Sei felice?

 Tre parole per una vita più piena   (Gv 14,23-29)

Il Vangelo che abbiamo ascoltato oggi ci porta nel cuore dell’Ultima Cena. Gesù sta parlando ai suoi discepoli poche ore prima di essere arrestato e condannato a morte. Sono parole intense, intime, il suo testamento spirituale. In questo brano possiamo cogliere tre grandi temi che ci aiutano a entrare nel mistero della sua presenza: osservare la parola, dimorare, e la pace. Tre doni che diventano realtà solo grazie all’aiuto del Paraclito, lo Spirito Santo. Proviamo a rifletterci con calma.

1. Osservare la Parola

Gesù ci invita a custodire la sua parola e a metterla in pratica. Non si tratta solo di ascoltare con le orecchie: ascoltare davvero significa lasciarsi toccare nel profondo, comprendere con la mente e con il cuore. Non basta sentire un Vangelo o una predica alla domenica, se poi uscendo di chiesa non ricordiamo nemmeno di cosa si parlava. È facile che la nostra testa sia piena di altri pensieri, preoccupazioni, distrazioni… Ma il vero ascolto coinvolge tutta la nostra persona.

Gesù ci chiede un ascolto che porta alla concretezza, alla vita vissuta. E non per sforzo o dovere, ma come conseguenza dell’amore che abbiamo sperimentato. Pensiamo a un bicchiere d’acqua colmo fino all’orlo: trabocca spontaneamente, non perché deve, ma perché è pieno. Così deve essere il nostro vivere la Parola: non un compito da svolgere, ma il frutto naturale di un cuore pieno di Dio.

2. Dimorare

Il secondo tema è quello della dimora. Gesù dice che “Noi prenderemo dimora presso di lui”. Il verbo è al plurale: è tutta la Trinità che viene a stare con noi. Attenzione: non si tratta di una visita passeggera, come un ospite che viene a bere un caffè e poi se ne va. Dio non viene come un visitatore, ma come colui che vuole abitare stabilmente nella nostra vita. E non da ospite, ma da padrone di casa.

Quando Dio entra, porta con sé tutto ciò che è: l’amore creatore del Padre, l’amore redentore del Figlio, la forza e la sapienza dello Spirito Santo. Se lo lasciamo entrare davvero, la nostra vita non può restare la stessa: viene trasformata, profondamente e radicalmente.

3. La Pace

Infine, la pace. È il dono che Gesù ci lascia. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”, dice oggi, e lo ripeterà anche la sera di Pasqua. Ma non si tratta di una pace qualunque. La pace del mondo è spesso solo assenza di guerra o di conflitti. È importante, certo, ma fragile, superficiale, legata alle circostanze esterne.

La pace di Gesù è diversa: è una pace che nasce dentro, nel cuore. È la pace che ci sostiene anche nei momenti più difficili, nelle situazioni di conflitto, di dolore, di sconfitta. Gesù non ci promette una vita senza problemi – lo dice proprio alla vigilia della sua passione – ma ci assicura che non saremo soli. Ci dona la forza interiore per affrontare tutto, perché sappiamo che la Trinità abita in noi.

Ma come può accadere tutto questo?
Grazie allo Spirito Santo. Gesù lo chiama Paraclito, cioè consolatore, difensore, avvocato. È lui che ci è stato donato fin dal battesimo, ed è lui che ci accompagna ogni giorno. Sta a noi imparare a riconoscere la sua voce, il suo modo di operare. Sta a noi lasciarci guidare davvero da lui, nelle scelte di ogni giorno.

 

Post popolari in questo blog

Il bisogno di rinascere

Servire Dio, come?

Dio è più forte delle nostre paure