Difficoltà dell'apostolato: ostacoli o vie di santità?

Riporto qui l'omelia tenuta ai chierici del Teologico di Roma in occasione del 12 Marzo 2015.



Mi sono spesso chiesto perché tante persone ostacolano o si oppongono ad opere di bene o di carità. Questo mi è venuto in mente di nuovo leggendo i vari passaggi del Vangelo che presentano le diatribe tra Gesù e i Farisei. Di solito quando si vedono due persone che litigano è spontaneo cercare di chi è la colpa. Nel nostro caso (Gesù – Farisei) certamente non si può accusare Gesù di aver fatto qualcosa di male, ma penso che non sia neanche giusto etichettare i Farisei come persone malvagie; dopo tutto erano esperti della legge mosaica, legge che essi osservavano nei dettagli, meglio di qualunque altro a quel tempo.
Se veniamo ai giorni nostri, notiamo spesso delle difficoltà, delle opposizioni al nostro lavoro apostolico, e questo vale non solo per noi, ma anche per esperti e santi. Che dire? Sono esse semplicemente frutto del diavolo e di persone malvagie che ce l'hanno con noi? È possibile guardare alle cose con un po' più di fede?
Io credo che ogni difficoltà racchiude in sé una grande opportunità di crescita e purificazione. Potrebbe essere che tante opposizioni siano causate dai nostri errori o da nostri atteggiamenti che feriscono altri. In questi casi chiaramente tocca a noi cambiare e quindi purificare il nostro modo di agire. Ma non è di questo che voglio parlare oggi. Io dico che anche in casi in cui noi ci trovassimo in piena ragione, le opposizioni possono essere viste come strumento che Dio usa per la nostra crescita nella santità. Sia chiaro che non sto dicendo che dobbiamo subire le cose passivamente o lasciar passare tutto, voglio solo dare un'occhiata all'occasione che Dio ci offre.
Io vedo tre livelli di purificazione che il Signore ci offre:
1) Spesso il nostro buon lavoro crea gelosia, e ostacoli messi in piedi da persone esterne che vedono sminuito il loro potere a causa del nostro lavoro. È questa la causa dell'opposizione ricevuta da Gesù da parte dei Farisei. È anche la causa dell'opposizione che Don Orione ha ricevuto da molti ecclesiastici di Tortona e anche Messina che, usando a volte anche la calunnia, cercavano di mettere le persone e anche il Vescovo contro di lui.
Ognuno di noi vorrebbe essere riconosciuto, apprezzato per quello che facciamo, magari ricevere anche qualche ringraziamento e qualche lode. Attraverso queste prove il Signore ci dice: “Ma tu per chi lavori: per me o per te stesso?”. Se riceviamo poche lodi e se il lavoro diventa più difficile e meno gratificante allora c'è la possibilità di concentrarsi maggiormente sulle motivazioni vere di quel che facciamo.
2) Alle volte l'opposizione non viene dal di fuori ma dalle persone stesse per cui lavoriamo. Chiaramente nessuno rifiuta il nostro lavoro per loro, però spesso non si mostrano grati, lo danno per scontato, cominciano ad avere più pretese. Facciamo piani di promozione umana per i poveri e gli alcolizzati, ma vediamo che loro vogliono solo 5 euro per tornare a bere. Organizziamo riunioni, catechesi, incontri di preghiera e poi le sale sono vuote perché la gente ha altro da fare, altri interessi. Ci sembra di lavorare inutilmente.
Anche questa è un'occasione d'oro per purificare il nostro modo di lavorare. Sto veramente dando attenzione alle singole persone o sto solo realizzando i miei progetti fatti a tavolino? Riesco a vedere Cristo presente in questi miei fratelli o ne vedo solo i lati deboli o rudi? Sto guardando alla mia realizzazione personale o a servire il Signore che è l'unico che salva? Sto forse puntando troppo sugli aspetti esterni della carità e curando poco l'aspetto di relazione, amore, rispetto verso di loro?
3) Un'ultima opposizione, forse la più dolorosa, la potremmo avere quando ci sentiamo incompresi, abbandonati o addirittura ostacolati da coloro che, invece, dovrebbero sostenerci, cioè i nostri confratelli o più ancora i nostri superiori.
Questo ci aiuta ad abbandonarci con fiducia nelle mani di Dio. È lui che conduce le fila della storia e di sicuro troverà il modo per realizzare la sua volontà nonostante la nostra piccolezza, le nostre sconfitte.
4) A dire il vero esiste un quarto livello di purificazione anche se è molto raro e tocca di solito a persone che hanno un alto livello di santità. È la sensazione di essere abbandonati da Dio stesso, la freddezza spirituale. Non parlo delle nostre piccole crisi di fede o preghiera ma delle notti oscure tipo quella sperimentata e ben descritta da Santa Teresa. Queste prove hanno la funzione di purificare l'amore per portarlo a livelli quasi divini.

Per concludere vorrei riportare stralci di due “buonenotti” di Don Orione.
Una sera lui riportò un episodio della vita di San Gerardo Maiella (Redentorista) che calunniato con una calunnia nerissima da una donna, venne chiamato davanti al fondatore, Egli non si difese ma rimase in silenzio. A questo punto il fondatore lo castigò proibendogli di accostarsi alla comunione. Dopo tre anni, quando la donna stava sul punto di morte, presa da scrupoli di coscienza confessò la sua menzogna e scagionò il santo. Il fondatore richiamò Gerardo e gli chiese perché lui avesse taciuto tutti quegli anni. Lui segnalò un numero delle loro costituzioni che diceva che per imitazione di Cristo che patì per la nostra redenzione, non bisogna scusarsi di fronte alle offese. Don Orione concludeva: “ Gesù portò con pazienza il suo annientamento, il suo disonore! E morì divinamente tranquillo prendendo con pazienza l'abbandono dei discepoli, l'odio e gli insulti dei suoi nemici. Ah! È veramente alla scuola della croce che si capisce tutta la verità, la sublimità, la santità di quelle parole della sacra scrittura: con la vostra pazienza salverete le vostre anime”.
Quando nel 1934 stava per partire per l'America latina fece il discorso di saluto ai fratelli. Ricordiamo che questo è uno dei momenti più difficili della Congregazione. Don Orione è accusato di non saper organizzare la congregazione, di sperperare i soldi, di avere seminari senza formazione ecc. Viene nominato dalla Santa Sede un visitatore apostolico che cambierà notevolmente molti aspetti della congregazione e per facilitarne il lavoro Don Orione viene invitato a farsi da parte andando in America. Naturalmente questa prova si trasformerà in benedizione perché con la presenza del fondatore le opere dell'America Latina riceveranno un impulso straordinario di sviluppo. Ebbene, in occasione di quel discorso Don Orine disse: “Ringraziamo il Signore, più ci manderà delle tribolazioni e più dobbiamo amore il Signore. … Siamo andati avanti troppo trionfalmente. Quindi tutti i giorni direte una Salve Regina perché il Signore si degni di mandarci qualche tribolazione. Più soffriamo e più ringraziamo il Signore che si degna di farci soffrire. Ci dia tanto amore da sostenere volentieri molte tribolazioni e ci dia anche tanta forza per poterle sopportare; dobbiamo dire al Signore che noi vogliamo lottare con lui”.

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