessi di fronte a tanti avvenimenti della vita, specialmente
quelli che non vanno d’accordo con il nostro modo di pensare. Dio
non segue le logiche umane perché sono troppo ristrette. Un
atteggiamento di fede è quello che riesce a vedere in ogni
avvenimento, buono o cattivo, la presenza di Dio, e la possibilità
per Dio di ricavarne del bene.
Concludo richiamando
i 3 punti che possono rafforzare le nostre famiglie seguendo
l’esempio della santa famiglia di Nazareth:
1- Siamo parte di
una storia grande, la storia della salvezza
2- Tutti siamo
chiamati a testimoniare questo annuncio di salvezza, preti o laici.
3- La fede ci dà la
forza di superare ogni avversità perché in ogni momento possiamo
vedere Dio all’opera che saprà ricavare il bene dalle nostre
sofferenze.