Maria 3: Io sto alla porta e busso


Triduo al Cuore Immacolato di Maria predicato alle Suore di Madre Teresa
Terzo giorno:  Io sto alla porta e busso.

Io mi chiedo: “Cosa avrà pensato Maria subito dopo l'annuncio dell'angelo? Come si sarà sentita? Eccitata? Sì, senza dubbio, ma anche impaurita, era una responsabilità grande; confusa, è Dio stesso che glielo chiede, e perché proprio a lei e non a tante altre donne in posizioni migliori, più favorevoli, più sicure. E come condividere questa notizia con gli altri, mamma, papà, Giuseppe; ci crederanno? Cosa penseranno? E cosa ci sarà da fare di preciso con questo bambino? Queste sono tutte domande che vengono alla mia mente ora e immagino possano essere passate nella testa della giovane Maria, queste o altre simili.
Non so cosa sia passato dalla testa, ma dal Vangelo sappiamo come ha agito.
Partiamo nella nostra riflessione un po' alla larga e precisamente dalla lettera che l'angelo, attraverso Giovanni, invia alla chiesa di Laodicea. (Ap. 3,15-20).
È un pezzo di lettera molto forte, indirizzata a una comunità cristiana che ha perso il fervore delle origini. Ci sono frasi che fanno venire la pelle d'oca: "Non sei né caldo né freddo …. Ti vomito dalla mia bocca. … Io tutti quelli che amo li rimprovero".

Naturalmente noi non ci troviamo in quella cattiva condizione, siamo bravi religiosi, e siamo qui riuniti a pregare. Oggi però voglio riflettere sulla freddezza e la tiepidezza, che ritengo sia una dei pericoli maggiori della vita religiosa.
Un giorno una suora mi ha chiesto: "Come si fa ad innamorarsi di Dio". Bisognerebbe chiedere ai giovani come fanno ad innamorarsi. Essi hanno più esperienza di noi. Alle volte noi riduciamo il nostro cuore ad una melanzana rinsecchita per paura di amare. È un fatto che forse, nonostante la nostra fede, il nostro impegno sociale, la nostra costanza alla regola e alle pratiche della comunità, forse ci troviamo un po' tiepidi nel nostro rapporto con Dio, cioè senza fervore, senza entusiasmo, facendo le cose un po' meccanicamente. Forse alla volte pensiamo che manchi quella capacità di amare che vorremmo mettere in tutte le cose.

Le parole dell'Apocalisse sono dure: sto per vomitarvi dalla mia bocca. Ma al tempo stesso sono piene di speranza. Dio non ci abbandona nemmeno in questa situazione ma "sta alla porta e bussa" Che fare quando la tiepidezza ci colpisce? L'unico rimedio è aprire il nostro cuore e rinvigorire la preghiera.
Ecco, io credo che Maria fosse pronta all'annuncio dell'angelo. Senza nulla togliere alla sua natura umana e a tutti i possibili dubbi che avrà potuto avere, ma credo che attraverso il suo atteggiamento di preghiera lei sia stata (prima e dopo l'annuncio) cosciente della presenza di Dio e quindi tutto passa in secondo piano, perché c'è lui.
Preghiera – amore. Come fare ad averli in noi?
Sembra un gioco di parole: per rianimare la preghiera bisogna rinvigorire la preghiera.

L'Apocalisse ci dice che il Signore non ci abbandona ma "sta alla porta e bussa". Aprire la porta del cuore al Signore è pentirsi. Il pentimento deve essere il primo momento della nostra preghiera. Di fronte alla nostra condizione ci verrebbe spontaneo lamentarci, incolpare gli altri o le circostanze, ma questo non è una soluzione, dobbiamo invece riconoscere i nostri sbagli e chiedere perdono.
Se non c'è in noi sincerità Dio non può entrare, sincerità e pentimento aprono la porta a Dio, egli entra e si ferma a cena con noi. Naturalmente quando lui viene porta con sé tutti i suoi dono: pace, gioia, fervore ecc.
Maria non aveva nulla di cui pentirsi, nel senso di peccati da farsi perdonare, ma per me pentirsi è prima di tutto un riconoscere la nostra piccolezza, indegnità di fronte a Dio, e poi desiderare questo rapporto “sincero” con Lui. Questi atteggiamenti di sicuro Maria li ha avuti.
Come rinvigorire la preghiera perché il pentimento sia vero e il cuore più aperto?

Quando volete accendere la luce per vederci, dovete premere l'interruttore. Per illuminare la vostra preghiera dovete premere tre interruttori:

1) Il primo è l'umiltà. Essa vuol dire mettersi di fronte a Dio con verità. Non presentare a lui quello che vorremmo essere, ma quello che siamo. I bei propositi, le promesse, hanno un altro posto, all'inizio dobbiamo richiamare la nostra situazione senza scaricare le colpe su nessuno ma con sincerità.
Ricordate la parabola del Fariseo e del pubblicano al tempio a pregare? Basta poco per commuovere Dio. Se ti presenti con sincerità, lui fa il miracolo. Io sono fatto così, ho questo difetti, sono incapace di questo o di quello. Sulla sincerità posso costruire.
In Maria questo è espresso meravigliosamente nella frase “L'anima mia magnifica il Signore, il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato all'umiltà della sua serva”. L'umiltà apre la porta alla presenza e all'azione di Dio e questo le porta gioia e voglia di pregare.

2) Il secondo interruttore è l'accorgersi che Dio ci ama. Questo è un punto molto importante, forse il più importante. Dio ci ama e non cesserà mai di amarci, anche quando noi non ce ne accorgiamo. Tutti lo sappiamo, ma qui non basta saperlo, bisogna capirlo a fondo e convincercene. Non è semplice ma dobbiamo sforzarci.
Maria si è resa conto che si Dio l'ha scelta è perché la ama e vuole rendere questo amore un dono concreto, un figlio, per lei e per l'umanità.
Come rendersi più conto dell'Amore di Dio? Per farlo abbiamo due aiuti:
a) Cominciare a ringraziare: Scegliamo nella giornata alcuni momenti particolari e in essi ringraziamo di ogni cosa. Penso la giovane ragazza Maria avrà avuto questo come preghiera costante.
b) Leggere la parola di Dio, non come libro, ma come messaggio inviatomi da uno che mi ama. Quando ci accostiamo alla Parola di Dio prima dobbiamo chiederci: cosa dice? E farci aiutare da commenti o da esperti. Poi dobbiamo rileggerla per chiederci: cosa mi insegna questo brano sull'amore di Cristo e l'amore del Padre? Ogni parola nella bibbia racchiude un pezzo del piano d'amore di Dio.
Probabilmente Maria non sapeva leggere e comunque i rotoli sacri non erano in casa ma solo nella sinagoga, ma la parola di Dio era sulla bocca di ogni Ebreo osservante, quindi anche di Gioacchino. Salmi, versi dei profeti, racconti della storia di salvezza erano argomenti comuni del parlare della gente.

3) Il terzo pulsante è Amare. Applicato alla preghiera esso significa offrirci. Se nel secondo momento abbiamo capito l'amore di Dio, ora rispondiamo col nostro impegno.
Ecco! Forse Maria si sarà fatta tutte queste domande, ma poi non si è fermata, è partita subito, è andata ad aiutare Elisabetta. Il condividere attraverso l'amore è anche più importante della comunicazione diretta con i genitori o Giuseppe. Dio è in lei e agisce, e agisce sempre attraverso l'amore.
Quindi abbiamo detto una preghiera basata su umiltà, pentimento, amore.

Vogliamo fare una prova di una preghiera fatta in questo modo? Lo so che siete più esperti di me a pregare, ma vogliamo provare questo tipo di preghiera. Se va male non abbiamo perso niente, ma se va bene abbiamo guadagnato tanto.
 Mettiamoci in una posizione comoda cosicché il nostro corpo, dopo un po', non ci disturbi. Seduti o in ginocchio ma in modo da potervi rilassare.
Chiudete gli occhi e create un po' di pace dentro di voi.
Dividiamo il nostro spazio in tre momenti, dedicati alle tre persone della Trinità.
Pensiamo prima di tutto allo Spirito Santo. Egli è la luce che ci illumina dentro.
Col suo aiuto chiediamoci:
- Quale è stata l'ultima mancanza che ho commesso?
- Qual'è il peccato che più mi pesa dentro?
Chiediamo perdono allo Spirito Santo. Ora ripetiamo con calma nella nostra mente: "Spirito di verità fa rinascere la verità dentro di me". Ripetiamo pure questa frase varie volte, ma con calma, deve diventare una convinzione profonda, una cosa che veramente desideriamo.
Ora rivolgiamoci a Cristo. Ripetiamo varie volte con calma nella nostra mente: "Parla Signore, che il tuo servo ti ascolta". Riascoltiamo con attenzione il brano dell'Apocalisse.
Pentirsi significa cambiare dentro, allora chiediamo a Gesù l'aiuto: "Signore cosa devo fare per cambiare?". Anche questa frase la lasciamo scorrere un po' di volte nella mente. Ora prendete una decisione piccola ma chiara e concreta da attualizzare oggi stesso.
Ora rivolgiamoci al Padre. Create il silenzio dentro di voi. … Sentitevi alla sua presenza. … Sentitevi amati.
Fate passare nella vostra mente tutte le cose che avete fatto in questa giornata, una per una, adagio, ripetendo in continuazione: "Grazie, Padre".
Ora fate passare nella mente i grandi doni della vostra vita e pregate: "Padre, tu sei tutto per me".
Questo è il Magnificat.


Post popolari in questo blog

Gesù è davvero un re?

I santi, nostri amici

Alle sorgenti della gioia