L'ultima tentazione di Gesù, dalla Domenica delle Palme al Calvario



Domenica delle Palme
Interessante che la liturgia ci fa ascoltare nella stessa occasione il vangelo dell’entrata gloriosa di Gesù a Gerusalemme fuori della chiesa e poi ci fa entrare in processione e lì ci presenta il racconto della Passione del Signore. La liturgia sembra dirci che c’è una realtà esteriore che sembra essere bella, gloriosa, ma poi la vera salvezza non ci è data da questa esteriorità ma dalla sua morte.
La passione di Cristo la conosciamo bene e non la mediteremo mai abbastanza. Con voi oggi vorrei soffermarmi solo su una frase di Gesù che ritengo centrale per capire il mistero del Dio fatto uomo. “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”.
Siamo al punto centrale, al culmine della passione. Gesù ha un dubbio di fede? Ebbene sì. Lui si è fatto uno come noi in tutto e si è voluto caricare tutte le nostre debolezze per vincerle con il suo amore. Queste debolezze lo portano il più in basso possibile. Anche qui Cristo mostra tutta la sua forza e la forza dell'amore. Non cederà neppure a questa prova e concluderà con la frase seguente: “Nelle tue mani affido il mio spirito”. Nel deserto il diavolo lo aveva tentato a svendere la sua divinità per avere il potere, nell'orto degli ulivi lo aveva tentato di evitare la sofferenza, ora con un'ultima speranza che magari un miracolo possa porre termine a tutto, e invece no! L'umanità deve essere purificata in tutte le sue debolezze per essere divinizzata in tutto. Per parlare, Gesù si serve delle parole del salmo 21. Questo non sminuisce la sofferenza causata da quest'ultima prova ma rinforza però il fatto che anche in questi momenti di buio assoluto Gesù si attacca alla preghiera e alla bibbia, forse ultimo appiglio per l'uomo che sta per cadere. L'emozione è debole ma la fede è forte e alla fine la fede trionferà. Lui non ha dubitato dell'esistenza di Dio ma del fatto che Dio si interessasse di lui. Non è una tentazione contro la fede ma una tentazione contro l'amore. Ma il suo Amore con la A maiuscola trionfa sull'emozione legata ad esso perché anche quando non sente più niente, l'Amore e la Fede (che sono sempre inscindibilmente unite) vincono.
Quante volte anche noi dubitiamo che Dio si interessi di noi; quante volte ci siamo chiesti dei “perché” a cui non abbiamo saputo dare una risposta; quante volte abbiamo pensato di non essere degni del suo amore, di non essere importanti a sufficienza perché lui si interessi per noi.
Eppure no!, lui non ci abbandona mai, vuole solo che la nostra fede non venga meno e lo attendiamo con amore.
Dalle parole di Don Orione: “Per portare le persone a Dio e conquistarle, occorre, prima, vivere una vita intensa di Dio in noi stessi, avere dentro di noi una fede dominante, un ideale grande che sia fiamma che ci arda e risplenda; rinunciare a noi stessi per gli altri; ardere nella nostra vita di un’idea e di un amore sacro più forte”. ... “Noi siamo gli inebriati della carità e i pazzi della Croce di Cristo Crocifisso”.

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