A cosa servono le nostre doti?

 E tu sei bravo a cosa?

 Il Vangelo di oggi ci presenta la seconda delle tre parabole che Gesù racconta per spiegarci come entrare in Paradiso alla fine della nostra vita. Se vi ricordate domenica scorsa la prima parabola ci diceva di essere preparati per tale evento perché non sappiamo quando esso avverrà. La parabola di oggi ci dice che il Signore ci ha dato tutto quello di cui abbiamo bisogno per prepararci bene. La terza parabola, domenica prossima, ci dirà cosa dobbiamo fare in pratica per essere pronti ad entrare. 

La domanda che unisce queste tre parabole è: Come si comporta Dio con noi? E come dobbiamo comportarci noi per essere degni di stare con lui nella vita eterna?

Il racconto di oggi parla di un uomo deve partire per un viaggio. Prima di andare chiama i suoi servi e dà loro parte dei suoi averi, a ciascuno a seconda dei suoi bisogni. Per un po’ di tempo il padrone sarà assente e loro devono prendersi cura delle sue proprietà senza contare sulle sue decisioni. L’aspetto positivo è che dà loro tutto quello di cui potrebbero aver bisogno per portare avanti il loro compito.

Noi qui in terra facciamo difficoltà a vedere Dio, è come se lui fosse assente. Tutto appartiene a lui ma noi dobbiamo spesso agire come se tutto dipendesse da noi. La prima buona notizia è che Dio ci ha attrezzati per questo compito.  Allora dobbiamo chiederci: quali sono le doti, le capacità, le competenze, le occasioni che ho? Esse ci sono date da Dio stesso con uno scopo ben preciso, svolgere bene il nostro compito di persone incaricate alla cura del mondo.
Un secondo punto su cui riflettere è dato dal fatto che il padrone dà a ciascuno dei servi una cifra diversa. A uno dà 5 talenti, a un altro 2, a un altro 1. Però, al suo ritorno, nel chiedere conto del loro operato e nella risposta finale che dà loro, vediamo che lui tratta i tre servi nello stesso modo. Questo ci indica che non è importante che noi siamo più o meno bravi, e quale è il nostro settore di azione, se siamo esperti nella musica, o nell’industria, o nella politica, o nell'insegnamento. Ciò che è importante per il Signore è che sappiamo utilizzare le doti che lui ci ha dato nel modo giusto. Non è importante neanche quanto riusciamo a produrre attraverso queste doti. Chi aveva ricevuto 5 produce 5, chi aveva ricevuto 2 produce solo 2 ma quando vanno a rendere conto, la frase che il padrone usa per loro è la stessa: "Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone"
. Se chi aveva ricevuto un solo talento, alla fine non riceve lo stesso premio, è solo perché lui ha avuto paura e non ha prodotto niente. Se avesse prodotto 1, avrebbe ricevuto lo stesso premio degli altri. Quindi ora dobbiamo chiederci: come utilizzo le doti e le occasioni che ho? Faccio in modo che producano frutto al servizio degli altri, o solo per il mio interesse personale? Oppure, spinto dalla paura, non produco niente?

Domenica prossima capiremo come produrre il frutto giusto.

Uno potrebbe dire che Dio è ingiusto perché è vero che ci ha dato tante cose belle ma poi le rivuole tutte per sé. Noi siamo amministratori e non padroni, ma c’è una frase che ci chiarisce la cosa. Dopo aver ripreso il talento del servo pigro, il padrone dice: “Datelo a chi ne ha già dieci. A chiunque ha verrà dato e sarà nell’abbondanza”. Dio non ci toglie i talenti che ci aveva dato. Essi rimangono a noi, ma ne godremo in abbondanza solo se verranno usati nel modo giusto. Il vero scopo della vita eterna è vivere in piena comunione di amore con Dio e con tutti, allora solo l’amore ci permetterà di sfruttare e godere tutte le potenzialità che abbiamo.

Noi siamo Cristiani, cioè discepoli di Cristo. Il primo regalo che Dio ci ha fatto è di averci dato suo Figlio come maestro e guida. Noi svilupperemo in pieno le nostre doti e saremo felici nella vita se vivremo con lui come lui ha vissuto, mettendo in pratica tutto quello che ci ha insegnato.

In paradiso entreremo se abbiamo vissuto con amore, non se abbiamo imparato a memoria il Vangelo o se abbiamo costruito un'impresa o se abbiamo fatto tanti soldi o se abbiamo avuto una carriera di alto livello politico e amministrativo. Ma questo lo vedremo domenica prossima.

 

 

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