Una via crucis incarnata
Oggi ho fatto una Via Crucis. Ho riflettuto in silenzio su sette stazioni. 1) Gesù è condannato a morte. Gli uomini non ti hanno capito. Quante volte vorremmo gridare: "Ma qui nessuno mi capisce, nessuno mi vuole bene"; ma tu sei lì e accetti tutto in silenzio.Non è più il parlare degli uomini che ti interessa ma fare ciò che è veramente buono e giusto. Il coraggio di accettare tutto per proseguire sulla tua via. 2) Gesù incontra la Madre. Anche lei è lì a soffrire del tuo fallimento e ciò ti fa soffrire ancora di più. Vorresti gridargli le tue spiegazioni ma sai che sono inutili. Non esiste umana spiegazione a ciò che sta accadendo. Ma qui c'è il primo miracolo, il miracolo dell'amore, e proprio per amore lei acconsente alla tua passione, non ti capisce ma accetta e si fida di te, e questo ti da conforto. 3) Le tre cadute. Vorresti proseguire forte sino alla fine ma il peso è grande anche per uno come te e cadere è inevitabile. Ti rialzi, riparti, sai che sei sulla strada giusta, sai che ce la devi fare ma ricadi. All'umiliazione dello scherno degli uomini, alla mortificazione di aver deluso la madre, ora si aggiunge anche il dover riconoscere di essere debole. "E se poi non ne sarò capace?" Interviene Simone ad aiutarti. "Chi è costui? Non lo so. Perché lo fa? Non lo so, forse è costretto, forse anche lui mi sta maledicendo". 4) Gesù è spogliato e inchiodato. Siamo ormai sul Calvario. Anche il pudore, quest'ultimo segno di umanità che era rimasto, ti viene tolto. Vieni spogliato e innalzato lì alle beffe di tutti. Pochi sono rimasti solidali: Ecco Giovanni, l'amico fidato. Ma gli altri undici dove sono? Tre anni di lavoro duro per cosa?
5) Gesù muore. A cosa è servito tutto il mio apostolato, la mia predicazione, le mie opere di carità? Tutto sembra finire e intanto la città continua nel suo ritmo quotidiano a preparare la sua festa. Che beffa, mi hanno posto qui nella parte più alta quasi a contemplare come tutto proceda bene anche senza di me, tutto come prima, senza le mie idee rivoluzionarie. Ma perché? Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. 6) Gesù è posto nel sepolcro. Un velo pietoso d'oblio è posto sul caso di Gesù. "Peccato, era un uomo per bene", sembrano commentare quei pochi che ancora parlano di lui. E per quanto ne parleranno? Un giorno?, due?, una settimana? Fino alla prossima notizia della cronaca. Basta chiederlo ai due di Emmaus, anche loro tornano a casa delusi. E' proprio finita. 7) Gesù risorge da morte. Ecco il fatto nuovo che da senso a tutto il passato; ecco il perché tanto ricercato ma non capito in quei tristi momenti. E ora che si fa? Si ricomincia adagio, con umiltà ma con forza. La guerra non è stata persa e la sofferenza non è stata inutile e quindi possiamo dire con certezza: Alleluia! Lode a Dio che va aldilà delle nostre forze, della nostra comprensione, del nostro operare. Alleluia perché è sempre lui che vince, nell'amore.
Sulla croce Gesù riassume in sé tutti i dolori:
Dolori fisici (inchiodato, trafitto, coronato di spine); dolori morali (abbandonato da quelli che lo seguivano, schernito, incompreso, aveva una madre dona anche quella); dolore religioso (si sente abbandonato anche da Dio). E' il momento in cui il dolore umano si trasforma in redenzione e amore. Molto spesso la società di oggi, i Mass-media e qualche volta anche i preti ci sminuiscono l'importanza di questo momento, forse per la paura della sofferenza.
Bisogna rileggere gli avvenimenti della vita, specialmente quelli difficili, alla luce del mistero della croce. Bisogna trovare nella nostra vita momenti concreti per fermarsi a riflettere davanti a Gesù crocifisso o all'Eucarestia. Tutti quelli che contemplano la croce gloriosa e si lasciano crocifiggere dalla gloria di Gesù, comprendono le parole di Gesù: "Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me". Lo scandalo della croce fa sempre selezione.