Chi è un buon Cristiano?


Lc 14:25-32
Questa volta Gesù non fa tanti preamboli e va direttamente ad un argomento molto importante: Chi si può definire veramente suo discepolo? C’è però un piccolo problema: se guardiamo alle sue risposte dovremo dire: probabilmente nessuno.
Lui pone tre condizioni: Amore a Dio sopra ogni altra cosa; prendere sulle spalle la croce e seguire il suo esempio; fare bene i calcoli prima di avventurarsi nel cammino perché durante esso lui ci spoglierà di tutti i nostri beni. Non c’è da stupirsi che molti abbiano smesso di essere Cristiani.
Facciamo una piccola ambientazione storica del tempo di Gesù e del tempo in cui Luca mette per iscritto queste parole (40 anni dopo la morte di Gesù). La predicazione di Gesù ha creato degli scombussolamenti all’interno della società e delle famiglie. I suoi discorsi avevano creato molto entusiasmo ma anche molta gelosia e avversità specialmente da parte delle autorità. Qualche piccola persecuzione era già sorta ai tempi di Gesù mentre ai tempi di Luca ci furono vere e proprie persecuzioni e uccisioni. È questo il tempo dei primi martiri. Molti iniziavano il cammino ma di fronte alle difficoltà e alla paura della reazione degli altri, specialmente famigliari, si tiravano indietro. Gesù ci fa capire 3 cose fondamentali:
-          Una persona matura e responsabile si deve dare delle priorità ed avere la forza di rispettarle e fare delle scelte per ottenerle.
-          Queste scelte comporteranno dei sacrifici, delle rinunce, delle perdite di amicizie, magari anche di carriera e di fama.
-          Siccome questo è in un certo senso inevitabile è bene che ognuno guardi a se stesso, alle sue intenzioni e veda se è veramente convinto di esse o è solo spinto da un’emotività superficiale che sparirà presto.
Sembra un discorso molto rigido e chiuso che poco si adatta alla mentalità nostra così fluida. Si potrebbe addirittura accusare Gesù di essere un fondamentalista. Non lo è. Lo si capisce se si guarda a qual è il contenuto del messaggio cristiano, messaggio che molto spesso sfugge anche a noi che ci definiamo esperti. Al centro del messaggio di Gesù non ci sono i dieci comandamenti o le innumerevoli leggi racchiuse nel libro dell’Esodo, Levitico e così via. Esse rappresentavano il centro della vita degli Ebrei al tempo di Gesù ma lui presenta un cambiamento radicale e lo vediamo bene nei capitoli 5, 6, 7 di Matteo. Al centro del messaggio di Gesù ci sono le Beatitudini e poi la nuova legge che inizia sempre dicendo: avete inteso che fu detto … ma io vi dico e in vari punti riprende e reinterpreta gli aspetti principali della legge antica. Chiave di lettura di questa reinterpretazione introdotta da Gesù è il comandamento nuovo, il comandamento dell’amore. Il fondamentalismo Cristiano non è quello dell’obbedienza cieca alla legge scritta ma quella di un amore senza confini, ecco perché costa ed è difficile. Veniamo più direttamente al testo. All’inizio accenna all’amore ai propri genitori e ai famigliari non perché essi non siano degni del nostro amore ma al contrario per dire che essi sono le cose più preziose. Ebbene anche essi non possono essere messi davanti all’amore di Dio perché se non si amano in Dio non si amano nel modo giusto. Tutto deve passare attraverso l’amore di Dio perché esso dà ragione a tutto dato che Lui ha creato tutto e in Lui c’è la ragione vera di tutto. Quindi solo guardando a Dio e guardando con amore alle cose si rispetteranno e si  valorizzeranno mettendole nella loro giusta posizione. Troppo spesso noi siamo spinti da desideri, bisogni, paure, frustrazioni e agiamo, anche senza accorgercene, spinti da esse. Da lì nascono le discordie, le divisioni ecc. Il cammino Cristiano non è facile; vivere il vero amore non è facile; Essere Cristiani non è un discorso da innamorati o infatuati ma da veri amanti.
Noi ci siamo abituati a vivere in una società che si dichiarava cristiana. La stragrande maggioranza si diceva cristiana, i ritmi della società, le feste, le leggi, il modo di parlare, i valori famigliari erano tutti profondamente intrisi di cristianesimo. Ora non è più così. Anche se la maggior parte degli italiani continua ad essere battezzata, molti però hanno lasciato la pratica religiosa, molti stranieri non sono affatto cristiani e molti che ancora si dicono cristiani hanno però molte riserve su tanti punti: Io sono cristiano però… e allora a seconda dei casi si pongono dubbi o riserve su tanti punti che in passato erano dati per scontati. Non sto qui a discutere sulla validità o meno di tante leggi passate o di tante abitudini entrate nella nostra società ma tutti voi vi rendete conto di quanto distante sia la nostra società da quella di 30 anni fa, e senza stabilire ciò che è giusto o sbagliato ci rendiamo conto di quanta differenza di vedute ci sia tra persone anche tra amici e famigliari e spesso su punti importanti come Aborto, Eutanasia, accoglienza rifugiati, dialogo con altre religioni, leggi riguardanti la famiglia e il matrimonio eccetera. Noi Cristiani non siamo più la totalità ma nemmeno la maggioranza e dobbiamo abituarci a vivere da minoranza. Che fare? Sguainare la spada e iniziare una guerra santa in nome dei principi del passato? Questo sarebbe fondamentalismo facile ma sbagliato. La risposta di Gesù è nel avere un cristianesimo non di quantità ma di qualità, nel prendere sulle spalle la croce dell’amore che ci spinge a fare sacrifici, rinunce, ma che ci permette di essere fedeli e rimanere quello che viene chiamato la “pietra d’inciampo” cioè una provocazione un richiamo amorevole ma fedele ai valori in cui crediamo. Quanto distanti siamo dalla visione di Chiesa fatta di potere e autorità che avevamo qualche decennio fa. Questa è la Chiesa di Papa Francesco perché questa è la Chiesa del Vangelo. A noi decidere se vogliamo esserci o no.



Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Alle sorgenti della gioia