Come ereditare la vita eterna?


Che devo fare per avere la vita eterna? Marco 10, 17-27
Siamo di nuovo in viaggio. Tutti gli insegnamenti importanti di Gesù nel Vangelo di Marco sono fatti durante un viaggio, il viaggio della vita, il viaggio verso Dio. Gli viene incontro una persona. Non si dice chi sia. Matteo parla di un giovane, Marco non lo dice. Egli rappresenta tutti quelli che cercano onestamente la perfezione della vita. Ha visto in Gesù una persona interessante e valida e quindi va da lui a chiedere consiglio. È una persona brava, fin da bambino ha messo in pratica i comandamenti, ora vuole migliorare. “Cosa faccio per ereditare la vita eterna?” Se egli fosse qui tra di noi, diremmo che è il migliore e magari lo eleggeremmo anche “responsabile” di qualche gruppo.
Si presenta di corsa e si butta in ginocchio. È l’atteggiamento di chi va da Gesù a chiedere una grazia, un miracolo. Ha tutto ma è inquieto; qualsiasi gioia terrena ci sta stretta. Sant’Agostino diceva: “La nostra anima non è felice se non riposa in te”. L’inquietudine è sempre dentro di noi e noi cerchiamo di tacitarla con musica, rumore, eccetera; lui invece crede che la soluzione della sua mancanza di gioia, di vita, sia in Dio e vuole guadagnarsela, ma con le sue forze; vuol essere sicuro, vuole ordini da obbedire, cosa da fare, vuole guadagnarsi questa vita eterna, ma più ci prova, più si sente inquieto.
Qui è il suo errore; non c’è niente da guadagnarsi, perché tutto ci è dato da Dio e gratuitamente. Le indicazioni che Dio ci dà non sono per far piacere a Lui ma per avere ciò che è meglio per noi. La ricompensa è già in quello che viviamo, non abbiamo alcun diritto di reclamare ricompense. Tutto il resto è dono gratuito. Noi siamo sempre convinti che chi pecca è fortunato e chi segue Cristo è uno che soffre per un bene futuro. Il vangelo dice beati ora: chi soffre è già beato ora, chi è povero è già beato ora, chi fa il bene è già beato ora. È un discorso difficile da capire.
Allora: cosa devo fare per essere degno di ereditare questo dono? Gesù lo provoca sul suo terreno: Tu conosci la legge? E cita 6 comandamenti. È l’unica volta che Gesù cita i comandamenti, noi invece siamo rimasti incastrati lì. Gesù non gli dà molta importanza, anzi elimina i primi tre che sono la caratteristica di Israele, mentre gli altri erano comuni a tutte le religioni.  Gesù, quindi, cita delle norme morali comuni. Credi di meritarti il paradiso solo perché segui tutte le norme?
Poi il Vangelo prosegue con un dettaglio importante. “Allora Gesù, fissatolo (avendogli guardato dentro) lo amò”. Ha visto che quel cuore è in grado di fare il salto di qualità. Ha amato quella predisposizione. Gli offre la possibilità del salto ma “Quello, scioccato da quelle parole, se ne andò via triste”.
Qual’è la proposta di Gesù? Egli dice semplicemente: “consegna tutto quello che hai ai poveri”. La richiesta di Gesù sui beni è: “distribuiscili a chi ha bisogno”. Il salmo 24 dice: “Del Signore è la terra e quanto contiene”. Non esistono i possessivi “mio, tuo”, tutto è di Dio. Noi siamo amministratori e lui ci insegna come amministrarli. Darli ai poveri perché il mondo che Dio vuole è quello in cui non ci sono poveri. “Beati i poveri nello Spirito” sono coloro che mossi dallo Spirito hanno consegnato tutto a Dio per cui sono rimasti poveri.
Quando Gesù ti dice di consegnare le cose che possiedi non intende solo i soldi, ma molto di più: La sicurezza che la nostra casa ci dà; la nostra posizione e il nostro prestigio; l’immagine che gli altri hanno di me; la mia cultura; il mio modo di pensare e le mie idee; il mio tempo. Cosa hai fatto dei tuoi soldi, tempo, bellezza, voce, doti, ecc.? Cosa ne hai fatto? Il tesoro che ti porterai di là sono le cose consegnate in Dio. Tutto il resto viene sequestrato alla dogana. Quindi non è questione di buttar via tutto (è un dono di Dio) ma di consegnarlo ai bisognosi perché è fare ciò per cui Dio ce li ha dati.
Ogni volta che ci mettiamo a dialogare con un altro, tutte queste cose vengono messe in crisi, perché l’altro ha idee diverse, interessi diversi, cultura diversa, esigenze diverse, tempo libero diverso. Se ognuno rimane fisso nelle sue posizioni la situazione non si sblocca. Nelle discussioni, il più delle volte, non è questione di chi ha ragione o di chi ha torto, perché spesso entrambe le posizioni sono giuste. Lo stesso avviene quando si deve prendere una decisione. Gli interessi che si scontrano sono tanti e vari.
Gesù pone al giovane una scelta difficile: O ti fidi delle tue cose, o le metti da parte e ti fidi di me.  Questo non è facile.
Per chi è questo consiglio evangelico? Non ha niente a che fare con l’essere religioso o consacrato, cristiani di serie A o di serie B; è per tutti, è per chi vuole essere seguace di Cristo. Ad ogni cristiano è richiesto di amministrare i beni di questo mondo secondo il comando di Dio.
Che ha fatto poi quest’uomo? È tornato a casa, ha continuato a seguire i comandamenti, è rimasto una persona onesta, ma non è diventato cristiano. Non ha superato l’inquietudine che aveva dentro.

Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Alle sorgenti della gioia