Il fuoco dell'amore
Quanto brucia il fuoco dell’amore (Luca 12,49-53)
“Sono venuto a portare il fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso!”
Queste parole di Gesù ci inquietano e ci provocano. Il fuoco non è mai neutro: brucia, consuma, trasforma. Fa paura, ma è anche fonte di vita. Senza fuoco, non c’è calore, non c’è luce, non c’è cibo. Il fuoco è ambivalente: può distruggere, ma anche purificare.
Il fuoco è anche qualcosa che raduna e rinnova. Ricordiamo i falò delle notti d’estate quando andavamo in campeggio con l’oratorio, attorno ai quali ci si raccontava storie e si cantava. O il camino delle case di una volta, dove la famiglia si stringeva per condividere il calore. Il fuoco crea comunione, ma solo se lo si sa custodire. Se lasciato libero, diventa devastante.
Gesù parla di un fuoco che desidera ardentemente accendere: non è un fuoco materiale, ma spirituale. È il fuoco del suo amore, un amore che brucia l’indifferenza, consuma l’egoismo, purifica il peccato. È un fuoco che non distrugge le persone, ma le rinnova. Come quando si bruciano le sterpaglie per far rinascere il terreno.
Subito dopo Gesù aggiunge: “C’è un battesimo che devo ricevere.” Parla della sua passione, della croce. Il fuoco dell’amore non è romantico o comodo: è un amore che passa attraverso il dolore, il sacrificio, la consegna totale. Non è mai bello morire, eppure Gesù dice: “Questa sofferenza ho finché non sarà compiuto°. Sa che la sua morte, anche se dolorosa come il fuoco che brucia
è però necessaria per purificare il mondo. La croce è il punto più alto di questo incendio d’amore: lì Gesù si consuma per noi, per purificare il mondo.
Eppure, questo fuoco non è accolto da tutti. Gesù stesso lo dice: “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.” Non perché voglia dividere, ma perché il suo messaggio è così radicale che costringe a scegliere. I discepoli di Gesù hanno sperimentato questo quando dopo la Pentecoste hanno cominciato ad annunciare il Vangelo, ma al tempo stesso sono iniziate anche le persecuzioni. In molte famiglie alcuni membri si convertivano mentre altri, per paura di morire li rigettavano. Il Vangelo non è un compromesso: è una chiamata a lasciarsi bruciare dall’amore, ma molti hanno paura di scottarsi.
Anche oggi il mondo è diviso. Non solo tra nazioni o ideologie, ma dentro le famiglie, le comunità, persino le parrocchie. Spesso per motivi superficiali, ma sotto cova qualcosa di più profondo: paura, gelosia, resistenza al cambiamento. Il fuoco dell’amore di Cristo non riesce a penetrare dove il cuore è chiuso, dove si preferisce la sicurezza alla verità, il potere alla comunione.
La vera unità non nasce dal pensare tutti allo stesso modo, ma dall’amare profondamente. Dove c’è amore autentico, si è disposti a cambiare, a soffrire, a perdere qualcosa per il bene dell’altro. Gesù lo ha fatto per noi. Ha scelto di bruciare sulla croce per accendere in noi il fuoco della vita nuova.
E noi? Siamo disposti a lasciarci incendiare da questo amore? A rinunciare a ciò che ci trattiene, per diventare anche noi fiamme vive nel mondo?