1 Diaconi Uomini di Dio. Testi di Don Orione

Nei prossimi 8 blog troverete le mie 4 riflessioni che ho presentato ai futuri Diaconi della nostra congregazione in Roma Novembre 2014.
Ogni riflessione è presentata in due blog: prima di tutto i testi di DOn Orione e della Bibbia per il lavoro personale, poi in un secondo Blog le mie riflessioni su questi testi.
I 4 temi sono:
Diacono uomo di Dio
Diacono uomo della Parola
Diacono uomo del servizio
Diacono uomo della Chiesa
Ecco il primo


1) Diacono uomo di Dio
Gen 32, 23-33
Gv 3, 14-17
Gv 15, 1-11
2 Cor 12, 7-10
Gal 2, 20
Fil 1, 21-24


V035T004
21 - 5 - 1890(91)
Carissimo fratello in G. C.
Sia lodato Gesù Cristo!
Dopo sei mesi di lotta, Gesù ha vinto e trionfa sul mio cuore.
Come ad amico carissimo, sono a darti a tal nuova, che ti riempirà l’anima di consolazione.
Non sono più del mondo.
Oggi - 21 maggio - l’ho abbandonato per abbracciarmi alla croce di Gesù Cristo e seguirlo ovunque Egli vada.
Ciò nonostante tutto il mio corpo resterà ancora a divertimento del mondo sino a che piacerà a Nostro Signore portarselo altrove.
Ringrazia con me Sua Divina Maestà, e pregala ad infiammarmi di carità e di beneplacito ai suoi voleri.
Addio, o mondo, addio, o parrocchia .... addio, o paese .... o parenti, addio!
Addio, o passato ...., o mia libertà .... o mia volontà. O robe mie .... addio e addio!
O mondo, o carne, o demonio, io vi ripudio e vi abbandono per virtù dello Spirito Santo ...
vi do un calcio e a voi rinunzio per seguir Gesù Cristo .... e in eterno io vi lascio
in nome ed a gloria del mio Signore.
Addio! prega per me peccatore.
Gesù viva! Gesù trionfi!
Il povero servo di G. C.
Ch. Maria Luigi di Gesù
delle anime e del Papa.


V061T013
Piccola Opera della Divina Provvidenza rivista 1899

Dio Solo!
Ieri mi trovavo nella camera d’un buon prete,
e là mi cadde lo sguardo su queste parole: - Dio solo!
Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quella di ieri, - e sovra il turbino di tante angosce e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo che mi venisse sussurrando:
Dio solo, anima sconsolata, Dio solo!
Su d’una finestra vi era una pianta di ciclamini, più avanti un corridoio e alcuni preti raccolti piamente a meditare, e più avanti ancora un crocifisso, un caro e venerato crocifisso che mi ricordava anni belli e indimenticabili, e lo sguardo pieno di pianto andò a finire là ai piedi del Signore!
E mi parve che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e m’invitasse a salire in alto, a confidare a Dio i miei dolori e a pregare!
Che silenzio dolce e pieno di pace!... e nel silenzio Dio solo andavo ripetendo tra me, Dio solo! E mi pareva di sentire come un’atmosfera benefica e calma
intorno alla mia anima!...
E allora vidi come dentro di me la ragione delle pene presenti:
vidi che invece di cercare nel mio lavoro di piacere a Dio solo,
era da anni ed anni che andavo mendicando la lode degli uomini, ed ero in una continua ricerca, in un affanno continuo di qualcuno che mi potesse vedere, apprezzare, applaudire; e conclusi tra me: bisogna incominciare una vita nuova anche qui, anzi bisogna incominciare di qui: - lavorare cercando Dio solo!
*
Lavorare sotto lo sguardo di Dio, di Dio solo! oh sì che c’è in queste parole tutta una regola nuova di vita, c’è tutto ciò che basta per l’Opera della Divina Provvidenza:
Lo sguardo di Dio!
Lo sguardo di Dio è come una rugiada che fortifica,
è come un raggio luminoso che feconda e dilata: - lavoriamo dunque senza chiasso e senza tregua, lavoriamo allo sguardo di Dio, di Dio solo!
Lo sguardo umano è raggio cocente che fa impallidire i colori anche i più resistenti: sarebbe per il caso nostro come il soffio gelato del vento che piega, curva, guasta il gambo ancor tenere di questa povera pianticella.
Ogni azione fatta per far chiasso e per esser visti, perde la sua freschezza agli occhi del Signore: è come un fiore passato per più mani e che è appena presentabile.
O povera Opera della Divina Provvidenza, sii il fiore del deserto che cresce, si apre, fiorisce, perché Dio glielo ha detto, e che non si altera, se l’uccello che passa lo scorge, o se il vento che soffia disperde le sue foglie appena formate.
Per l’anima nostra e per tutta la nostra vita: Dio solo! Dio solo!
*
Cari figlioli miei, vivere solo con Dio!
queste parole sono poco comprese nella gioventù ..., ma quando s’è fatta la triste esperienza della vita, o come si sente il bisogno di rinvigorire il cuore estenuato!
La solitudine senza Dio, farà riposare lo spirito, ma inasprisce il cuore: è una pianura fiorita ed odorosa, ma che non ha se non un sole pallido e mortuario.
La solitudine invece con Dio è atmosfera tiepida e dolce che sola sa guarire gli strazi del cuore! - Dio solo!
Oh com’è utile e consolante il voler Dio solo per testimonio!
Dio solo! è la santità nel suo grado più elevato.
Dio solo! è la felicità in tutto ciò che v’ha di più squisito.
Dio solo! è la sicurezza meglio fondata di entrare un giorno nel cielo.
Dio solo, figli miei, Dio solo!
*
Fiat!
È una piccola parola, dolce ricovero innalzato dal buon Dio in mezzo a questo deserto si arido e difficile d’attraversare, che si chiama la vita.
Fiat! esprime l’atto del fanciullo che si getta con amore sul seno del padre fin che passa l’uragano: l’atto del povero abbandonato che, dopo lunghi anni di vita triste e solitaria, ritrova la sua madre: l’atto dell’esiliato che, ricondotto sotto il tetto della sua infanzia, e rivedendo commosso tutto ciò ch’egli ha amato, non sa altro ripetere che: io qui voglio morire!
Fiat!
Pronunciatela questa parola, cuori spezzati dalla sofferenza e dalla lotta, o straziati dalla sofferenza dei vostri più cari, e sarà per voi un balsamo che vi guarirà.
Fiat!
Pronunciate questa parola, cuori rattristati dalla solitudine, scoraggiati per l’abbandono, e sarà per voi l’amico che consola, l’appoggio che sostiene!
Fiat!
Pronunciate questa parola, cuori timidi, che siete incerti sulla strada da scegliere e non sapete più a che indirizzarvi, e per voi sarà la luce che vi mostrerà il cammino.
Fiat!
Pronunciatela questa parola, o voi che volete allontanare da coloro che amate il timore che li agita od il male che li minaccia, ed essa li ospiterà sotto le sue ali, e l’uragano passerà senza toccarli.
Fiat!
Pronunciatele questa soave parola, o figli e amici miei, pronunciatela ad ogni sospiro, ad ogni battito del cuore, ad ogni movimento delle labbra; Dio la comprenderà sempre nel modo in cui volete ch’egli la comprenderà, ora come preghiera, ora come atto di rassegnazione, ora come atto di fede, nel dubbio, come atto di speranza nel timore, e sempre come atto d’amore.
Fiat!
Questa parola non si può dire che a voi, o mio Dio, perché a voi solo possiamo pienamente confidarci, dedicarci abbandonarci interamente.
Fiat!
Nelle vostre mani dunque, nelle vostre mani, o mio Dio!
Fiat! Fiat! in questo giorno di mortale tristezza io ve lo grido dal fondo dell’anima desolata, e mi inabisso in questa parola suprema con tutto ciò che più amo: Fiat! Fiat!
Lavorate, lavorate questo fango, dategli una forma e poi spezzatela ancora:
essa è vostra e di chi fa per voi, e non avrà mai più nulla a ridire: Oh quanti sforzi, o Signore, per arrivare sino a questo punto! Quanto di umano si è dovuto abbattere
e calpestare! Ora vi ringrazio dal profondo del cuore.
Fiat! Fiat!
Lavorate, lavorate questo fango: come volete, quando volete finché volete:
basta servire ai vostri disegni, e nulla resista mai in me alla vostra santa volontà.
Ordinate, comandate, proibite!
Che volete ch’io faccia?
Che volete ch’io non faccia?
Dove volete che si vada?
Dove volete che non si vada?
Creature, strumenti di cui Dio si serve per trasformare la mia anima eccomi:
fate, fate tutto ciò ch’egli vi comanda, poiché io so bene che, anche a vostra insaputa, voi non mi fate che ciò egli vuole:
Sofferente, innalzato, abbassato, utile a qualche cosa od inutile a tutti, io vi adorerò sempre e sarò sempre vostro, o mio Dio!
Nessuno mi staccherà da voi! nelle gioie e nei dolori sarò sempre tuo, o dolcissimo mio amore Gesù!
Solitario ed ignorato, come il fiore del deserto, errante come l’uccello senza nido, sempre, sempre, Signore e amore soavissimo dell’anima mia, uscirà dalle mie labbra la parola sottomessa di quella che mi hai dato per madre: Fiat! Fiat!
Sia fatto di me secondo la tua parola!

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