Le nozze tra Dio e l'uomo
Le
nozze di cana Gv.
2,1-11
Il vangelo di oggi, se non è compreso nel modo
giusto, sembra ci presenti un rapporto tra Gesù e Maria superficiale e, almeno
da parte di Gesù, un po’ sgarbato. Naturalmente questo non è possibile.
Per capire bene il significato di questo brano
partiamo dall’ultima frase: “Questo fu il primo dei segni che Gesù compì”. È un
segno, non solo un miracolo, e come tale va letto. Lo stesso Giovanni, alla
fine del vangelo dice che Gesù fece moltissimi segni che non sono scritti in
questo vangelo. Infatti Giovanni riporta solo 7 (+1) segni, e non tutti sono
miracoli, come ad esempio quando caccia i venditori dal tempio.
Per comprendere il significato di questo segno
dobbiamo analizzarne gli elementi.
Prima di tutto si parla di nozze. Le nozze,
nell’Antico Testamento indicano sempre il rapporto tra Dio e il suo popolo, e
indicano la beatitudine della vita futura, dove ci sarà un banchetto con vino abbondante e cibi prelibati. Israele
è una sposa infedele che Dio richiama sempre a sé con il suo amore.
Di questa festa il vino è il simbolo, la
garanzia. Ebbene in questo rapporto tra Dio e Israele il vino è finito. Perché le
persone non vivono più un rapporto vero di fiducia e di amore con Dio, ma
semplicemente il formalismo dei riti.
Questi riti sono rappresentati dalle 6 giare
usate per contenere l’acqua necessaria per i vari riti di purificazione che
rappresentavano ormai il centro del culto ebraico. Ebbene anche queste giare
sono vuote, perché ormai molti, stanchi di questo ritualismo vuoto, avevano
abbandonato anche queste pratiche. Sembra di vedere la nostra società cristiana
di oggi, dove la religione si è gradualmente trasformata in una serie di
precetti da esaudire, riti da fare, e a causa di questo, molti se ne sono
andati.
In questa scena si introduce Maria che Gesù
chiama “donna”. La scelta del nome donna non è mancanza di rispetto, ma un
riferimento al libro della Genesi. Il patto tra Dio e l’uomo avvenuto alla
creazione è rotto dal peccato originale. In quell’occasione l’angelo annuncia
che ci sarà un nuovo patto, restaurato dal figlio della “donna”. Maria la madre
di Gesù, è la donna nuova che introduce questo patto. Gesù dice quindi a Maria:
quale è il rapporto tra me e te? Solo quello di Madre e figlio? No! Tu sei la
donna nuova e io l’uomo nuovo e dobbiamo stabilire il nuovo patto con Dio, però
questo avverrà nell’”ora” stabilita.
L’”ora” ecco l’ultimo segno. Bisogna fare un
salto al capitolo 12 dove annunciando la sua morte Gesù dice: “per questo sono
venuto” e subito dopo al capitolo 13 all’inizio del racconto della passione
Giovanni dice: “sapendo che era giunta l’ora di glorificare il Padre”. Il vero
segno, quello finale e conclusivo che instaura il nuovo patto tra Dio e l’uomo
è sul Calvario, dove Maria è di nuovo col figlio e di nuovo Gesù la chiama “donna”
e attraverso di Lei inaugura il nuovo patto nella Chiesa.
Quello di cui il Vangelo di oggi ci sta
parlando è il grande amore di Dio per noi che non può essere ripagato solo
attraverso riti vuoti, ma che ci chiede di lasciarci coinvolgere in un rapporto
vivo e vitale. In questo Maria ha un posto importantissimo. Essa è colei che
introduce il mondo a Gesù, ma soprattutto cole che presenta Gesù al mondo: “fate
quello che vi dirà”. Se mettiamo in pratica gli insegnamenti di Cristo, se ci
fidiamo di lui come Maria ci chiede, allora tutti i nostri riti e le nostre
preghiere hanno un senso nuovo, un sapore nuovo e porteranno in noi una vita
nuova.
Il nostro essere cristiani non può più essere segnato da riti
ma deve avere al centro la croce di Cristo, segno del suo amore e suo invito a
seguirlo fino alla fine, alla resurrezione.