Le tentazioni, perché?

Le tentazioni di Gesù.
Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto per essere tentato.
Ricordiamoci che Gesù in quanto uomo condivide con noi le debolezze, anche le tentazioni, ma non il peccato. Questo ci dice che la tentazione in sé non è peccato, il pensare qualcosa o anche il desiderare qualcosa diventa peccato solo il momento in cui si accetta di seguire quello che la tentazione propone pur sapendo che è contro il piano di Dio.
Gesù ha chiaro il suo compito: deve annunciare al mondo l'amore di Dio perché gli uomini lasciandosi aiutare da Dio siano salvi. Ma come far questo? quale è la tendenza naturale di agire che anche lui, come uomo sente? Il diavolo gli indica la via più logica, la più umana, quella che sembrerebbe la più efficace.
Il Vangelo di Marco non di sofferma come gli altri due a descrivere le tre tentazioni perché le presenterà poi lungo tutto il Vangelo. Lungo tutta la sua vita Gesù dovrà lottare con questo modo di pensare umano e tutti, specialmente quelli a lui più vicini, cioè i suoi discepoli, ma anche i vari capi della religione cercheranno di attrarlo a questo modo di pensare.
Il messaggio è semplice, in tre punti:
1. Dio ti ha dato tanti doni, tante cose, utilizzale per soddisfare la tua comodità, il tuo benessere. Quando sei ricco è allora che la gente guarda a te.
2. Cerca il potere. Non importa come ci arrivi, ma quando sei in alto tutti poi ti obbediscono, ti seguono, fanno quello che tu vuoi.
3. Cerca la popolarità. La gente si lascia influenzare facilmente da attori, sportivi, eroi.
In poche parole Se metti te stesso al centro avrai una vita migliore e più possibilità di riuscita.
Come potete notare il diavolo non sta dicendo a Gesù di fare alcuna azione peccaminosa.
Il problema è che vivendo così non c'è posto per Dio e non c'è posto per l’amore. Quindi agendo in un modo che sembrerebbe più umano in realtà tradiamo la natura umana perché la distacchiamo da Dio suo creatore e dall'amore che è l'unica cosa di cui ha bisogno.
Gesù dice: le cose materiali sono per servire gli altri, Dio penserà a te.
Il potere è di Dio solo e solo a Dio la gente deve obbedire, voi siete qui per servire non per essere serviti.
La gloria va solo a Dio, lui solo salva, per cui voi dovete attirare le persone a Dio non a voi stessi.
Gesù si presenta quindi come Dio umile e che serve, ma più serve e più la gente gli farà pubblicità fino a volerlo fare re. Quando poi Gesù riesce a fae capire loro che non vuole essere re alla l'ha gente lo abbandonerà e lascerà che i capi lo mettano a morte.
Anche noi di Chiesa troppo spesso cadiamo nella tentazione del potere e del successo. Spesso giustifichiamo ricchezza e potere in nome di una efficienza delle nostre opere, con la scusa che meglio funzionano più servono alla gente, ma togliamo tutto l'aspetto del contatto  diretto con la persona, con l'ascolto, trascuriamo i singoli e i più bisognosi con la scusa che dobbiamo servire tanti. Dov'è l'amore?
Noi religiosi siamo chiamati a fare i tre voti di povertà, cioè rinuncia alla comodità personale per servire, di obbedienza, cioè rinuncia al potere per insegnare a tutti a cercare Dio, e castità cioè rinuncia alla popolarità per mettere Dio al centro di tutto. Se con la nostra vita rinneghiamo quello che a parole abbiamo professato, a cosa serviamo? Dio chi metterà da parte e inventerà qualche altro strumento più consono a Lui.
Viviamo questo tempo di quaresima come un cammino di purificazione, per smettere di cercare un Dio potente risolutore di problemi e cercare invece il Dio umile servitore, il Dio amore. 

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