Chi è Gesù per noi? Domanda che ci cambia la vita.


XIV Domenica anno C                                                Lc 9:18-24

Ma voi chi dite che io sia?


Il Vangelo di oggi ci presenta un Gesù in vena di fare domande, ma si sa, il domandare è uno dei modi migliori per insegnare.
Spendiamo qualche momento per ricostruire l’ambiente del brano di oggi. In questo capitolo di Luca abbiamo la missione degli apostoli mandati da Gesù a predicare. Al loro ritorno, gli apostoli sono felicissimi per quello che sono riusciti a fare, si parla anche di qualche miracolo compiuto da loro. Forse anche a causa di questa predicazione molte persone accorrono ora da Gesù ed Egli compie quello che forse è il più grande o difficile dei miracoli: la moltiplicazione dei pani e dei pesci. A questo punto i dodici sono al settimo cielo, la folla è entusiasta e si parla addirittura di voler fare di Gesù un re.
Qui si inserisce il colloquio riportato nel vangelo di oggi. “Questa gente che ha grandi progetti, cosa pensa che io sia? Cioè cosa li attira e cosa si aspetta da me?” La risposta è chiara: qualcuno dice Giovanni il Battista, cioè uno che parla bene e insegna con autorità; altri dicono Elia, cioè il profeta che ha fatto più miracoli di tutti; oppure uno dei tanti profeti. In poche parole la gente vede e desidera parole e opere: una persona capace di sciogliere i loro dubbi e di risolvere i loro problemi.
Ora viene la parte più importante: “Ma voi, chi dite che io sia?” Ora non si tratta più più di riportare il pensiero di altri, di ripetere a memoria la lezione imparata al catechismo. Ora gli apostoli devono rendere conto di se stessi e delle loro intenzioni. Dopo l’esperienza della missione, dopo aver visto i miracoli, cosa li fa restare al seguito di Gesù? Cosa è il centro del loro rapporto personale? Cosa rende così speciale la loro amicizia?
Come al solito è Pietro che parla: Noi crediamo che l’importante non sia che tu parli bene, e neppure che tu fai i miracoli, ma il fatto che tu sei mandato da Dio.
Questa affermazione ha conseguenze imprevedibili. I discepoli sono disposti a rinunciare a tutta l’esteriorità intorno a Gesù, i suoi miracoli o la sua capacità dialettica, ma saranno disposti ad accettare quello che sta per dire loro? “Se mi accettate perché sono il “mandato da Dio” sappiate che il piano di Dio va in direzione opposta a quella che vuole la gente. La via di Dio non passa attraverso la gloria ma attraverso la passione e la morte”. Le parole di Gesù non lasciano scampo: Se siete venuti a cercare una vita facile e di gloria avete sbagliato tutto (chi vuol salvare la propria vita la perderà), se invece accettate una vita di umiltà, sacrificio, coerenza al costo del rifiuto della gente, allora siete nel giusto (chi perderà la propria vita per causa mia la salverà).
Come per confermare quanto detto ora, subito dopo c’è l’episodio della trasfigurazione dove lo stesso Mosè (rappresentante della legge e della parola) ed Elia (rappresentante dei miracoli) appaiono e parlando con Gesù ne confermano la sua missione divina ma anche la sua andata a Gerusalemme, la sua passione e la sua morte. (cfr il mio blog di Febbraio 2016). Sia dopo questo dialogo come dopo la Trasfigurazione Gesù proibirà ai discepoli di raccontare alla gente quello che è successo perché non sarebbero capaci di capire un tale messaggio.
Veniamo ora a noi.
Che tipo di Gesù ricerchiamo? Quello che fa i miracoli e ci risolve tutti i problemi? Quello che ci dà tutte le sicurezze e ci toglie tutti i dubbi?
Che tipo di vita ci aspettiamo da credenti? Una vita comoda, di gloria, costellata di vittorie, onori, ricchezza?
Oppure accettiamo un Dio che non ci risolve i problemi ma cammina con noi e ci aiuta perché noi li risolviamo? Che non ci dà tutte le soluzioni ma si fa vicino a noi e ci accompagna nella faticosa ricerca delle soluzioni?
Siamo disposti ad uscire fuori dal nostro guscio, ad entrare nella scomodità di andare incontro ai poveri, di affrontare con amore e perdono chi ci tira in giro o magari ci attacca solo perché siamo credenti e gli diamo fastidio con la nostra coerenza?
Siamo disposti a soffrire della sofferenza che sempre accompagna chi ama in maniera pura?
La vita di Gesù è davanti ai nostri occhi e dovunque lo vediamo è sempre rappresentato sulla croce, ma ora sappiamo chiaramente che è proprio lì che Lui ha vinto il mondo.

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