Spirito Santo: Chi è costui?

-

 Lo sconosciuto che ci dà vita.

Oggi celebriamo la Solennità di Pentecoste, la festa dello Spirito Santo. Tra le persone della Santissima Trinità, lo Spirito Santo è spesso il più sconosciuto e meno compreso. Quando preghiamo, tendiamo a rivolgerci a Gesù o al Padre, mentre lo Spirito Santo viene spesso trascurato. Eppure, è proprio lo Spirito Santo ad essere il più attivo dei tre nella nostra vita quotidiana.
È attraverso lo Spirito Santo che i Sacramenti agiscono e ci donano la grazia di Dio. Nel Battesimo diventiamo cristiani, nell'Eucaristia il pane e il vino diventano il Corpo e Sangue di Cristo, e nella Confessione i nostri peccati vengono perdonati.

Come possiamo comprendere meglio lo Spirito Santo e la sua azione?

Atti degli Apostoli 2:1-11 ci offre un'immagine vivida della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli. Essi erano riuniti nel Cenacolo, impauriti e incerti sul loro futuro, visto che Gesù era definitivamente salito al cielo. Sapevano che dovevano andare a predicare, ma dove e come? All'improvviso, nella stanza, si notano vento e fuoco. Il vento è il simbolo della creazione, e il fuoco è il simbolo dell'amore. In quel momento, gli Apostoli ricevono dallo Spirito Santo una vita nuova e un nuovo modo di vivere.
Questo dono dello Spirito Santo li trasforma radicalmente. Non hanno più paura di uscire e proclamare il Vangelo. Parlano in lingue diverse e tutti, da ogni parte del mondo, li capiscono. Le barriere di lingua, cultura e background sociale sono crollate.

San Paolo, nella sua Prima Lettera ai Corinzi 12:4-13, ci insegna che lo Spirito Santo è all'origine della diversità tra i credenti. Questa diversità non è motivo di divisione, ma piuttosto una ricchezza che arricchisce la Chiesa. Ogni persona ha doni e talenti unici. Essi sono donati dallo Spirito Santo per il bene comune.

Come sottolinea Gesù nel Vangelo di Giovanni 20:21-23, lo Spirito Santo è il dono che Gesù fa ai suoi discepoli prima di salire al cielo. "Come il Padre ha mandato me, io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo". Lo Spirito Santo è in noi per permetterci di realizzare il piano di salvezza di Dio nel mondo.

Quali sono le funzioni principali dello Spirito Santo nella nostra vita?

- Perdonare i peccati: Lo Spirito Santo non ci condanna, ma ci guarisce e ci fa rinascere. Il suo scopo è portare la salvezza, non la condanna. La sua forza risanatrice agisce prima di tutto in noi, ma poi, attraverso di noi deve diffondersi anche a tutti gli altri. Noi dobbiamo essere ministri di perdono.

- Guidarci verso la verità: Lo Spirito Santo ci illumina e ci aiuta a discernere il bene dal male. Non è un libro da imparare a memoria, ma attraverso la coscienza ci fa capire la realtà concreta delle cose.

- Darci forza e coraggio: Lo Spirito Santo ci sostiene nei momenti di difficoltà e ci dona la forza per superare le prove. La vita non è facile, essere discepoli di Cristo, ancora di meno. Proprio per questo abbiamo bisogno che lui sia sempre con noi.

- Unirci a Dio: Lo Spirito Santo ci permette di entrare in comunione con Dio e con gli altri fratelli e sorelle in Cristo. Esso è il ponte che ci permette di passare liberamente dal mondo materiale a quello spirituale e viceversa.

Gesù ci dona lo Spirito Santo non solo perché tutte queste cose si avverino per noi, ma anche perché noi diventiamo il suo strumento per la loro diffusione nel mondo. Il dono dello Spirito Santo è legato al mandato di andare in tutto il mondo ad annunciare la buona notizia. Lo Spirito Santo è il nostro compagno di viaggio, guida, istruttore, guardia del corpo.

Apriamo i nostri cuori all'azione dello Spirito Santo. Lasciamoci guidare dalla sua luce e dal suo amore. Preghiamo lo Spirito Santo affinché ci doni la forza e il coraggio di vivere da veri cristiani e di contribuire alla costruzione del Regno di Dio sulla terra.

Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

-
  Gesù è davvero un Re?  Quando sono entrato in chiesa, ho visto la bellissima statua di Cristo Re. Mi sono chiesto, chi è questo personaggio seduto con abiti regali su un trono d'oro, con una corona d'oro sulla testa e uno scettro in mano? Di sicuro non è Gesù. Certo, Gesù ha una corona, ma una corona di spine. Gesù ha uno scettro, ma il suo scettro è il bastone del pastore che sale sul monte per cercare la pecora smarrita. Gesù aveva vestiti, ma i suoi abiti regali erano quelli che si tolse durante l'Ultima Cena quando indossò un grembiule e iniziò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Gesù è su un trono, ma il suo trono è la croce. Quanto siamo lontani da questa bella immagine di un re ricco e potente.  Quando questa festa è stata creata 100 anni fa, e sono state scelte le letture per la liturgia, la Chiesa ha scelto per il primo dei tre anni liturgici il Vangelo di Giovanni che descrive Pilato che, dopo la flagellazione di Gesù e la coronazione con spine, lo pres...
Continua a leggere

I santi, nostri amici

-
  Perché festeggiamo i santi? Ogni anno celebriamo i santi, ma perché? Cosa ci unisce a persone vissute in tempi e culture così lontane da noi? Prendiamo ad esempio il nostro santo patrono. Perché lo veneriamo? Non certo per i suoi miracoli o per le sue imprese straordinarie, ma per i valori che ha incarnato nella sua vita. San Pietro, San Paolo, San Francesco... tutti hanno vissuto in modo esemplare il messaggio di Gesù. La santità non è riservata a pochi eletti, ma è una chiamata che ognuno di noi riceve. Oggi non celebriamo solo dei personaggi storici, ma prendiamo ispirazione da loro per vivere una vita più autentica. Ognuno di noi può trovare nel cuore di un santo una guida e un modello. Forse ci sentiamo più vicini alla carità di Madre Teresa, alla semplicità di San Francesco, alla preghiera di Santa Teresa, o al coraggio di San Lorenzo Ruiz. L'importante è trovare in loro un esempio che ci spinga a migliorare noi stessi. Allora, perché è importante celebrare i sant...
Continua a leggere

Alle sorgenti della gioia

-
Alle sorgenti della gioia: Renew the vows, renew the joy  Questa omelia è stata fatta in occasione del rinnovo dei voti di due Piccole suore Missionarie della Carità. Quando io sono entrato il noviziato, una delle prime cose che il maestro ci chiese fu: Sei felice?   Noi ci aspettavamo una lezione sulla vita religiosa, sulla vocazione, sul sacrificio, sull’impegnarci, lui, invece ci chiese se eravamo felici. Noi abbiamo risposto di sì, ma lui si è reso conto che eravamo confusi e perplessi, allora ha aggiunto: se non lo siete, allora cosa siete venuti a fare? E più ancora perché rimanete? Noi pensavamo che volesse farci un discorso sulla santità e sugli sforzi da fare per conquistarla, mentre lui ci parlava di felicità. Ci chiedeva di essere coscienti di cosa succedeva attorno a noi e dentro di noi. Spesso noi confondiamo la gioia con il trovarci bene, con l’avere tutto quello di cui abbiamo bisogno, con l’assenza di problemi importanti, e se così fosse non si può essere f...
Continua a leggere